Catanzaro, la Casta si autoassolve: Abramo come Don Raffaè

La Casta e si autoassolve

di Francesco Di Lieto 

La notizia di ieri a Catanzaro è quasi uno scioglilingua. Decade la decadenza, in un’atmosfera decadente. Assurdo, come tutta la situazione politica catanzarese che ricorda il dramma di chi aspetta Godot.
Ovvero un’opera costruita attorno all’attesa, che si sviluppa in un dialogo surreale.
Dialogo capace, tuttavia, di spingerci a sorridere nonostante la tragedia di personaggi perennemente fermi ma che continuano a ripetersi “Possiamo andare?”; “Sì, andiamo”.
Eppure restano inesorabilmente fermi. Incollati alle loro poltrone, direbbe qualcuno.
La politica catanzarese si presenta oggi come in perenne attesa di Godot, un personaggio che non entra mai in scena.

Il senso di responsabilità, quella che un tempo si chiamava “questione morale” e che ora è stata sostituita nei “finanziamenti da gestire”.
E così il sindaco, nel momento più delicato dei suoi ben 4 mandati, si alza in piedi per sancire la subalternità della politica alle aule giudiziarie.
L’aula applaude la morte della politica ed osanna il suo carnefice.

Ora opposizione nei vicoli e nelle strade.
Guai a disperdere questa capacità di mobilitare centinaia di persone per presenziare ad un consiglio comunale convocato in fretta e furia nel disperato tentativo di sottrarsi ad un moto di sdegno.
Il sindaco, come Don Raffaè, si costerna, s’indigna, s’impegna… poi getta la spugna con gran dignità.
E, gettando la spugna (e la maschera) è costretto ad ammettere che la questione morale è morta e sepolta e che l’obiettivo è gestire i “finanziamenti”. L’odore del danaro è il collante.
Il profumo dei soldi rinsalda questa maggioranza che continua a restare insensibile alla vergogna e, incredibilmente, acquista pezzi.
Infatti, come in un gigantesco mercato delle vacche, abbiamo consiglieri che rinnegano i propri elettori e sgomitano per salire sulla diligenza. Una transumanza disgustosa che si erge a sistema.

Così, mentre la nave affonda, sul ponte di comando di balla e ci si frega le mani per come saranno utilizzati i tanti “finanziamenti” snocciolati dal sindaco.
Un furbacchione Abramo, sa bene che l’odore del formaggio attira…

Dopo la grande partecipazione di ieri alla protesta e alla contestazione, credo che ormai il percorso sia tracciato. Il segnale c’è stato, ed è anche stato forte e chiaro.
Esiste ancora qualcuno che riesce ad indignarsi. E continuerà a farlo.
Questo consiglio comunale monocorde, avrà una opposizione anche nei vicoli e nelle strade.
Catanzaro non merita questo. In attesa di suggerimenti e ricordando che ci sono dei momenti in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.