Calabria 2020, gli intoccabili. Claudio Parente, il re delle cliniche “truccate” e dello sport “fasullo”

Un esercito di faccendieri, voltagabbana, vecchi arnesi e “nuovi” mestieranti della politica e bande fameliche di lecchini, nani e ballerine pronti a tutto per un assessorato, un incarico, una consulenza e una determina. Questo è il carrozzone sgangherato di Jole Santelli, un’Armata Brancaleone senza vergogna che è riuscito a mettere ancora le mani sul potere per gestirlo nell’unica maniera che conoscono ovvero quella della truffa.

I compagni di merende di Mario e Roberto Occhiuto, Jole Santelli, Ciccio Cannizzaro e tutto il… cucuzzaro rappresentano una lobby di potere rotta a tutte le esperienze, come del resto chi la comanda. Solo qualche mese fa a Catanzaro, un gruppo di consiglieri comunali ha deciso di presentare un esposto a Gratteri sulla vergognosa vicenda del quartiere Corvo praticamente “regalato” all’imprenditore Claudio Parente per 92 anni (!!!) per le sue speculazioni edilizie e non solo. Il soggetto in questione pensa di essersi “comprato” tutti i media finanziandoli con la pubblicità della sua “associazione” a… delinquere (che si chiama “Vivere Insieme”) ma non ha messo in conto che esistono anche le testate libere…

Jole Santelli ha affidato proprio a lui, a questo Parente, il coordinamento e la gestione della lista Casa delle Libertà. La lista Cdl nasce da esperienze politiche comuni con Forza Italia con la quale è alleata anche in funzione del ruolo dello stesso Parente, capogruppo di Fi in consiglio regionale. Ma chi è Claudio Parente?

Se a Cosenza ci sono Citrigno, iGreco, Morrone e Potestio a Catanzaro il business delle cliniche ha un solo cognome: Parente.

Claudio Parente, 63 anni, originario di Rogliano, sguazza da tempo nel sottobosco della malapolitica, che abbina ai suoi due interessi principali: le cliniche private e il calcio, visto che in gioventù ha giocato anche (male, pessimo difensore con due ferri da stiro al posto dei piedi…) a pallone. Già consigliere regionale con la lista “Scopelliti Presidente”, recentemente è ritornato in sella riprendendo posto tra i “papponi” per eccellenza della Calabria rilevando Mangialavori, volato in Parlamento. E non ci ha pensato un attimo a schierarsi con Occhiuto, il principe indiscusso dei truffatori “prescritti” del panorama regionale. Del resto, si sa, Dio li fa e poi li accoppia. Definire Parente imprenditore chiacchierato è il minimo che si possa scrivere di lui.   Amministratore unico della Medical Sport Center srl di Catanzaro, gruppo titolare di centri di riabilitazione e medicina dello sport nonché di cliniche di riabilitazione per oltre 200 posti letto, tra le quali anche Villa Torano a Torano Castello, salita oggi alla ribalta delle cronache a causa della diffusione del coronavirus (ci sarebbero 22 casi positivi) è anche presidente dell’Associazione Vivere Insieme Onlus che opera in diversi settori tra cui quello socio-sanitario (attraverso la gestione di oltre 400 posti letto destinati a Residenze Sanitarie Assistenziali e Riabilitative), sportivo (con la realizzazione e gestione di impianti polisportivi e con l’incentivazione di attività  sportive pallavolo, basket, calcio etc.) e di ricerca. 

E finanzia generosamente diversi media “amici”, che non si sa mai… Insomma, gestisce una marea di soldi e di interessi e qualcuno lo paragona a Pierino Citrigno, suo equivalente (in fatto di cliniche private), in precedenza nel “cerchio magico” di Oliverio ma già arruolato da questa gentaglia.Naturalmente, anche lui ha trascorsi giudiziari insieme al suo inseparabile socio, tale Massimo Poggi. E’ stato indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Catanzaro su corsi di formazione professionale mai effettivamente realizzati finanziati dalla Regione Calabria. L’accusa sosteneva che i corsi non furono mai svolti ed i due imprenditori avrebbero utilizzato i fondi per pagare gli stipendi degli infermieri assunti nelle loro strutture sanitarie. Così fan tutti, che male c’è?

Ci sono poi gli illeciti connessi al fallimento dell’ex società calcistica dell’Us Catanzaro, dichiarata fallita il 15 giugno del 2007. I giudici del Tribunale collegiale hanno condannato Claudio Parente a 1 anno e 10 mesi di reclusione. Quisquilie avrebbe detto Totò, che vuoi che sia?

E adesso finalmente qualcuno ha allertato il dormiente Gratteri sugli accordi di potere tra la schiappa Parente e il sindaco Abramo per mettere le mani su un intero quartiere: ci auguriamo che il procuratore si svegli dal suo lungo letargo su Catanzaro e Cosenza e batta un colpo. Non se ne può più dei traffici di questi politici sempre più impresentabili e rapaci, che si credono onnipotenti. Esattamente come Claudio Parente…