Catanzaro e l’Università: dall’arabo al cinese passando per la pernacchia bruzia

CATANZARO E L’UNIVERSITA’: DALL’ARABO AL CINESE, PASSANDO PER LA PERNACCHIA BRUZIA

Nota stampa del 13.02.2021 di Alfredo SERRAO – presidente Associazione I QUARTIERI

Eh sì, non saremo certamente noi a dire un grazie al sindaco Sergio Abramo, per l’ennesima bugia (?) che sta raccontando alla città, che potrà – un giorno non definito – parlare nelle sue strade spopolate l’arabo ed il cinese…

Dire che siamo al ridicolo è sempre poco. Già, perché prima di ascoltare – la nostra curiosità è tanta… – i catanzaresi parlare in cinese sul lungomare di Lido, dopo aver abbandonato l’arabo superata la Porta Marina, quello che sentiamo da subito, da oggi, sono le pernacchie a targa bruzia che risuona nelle orecchie di tutti i catanzaresi. Per carità non ne facciamo motivo di campanile, ma di dignità se ancora ci è consentita.

Mentre dal prossimo anno accademico all’Unical di Cosenza ci sarà il corso di Medicina e Tecnologie digitali – e questo è un dato assodato – noi riceveremo a Catanzaro come contentino (la pernacchia), un corso di lingue arabo/cinese, quando (?), non si sa, ma questo piace ad Abramo che ritorna a parlare di “centro storico”, dimenticando che l’ha prima desertificato e che, oggi tutto quello che si tenta di fare germogliare, risecchisce un attimo dopo, come la città di Catanzaro.

Ma, c’è di più. E’ rinato il sole fra il sindaco Abramo – sforzandoci a credere che mai si sia annuvolato – ed il magnifico (rigorosamente in minuscolo) Rettore della Magna Graecia, con la benedizione del consigliere regionale e presidente della commissione sanità della Regione Calabria, Baldo Esposito, visto che sono riusciti a partorire questa “grande” occasione per la nostra città. Noi che ai miracoli non crediamo facilmente, per come crediamo che il futuro della città di Catanzaro passa per un valore di libertà, allora ci chiediamo: ma possono ancora aprire in tranquillità le ante degli armadi?

Noi speriamo di si! Ma, in grande franchezza qualche dubbio lo conserviamo, magari partendo dalla vicenda del Sant’Anna Hospital che non ha registrato tutta questa solidarietà, anche presunta e, tutta questa convergenza degli attori narrati negli accordi interateneo che uccidono Catanzaro nei fatti, ma che per altri diventa motivo di celebrazione.

Ed allora celebriamo la sagra dell’ipocrisia, mentre l’aquila imperiale, simbolo della città di Catanzaro, continua a dire: “Tu quoque, …” incapace di capire chi realmente, vista la folla, sia il vero assassino politico. Lo chiediamo con grande sincerità al consigliere regionale Baldo Esposito già direttore generale della Fondazione Campanella; al candidato sindaco di Catanzaro, Enzo Ciconte nella sua qualità di presidente dell’Ordine dei Medici di Catanzaro; al candidato a sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita docente dell’Unical; al sindaco della città di Catanzaro, Sergio Abramo, quello che nel suo programma doveva fare nascere la “città della salute”(?) Quella stessa salute che migra fuori dai confini regionali con la “storiaccia” del Sant’Anna Hospital o del Policlinico Mater Domini, quello dei buchi neri di bilancio, della mancata integrazione ospedaliera e del regalo alla città di Cosenza, che dalla facoltà di Medicina farà il suo policlinico, com’è giusto di fronte all’incapacità colpevole dei nostri amministratori o presunti tali!