Celebrazione? Oggi dovrebbe essere la giornata della vergogna nazionale

Più che la giornata della commemorazione, l’anniversario della strage di Capaci dovrebbe essere ricordata come la giornata della vergogna nazionale. Oggi, tutti, a cominciare dallo stato e chi lo rappresenta, dovremmo per 15 minuti restare in silenzio e vergognarci per aver lasciato solo un uomo che altro non voleva se non una Giustizia giusta e davvero uguale per tutti. Un uomo che non ha mai smesso di lottare a viso aperto contro il peggiore dei mali di questa nostra società: la mafia. Una lotta impari, contro un nemico potente, spesso annidato nei meandri di uno stato debole e colluso, che il dottor Falcone sapeva di dover affrontare da solo. Aveva ben capito di che pasta erano e sono fatti certi suoi colleghi. E che la sua pervicacia nella lotta alla Piovra, non avrebbe portato niente di buono, almeno per lui. Ma ha deciso di andare avanti lo stesso consapevole del pericolo, con lo stesso spirito del Partigiano che sa che per quanto pericolosa è l’azione che deve affrontare, vale la pena di tentare se da questa dipende la Libertà di tutti. A noi così ci piace ricordarlo.

Dovremmo vergognarci per aver lasciato quest’uomo da solo. Non c’è niente da commemorare oggi, se non la nostra vergogna. Dovremmo vergognarci per aver permesso a mafiosi criminali assassini di poter agire indisturbati. Dovremmo vergognarci per aver permesso ad uno stato corrotto di isolarlo e condannarlo a morte. Dovremmo vergognarci per aver permesso la morte della signora Francesca Morvillo e dei tre giovani agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Dovremmo vergognarci per i tanti depistaggi, per le imboscate, per le coltellate alle spalle che il dottor Falcone in vita e in morte ha dovuto subire. Dovremmo vergognarci nel vedere oggi a San Luca sfilare personaggi che in un modo o nell’altro appartengono a “quella politica” che ha deciso di isolare e consegnare alla mafia il dottor Falcone.  Dovremmo vergognarci di non esserci vergognati quando tutto questo accadeva.

La commemorazione di oggi è la più becera espressione di una insulsa retorica che più che ricordare il sacrificio di questi uomini e della signora Morvillo, ne offende la memoria. Tutti sanno che della loro morte è responsabile lo stato, che ieri armava la vile mano mafiosa, e oggi commemora le vittime. Vergogna!