Catanzaro. Il manuale di Basso Profilo: istruzioni per l’uso

A poche ore dalla sentenza di primo grado del processo “Basso Profilo”, che era stata anticipata qualche mese fa dal clamoroso maxisequestro da 4 milioni di ieri a Umberto Gigliotta detto “Mister centomila”, colletto bianco fondamentale nell’economia massomafiosa, ritorniamo a parlare della città di Catanzaro, riconosciuta come il luogo dell’incrocio economico e politico della massomafia calabrese.

Qualcuno si chiede anche oggi se il maxisequestro di fine marzo a “Mister centomila”, clamorosamente “silenziato” da quasi tutti i media (generosamente finanziati da Gigliotta) possa essere un punto di svolta della sua storia, quella che ha consacrato la città capoluogo di regione a “sistema” superando nei fatti il concetto di “modello”, quello che era stato l’alloro ed il calvario di Peppe dj Scopelliti e di Mario Occhiuto il cazzaro, un pezzo di storia dell’orrore di Reggio Calabria e Cosenza, accomunate dalla stessa sventura. Con la differenza che Peppe Dj ha scontato la pena (per quanto minima) e il cazzaro è ancora a piede libero nonostante sei (6!) processi in corso. 

Il sistema Catanzaro è ormai entrato nel lessico comune quando si vuole identificare non tanto e non solo il biglietto da visita della città, bensì raccontare oltre un ventennio di storia dove tutti, proprio tutti, hanno banchettato sul futuro di una comunità trasformata in terra di conquista e di affari più o meno privati. Al tavolo della spartizione e del crimine associato ci sono tutti non manca nessuno, così come ha solo in parte scoperto la procura di Nicola Gratteri riuscendo a disseppellire inchieste e dossier da decenni sepolti negli armadi del tribunale di Catanzaro, dove le amicizie, le complicità e le obbedienze hanno fatto fronte comune al valore della giustizia per troppo tempo piegata alle esigenze di pochi, che si consideravano inarrivabili ed intoccabili.

Difficile dire se ci potrà essere uno spartiacque capace di determinare il futuro della città di Catanzaro, dove il politically correct non viene più considerato un ostacolo nel mondo politicamente non ostile per l’azione della procura di Nicola Gratteri, che però non è riuscito a trasformare il carico di elettricità che si respira ancora oggi in città in niente di concreto per buttare giù il sistema Catanzaro, che nemmeno il rinnovo dell’Amministrazione comunale ha cambiato, visto che tutti sanno chi c’è dietro alla vittoria di Fiorita… Da Tallini a Talerico per passare da Abramo e Parente… Tutto cambia perché nulla cambi…

Le prove che sono emerse dall’attività della DDA di Nicola Gratteri sono imbarazzanti e non è la solita sabbia sparsa nel vento della città dei tre colli, è piuttosto il segno di un degrado morale consolidato negli anni, quello che si aggiunge al nuovo degrado morale programmato nella prosecuzione di una dittatura massomafiosa, che si è completamente riciclata e rimessa in pista usando le elezioni comunali come una clava, così come il faccino pulito del “nuovo” sindaco, perfettamente sovrapponibile ai dinosauri che l’hanno preceduto.

Tutto ritorna e cane non mangia cane: così la politica diventa trasversale secondo un criterio di sopravvivenza di vecchi monoliti toccati dalle inchieste giudiziarie, la cui porta d’ingresso del sistema Catanzaro è stata proprio l’operazione Basso Profilo. Nascono e resistono come funghi tossici nuove e vecchie candidature, quelle di transhipment e quelle che si dichiarano innovative, ma che insieme portano nel retrobottega le spore inquinate di un sistema che ha dimostrato fino in fondo le sue vergogne consacrate e sconsacrate, offrendo uno spaccato della società catanzarese reso sterile ed arido da un metodo votato al crimine ed alla costituzione di centri di potere, le lobby da cortile che restano la caratteristica della città della massomafia.

Basso Profilo ha disvelato tuttavia soltanto una parte del sistema Catanzaro, ha messo a nudo le complicità incrostate della città, quelle che passavano ed oltrepassavano la politica diventata nel silenzio diffuso il punto d’incontro delle locali di mafia, di imprenditori inquinati, di vescovi fuggitivi e mafiosi, di interessi diffusi che dalla città si diversificavano in altri ambiti economicamente più redditizi, quelli che generalmente oscillano fra mattone e cerotto, fede e compasso, stato ed anti-stato, fra il valore della giustizia e la pernacchia sinfonica.

Abbiamo conosciuto l’esistenza di principini, di usurai su procura della ‘ndrangheta definiti Mister centomila – appunto -, preti faccendieri, servitori infedeli dello stato con le orecchie lunghe e la bocca larga, ma anche il valore sociale dell’antennista, quello locale come riproposizione storica di altri ben più importanti nella nascita dei network nazionali sponsorizzati e finanziati dalla ‘ndrangheta di Calabria.

In questo quadro Catanzaro resta immobile e muta, schiacciata dalla sua storica indolenza mentre nelle stanze che contano, quelle di Palazzo De Nobili, il manuale di Basso Profilo viene corretto ed adattato alle nuove esigenze diffuse e convergenti negli schieramenti e negli interessi che non conoscono colore, ma solo e soltanto profitto, rispettando un calendario a tappe forzate dove il tempo è la discriminante ed al tempo stesso il pericolo incombente.

Sbaglia chi pensa che la scenografia sia cambiata perché bonificata, così come sbaglia chi credeva che l’azione della procura di Nicola Gratteri potesse continuare oltre Basso Profilo.

Nonostante i 30 anni di carcere affibbiati ai due principali imputati del processo, tutto sembra essere rimasto inalterato, forse celato con maggiore cautela, ma ormai Gratteri è definitivamente fuori gioco, anche perché il suo mandato – iniziato nel 2016 – è scaduto. Non c’è più tempo e sono rimasti ancora pesantemente intatti tanti grumi di corruzione che si autoalimentano toccando diversi settori della pubblica amministrazione, partendo dalla sanità, il nuovo e vecchio business che incrocia le complicità nelle Asp locali e la ormai avvenuta integrazione ospedaliera fra l’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio e l’AOU Mater Domini.

Il Comune di Catanzaro è la stanza di compensazione delle speculazioni e delle possibili lottizzazioni che incrociano i bisogni di singoli consiglieri comunali protetti nelle stanze di palazzo di giustizia, per come rappresenta la sopravvivenza del metodo delle “ditte amiche” che crede ancora oggi di essere passato indenne solo perché qualcuno, per alleggerire la sua posizione, ha cantato la pampina…

La speculazione immobiliare è il nuovo interesse diffuso, uno dei tanti che si moltiplicano nel palazzo del comune di Catanzaro, che ci porta a rileggere il manuale di Basso Profilo e gli illuminanti organigrammi del sacco della città. In questo percorso abbiamo scoperto l’impossibile, la sostituzione per impedimento giudiziario di realtà immobiliari che sono state cambiate attingendo al solito albero dai frutti maturi e velenosi. Abbiamo capito che pezzi di città sono ormai piegati alle colate di cemento dove ritornano in pista le ditte amiche del sistema Catanzaro come Giuseppe Brugellis, che ha sostituito l’intermediario, il famoso mister Centomila, l’imprenditore Umberto Gigliotta, con un suo ex socio, il titolare della Corradino Real Estate.

Nuovi capitoli si annunciano sul mattone che si moltiplica nel quadrante Germaneto-Catanzaro Lido, i cui risvolti toccano da vicino la politica cittadina, quella che diventa consociativa e silente, dove la presunta opposizione fa merenda con il sistema Catanzaro, dove diventa illuminante il tentativo di approvare il PSC (piano strutturale comunale), il vecchio piano regolatore dove le osservazioni devono tenere conto degli appetiti dei singoli, quelli che detengono la proprietà dei terreni da convertire in edificabili, usciranno fuori i nomi e le protezioni.

Le stesse protezioni che hanno finito di spolpare il possibile, dove ogni atto amministrativo adottato a Palazzo De Nobili ha il sapore della truffa, quella che passa dai concorsi per le assunzioni (tra le ultime c’è addirittura quella della compagna del fratelli di “Mister centomila”, tanto per non farci mancare nulla!), dalle graduatorie a scorrimento veloce e, giusto per non dimenticare, degli affari che girano sui cimiteri cittadini e sul settore dei servizi sociali, il nuovo core business cittadino.

E’ sempre tempo di conoscenza e di narrazione per restituire un percorso ad una città che ha conosciuto l’onta del disonore, quello terreno e quello divino. E Gratteri, in tutto questo, non è andato oltre il ruolo di utile comparsa, giusto per non esagerare…