Catanzaro, il gran casino di “Gettonopoli”: protagonisti, retroscena e… il Rocco Siffredi di Palazzo De Nobili

Truffa aggravata e falsità ideologica. Sono questi i reati per i quali 29 politici catanzaresi,  tra attuali ed ex consiglieri comunali, sono stati rinviati a giudizio per l’inchiesta Gettonopoli. Tra gli imputati eccellenti che saranno processati per l’inchiesta Gettonopoli spiccano i nomi del Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso e di Rosario Lostumbo, ex assessore della Giunta Abramo

Nel dettaglio, ecco tutti gli imputati: Andrea Amendola, Tommaso Brutto, Coluccio Carmelo, Enrico Consolante, Sergio Costanzo, Salvatore Larosa, Merante Giovanni, Elzbieta Musielak, Libero Notarangelo, Sabrina Scarfone, Filippo Mancuso, Agazio Praticò, Antonio Mirarchi, Fabio Celia , Antonio Angotti,  Manuela Costanzo,  Francesca Celi, Lorenzo Costa, Roberta Gallo, Francesco Gironda, Luigi Levato, Rosario Lostumbo, Rosario Mancuso, Giuseppe Pisano, Cristina Rotundo, Giulia Procopi,  Fabio Talarico e Antonio Ursino.

I consiglieri saranno processati perché hanno indebitamente intascato le seguenti somme: Roberta Gallo (372.92€), Francesco Gironda (407.18€), Cristina Rotundo (542.90€), Fabio Talarico (380.07€), Agazio Praticò (772,44€), Filippo Mancuso (462,24€), Antonio Ursino (399,56), Luigi Levato (526,88€), Francesca Carlotta Celi (430.29€), Fabio Celia (190,02€), Antonio Angotti (710.14€), Antonio Mirarchi (664.33€), Rosario Lostumbo (797.17€),Giulia Procopi (246.11€), Rosario Mancuso (585.97€), Lorenzo Costa (401.60€), Giuseppe Pisano (300€ su 1004€). Il totale dei rimborsi liquidati ammonta a € 626.749,85.  

Presenze fantasma dei consiglieri comunali a Palazzo De Nobili, verbali farlocchi attestanti riunioni delle commissioni consiliari, senza che gli amministratori vi abbiano preso parte o partecipandovi solo a intermittenza.

Ma anche assunzioni fittizie di alcuni consiglieri, alle dipendenze di amministratori di imprese complici, che avrebbero consentito alle stesse di ottenere dal Comune il rimborso per le ore sottratte al lavoro in azienda per via dei loro impegni istituzionali. Le attività lavorative degli amministratori pubblici sarebbero state solo fittizie, con un corrispondente danno per il Comune di circa 300mila euro.

Dal raffronto operato dai carabinieri della Polizia giudiziaria della Procura, tra le determine dirigenziali dei rimborsi e le retribuzioni mensili percepite da Enrico Consolante, di fatto gli stipendi sarebbero stati a carico del Comune: per l’anno 2017  a fronte di una spesa sostenuta dall’azienda per 1.971, 00 euro, l’Ente avrebbe rimborsato 1.766, 36 euro, nel 2018 , invece la spesa sostenuta dall’azienda è pari a 12.039,00 euro, mentre i rimborsi del Comune di Catanzaro, sono maggiori perché ammontano a 12.743,97 euro.

Il consigliere comunale di Fare per Catanzaro Sergio Costanzo, componente della seconda commissione, risulta essere assunto nella ditta “La Rosa Salvatore Zoomarket” a decorrere dal mese di febbraio 2015 con la qualifica di impiegato a tempo pieno indeterminato. La ditta in questione è un negozio per la vendita di animali da affezione, inclusi articoli ed alimenti, ubicato a Catanzaro. Nel momento in cui  Sergio Costanzo viene assunto, ha percepito un reddito annuo in crescendo: dagli iniziali 23.000,00mila euro sarebbe passato a 28.000,00mila euro, ricevendo un trattamento migliore rispetto agli altri suoi colleghi con pari qualifica.

Anche in questo caso dal raffronto che i carabinieri hanno operato tra le delibere e le retribuzioni mensili, gli stipendi di fatto sarebbero stati a carico del Comune, atteso che per l’anno 2016 a fronte di una spesa sostenuta dall’azienda per gli stipendi pari a 27.800,00 euro, il Comune avrebbe rimborsato 27.359,19 euro; nel 2017 la spesa per gli stipendi è di 28.005,00 euro mentre quella  relativa ai rimborsi effettuati dal Comune è di 23.425,88 euro. Infine per l’anno 2018 la situazione appare essere più paradossale se si pensa che la spesa sostenuta dall’azienda ammonta a 10.190,00 euro, mentre i rimborsi dell’Ente comunale sono maggiori ed esattamente ammontano a 14.758,04 euro. Dall’esame dei bilanci di esercizio e conti economici della società “Zoomarket di La Rosa Salvatore”, tra l’altro è emerso che il 31 dicembre 2014, quindi l’anno precedente all’assunzione di Sergio Costanzo, l’azienda ha avuto un utile di 20.655,00 euro ed una spesa per salari pari a 49.949,00 euro; l’anno successivo, un utile pari a 22.868,00 e spese per stipendi  pari a 89.822 euro; nel 2016 risulta una spesa per stipendi di 107.634,00 euro ed un utile annuo di 20.919,00 euro. In sostanza l’assunzione di Sergio Costanzo avrebbe inciso sui costi e guadagni dell’azienda.

Ma c’è di più. Nel mirino degli investigatori c’è stata un’attività di osservazione finalizzata ad accertare la presenza di Sergio Costanzo nelle tre sedi dell’azienda, un’attività che non ha dato riscontri positivi: il consigliere Sergio Costanzo non sarebbe risultato sul posto di lavoro in azienda. Ed Ancora: la Musialak e Coluccio, rispettivamente amministratori formale e di fatto della “Verdeoro” società cooperativa produttori ortofrutticoli, ha assunto il consigliere Tommaso Brutto  in qualità di direttore amministrativo, senza che lo stesso, però, avesse mai svolto alcuna prestazione all’interno dell’impresa. Un sistema, che avrebbe indotto in errore il Comune di Catanzaro, costretto a sborsare alla Verdeoro,  103.160,34 euro, a titolo di rimborso per le attività istituzionali, che da febbraio 2015 a giugno 2018 avrebbero impegnato Tommaso Brutto nelle vesti di consigliere comunale sottraendolo al lavoro in azienda, in base al meccanismo di rimborso. Stesso sistema escogitato da Antonio Amendola prima come amministratore della “A.B. Costruzioni srl” e poi della “A.B. Immobiliare srl”, il quale avrebbe assunto il consigliere comunale Andrea Amendola dal mese di ottobre 2014 al gennaio 2019.

Un’assunzione, però, solo formale, perché il consigliere non avrebbe svolto alcuna attività lavorativa all’interno di quelle imprese, traendo in inganno il Comune di Catanzaro, costretto a pagare 18.391,63 per la “A. B. costruzioni” ed euro 46.190,49 per la “A. B. Immobiliare srl”, come rimborso per il fatto che il consigliere Amendola, dovendo svolgere incarichi istituzionali, non avrebbe potuto andare a lavoro in azienda.

E poi c’è lui, il consigliere comunale ubiquo Giuseppe Pisano, che ammette di essere stato “ubiquo” in un servizio andato in onda  su La7, Giuseppe Pisano, che oltre l’inchiesta  Gettonopoli risulta  già coinvolto nell’inchiesta  CORVO  e nell’affare dei Buoni Spesa COVID.

Gli illeciti gettoni di presenza percepiti dal consigliere  imputato Giuseppe Pisano per le fittizie riunioni delle commissioni consiliari permanenti, hanno riscontri investigativi inconfutabili. Infatti  il 4 dicembre 2018 Pisano che ha percepito illecitamente 1.348,20 euro di gettoni di presenza, ha avuto un incidente stradale, la commissione era in corso ma lui aveva avuto il tempo di uscire, fare un incidente e alle  ore 10:18 essere ammesso in Pronto soccorso “C’era il vicepresidente e comunque io quel gettone non l’ho percepito”, dice Pisano all’inviato di Non è  L’Arena e poi ammette che “sì ero ubiquo” perché si trovava contemporaneamente all’ospedale e in comune.

Ma le attenzioni della Procura sono altissime soprattutto su tre consiglieri comunali di Catanzaro FABIO TALARICO, GIUSEPPE PISANO e FRANCESCO GIRONDA . In   particolare sono focalizzate perché hanno usufruito indebitamente dei Buoni spesa COVID comunali. A stupire gli investigatori è il fatto che ai già noti Pisano e Talarico si unisce a loro il “Lele Mora di Gagliano”, o meglio conosciuto come il “Rocco Siffredi” di Palazzo De Nobili alias consigliere FRANCESCO GIRONDA che ha elargito indebitamente alle sue cape elettrici, nei quartieri di Gagliano e Mater Domini, alcuni Buoni Spesa COVID.

Infatti il consigliere comunale Francesco Gironda poggia la sua campagna elettorale su una “platea rosa” che ama incontrare nei vari B&B della Città di Catanzaro, momenti a luci rosse nei quali il consigliere comunale raccoglie curriculum dalle giovanissime donne che sperano in un posto di lavoro. Ma non solo, a volte ama esercitare le sue prestazioni da vero “Rocco Siffredi nostrano” anche in alcune abitazioni site nel comune di Sellia Marina e Simeri Mare (dove ha fatto capolino finalmente anche la… polizia), dove da autentico Lele Mora Catanzarese si divaca in prestanti festini. Povera Catanzaro nostra!