Catanzaro, inchiesta Ponte Morandi: udienza sulla “talpa” della Dia

Michele Marinaro

Si torna a parlare dell’inchiesta Brooklyn nel palazzo di giustizia del capoluogo calabrese. Ieri infatti è stato discusso davanti ai giudici del Riesame il ricorso per l’ex finanziere in servizio alla Dia di Catanzaro Michele Marinaro, 53 anni di Girifalco, uno dei destinatari della misura cautelare in carcere emessa dal gip Paola Ciriaco nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro. L’avvocato Aldo Ferraro, difensore dell’indagato, ha chiesto ai giudici del Tribunale del Riesame, presieduto da Arianna Roccia, l’annullamento dell’ordinanza nei confronti dell’indagato cautelato per corruzione in atti giudiziari in concorso con l’aggravante della mafiosità e sotto inchiesta anche per rivelazione del segreto di ufficio. In seconda battuta, il legale ha invocato una misura interdittiva: la sospensione dal servizio, sarebbe sufficiente secondo il legale per ritenere soddisfatte le esigenze cautelari. Nel suo intervento l’avvocato ha affrontato punto per punto le accuse che gli vengono mosse circa i suoi rapporti con gli imprenditori Eugenio e Sebastiano Sgromo al centro dell’inchiesta.

Secondo l’accusa l’ufficiale della Dia avrebbe sviato le indagini condotte a carico dei due fratelli imprenditori. Il difensore ha sostenuto che i messaggi scambiati con gli Sgromo risalirebbero ad un periodo in cui Marinaro non sarebbe più stato in servizio alla Dia e il cui contenuto avrebbe riguardato aspetti di natura personale e non l’attività investigativa in corso.

La Dda ha invece insistito sulla conferma della misura cautelare in carcere depositando un verbale del pentito Andrea Mantella, già allegato agli atti di indagine. Secondo le ipotesi accusatorie, l’imprenditore Eugenio Sgromo, ora ai domiciliari, indagato anche per corruzione in atti giudiziari in concorso con l’ex finanziere della Dia di Catanzaro Michele Marinaro, avrebbe ottenuto da quest’ultimo la redazione di una nota di polizia giudiziaria favorevole a lui e a suo fratello Sebastiano, mentre l’ispettore delle Fiamme Gialle avrebbe ricevuto in cambio il via libera per il trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei ministri, grazie all’interessamento di un ex parlamentare cosentino (Ferdinando Aiello, ndr).

Nei giorni scorsi i giudici del Riesame hanno affrontato le posizioni degli altri indagati. Pur confermando le misure cautelari, il Riesame ha fatto cadere l’aggravante mafiosa contestata dalla Dda. Nelle prossime ore si saprà l’esito dell’udienza per Marinaro. Fonte: Gazzetta del Sud