Catanzaro, guerra tra procure. Le intercettazioni (e i nomi) che scottano

Se dovessimo sintetizzare in tre righe la rovente guerra dei magistrati del Distretto di Catanzaro potremmo scrivere che altro non è che un tentativo di copertura e distruzione di intercettazioni telefoniche regolarmente autorizzate dai Gip del Tribunale di Castrovillari. Perché ci sono intercettazioni che scottano e fanno tremare i palazzi del potere.

Nelle predette intercettazioni ci sono parecchi “pezzi grossi” e tanto stato deviato. E c’è da precisare che un capitolo a parte va aperto per l’indagine sulla scalata – con annesso riciclaggio di denaro sporco e finanziamento illecito al Pd – de iGreco al Gruppo Novelli in Umbria, coordinata dalla procura di Castrovillari. Pure in questo caso con intercettazioni più che scottanti e che i soliti noti stanno cercando di “neutralizzare” in tutte le maniere.

Anche quella di cui parliamo oggi, tuttavia, è una storia che vede protagonisti molti carabinieri e politici, oltre al solito Luberto e ai suoi compari iGreco. Si va dal capitano Lardieri, il fedelissimo di Gratteri, al generale dell’Arma in pensione Mariggiò, commissario “mascherato” di Calabria Verde, e si continua con il colonnello dei carabinieri forestali di Cosenza Gorpia e con l’immarcescibile generale Graziano, oggi di nuovo consigliere regionale, planando poi sulla classe politica: dalla Santelli ad Ennio Morrone, per finire – appunto – con la premiata ditta iGreco, Luberto&Aiello e c’è chi dice che ci sarebbe anche lui, Gratteri. Ovviamente perché “tirato per la giacca” dalla cricca che avrebbe voluto continuare a tessere la sua tela.

Più di un magistrato della Dda di Catanzaro quasi quotidianamente aveva contatti telefonici con iGreco, in particolare con la sindaca sospesa di Cariati, e compare quale intermediaria anche la moglie del famigerato Luberto. Addirittura la sindaca paramafiosa un giorno, infastidita perché Gratteri non rispondeva al telefono, chiama un altro magistrato della Dda e questi le fornisce un numero riservato non di servizio. A chi era intestato questo numero riservato? Non è dato sapere, il pm di Castrovillari Luca Primicerio non è interessato a intercettare quel numero. Eppure grazie a questo stesso decreto di intercettazione vengono disposti arresti e sequestri nei confronti di Saverio e Filomena Greco.

Qualcuno avvisa il corrottissimo Luberto di quello che ha in mano e che sta accertando la procura di Castrovillari. A Catanzaro, il braccio destro di Gratteri si sente braccato: addio cene con iGreco, con Lotti, Morra, e il Gattopardo del porto delle nebbie. Bisogna passare al contrattacco, bisogna distruggere costi quel che costi il procuratore di Castrovillari che ha in mano le intercettazioni dei colletti bianchi. L’alta magistratura “democratica” degli uffici che contano a Roma, sposa la tesi di Gratteri. Ma a questo punto sorge un ulteriore ostacolo: bisogna eliminare pure il procuratore Lupacchini perché se avoca a se il fascicolo di Facciolla sono cavoli amari per tutti. Ed effettivamente, come da copione, avviene pure il trasferimento di Lupacchini, facilitato da un’intervista che diventa il casus belli ufficiale.

Ma il vero problema sta in quelle intercettazioni, che fanno parte dei procedimenti penali relativi agli arresti dell’ingegnere Caruso, del dottore Procopio e di Antonio Spadafora. Del fascicolo processuale Alimentitalia de iGreco. Del fascicolo processuale per indagini sugli incendi boschivi delegato ai carabinieri forestale di Trebisacce e a personale della sezione della Polizia Giudiziaria Aliquota Carabinieri di Castrovillari. Questi ultimi sono i veri protagonisti di tutto questo gran casino, che ad un certo punto è diventato il classico vaso di Pandora.

Per gli appassionati del rito giuridico, si tratta di notizie già agli atti dei fascicoli processuali predetti, quasi tutti trasferiti alla Dda di Catanzaro, che sta cercando in tutti i modi di correre ai ripari.

Per gli appassionati della Santelli (c’è sempre chi ha il gusto dell’orrido, dicono che fa tendenza…), vi basti sapere che c’è un ampio repertorio dei suoi intrallazzi con il solito Luberto, soprattutto sul Tirreno per salvare Mario Russo ma anche su Cosenza per proteggere Mario Occhiuto. Ormai è storia.