Cetraro 2020, Cennamo vince la sfida surreale tra i due Pd grazie a Quercia (Caldiero): i “soliti accordi”

A Cetraro si sapeva da tempo che ci sarebbe stata una sfida surreale tra due pezzi del Pd. Quello ufficiale e quello di Peppino Aieta, consigliere regionale ormai di lungo corso. Alla fine ha vinto quello “ufficiale” ma non si può certo dire che a Cetraro cambierà la musica, visti i “suonatori” che hanno vinto. Ma procediamo con ordine.

C’era una certa attesa per verificare cosa avrebbe fatto il “numero uno” della politica cetrarese ovvero Aieta, riconfermato a furor di popolo consigliere regionale nelle file dei Democratici Progressisti e sempre con un rapporto molto ambiguo con quello che dovrebbe essere il suo polo di riferimento ovvero il Pd. Eh sì, perché il buon Peppino continua a dichiararsi “socialista” e sull’equivoco ci marcia che è una bellezza. E così accade che mentre alla Regione è entrato sostanzialmente in quota Pd, al Comune di Cetraro invece voleva rivincere in quota Psi e naturalmente contro il Pd pilotando nuovamente alla vittoria l’uscente Angelo Aita

Aieta voleva far rivincere il Psi e non si è limitato ad una presenza dietro le quinte, com’era già chiaro dalle prime sommarie informazioni di RadioGarofano. Si è candidato addirittura nella lista nella qualità di “aspirante” consigliere cercando di essere il primo eletto per favorire così la seconda vittoria di Angelo Aita, che notoriamente è un altro suo “delfino”. Insomma, una sorta di dinastia che a molti ormai stava facendo venire il voltastomaco. Aieta diceva di voler salvare Cetraro ma i suoi avversari dicono che voleva continuare a distruggerlo. E stavolta sono stati proprio i suoi rivali di “partito” a dargli un profondo dispiacere.

Già, e chi sono i suoi avversari? C’era un’altra sola altra lista a contendere la vittoria ad Aita-Aieta ed era proprio quella del Pd, con candidato a sindaco Ermanno Cennamo, acerrimo “nemico” di Aita-Aieta. Soprattutto perché Aieta alle penultime elezioni, essendo stato consigliere del Pd, avrebbe dovuto “portare” Cennamo, e invece ha sostenuto sempre il Psi con candidato a sindaco Aita. E la giostra è andata avanti anche questa volta. Ma Cennamo, che non è un fesso e che sognava di fare lo sgambetto ad Aieta da una vita, questa volta si è preparato con grande slancio alla competizione e ha convinto Forza Italia, persino i Morrone (Ennio e Luca) ovvero gli impresentabili per eccellenza e tutto ciò che gira negli ambienti della peggiore destra cosentina e cetrarese ad appoggiarlo per far perdere Aieta e Aita. Il duello è stato senza risparmio di colpi. Anche bassi, naturalmente.

Ci doveva essere anche una terza candidata a sindaco, la signora Concetta Grosso, che poi è entrata direttamente della lista di Aita-Aieta. Si trattava della vicenda legata ad un locale del porto, ordinaria amministrazione, che è sfociata in un’alleanza politica discutibile ma che non è stata neanche la più “scandalosa”.

Carmine Quercia

Carmine Quercia, presidente del Consiglio in quota Psi nell’ultimo anno di consiliatura, doveva correre con Aieta ma alla fine si è accordato col Pd ed è un’alleanza decisamente pesante. La famiglia Quercia-Caldiero, nota famiglia di avvocati, porta almeno 600 voti in dote allo stesso Quercia. Tra l’altro, Quercia è stato per cinque anni portaborse di Aieta (un po’ come Pino Capalbo) semplicemente per ottenere voti a suo favore alla Regione, e ha ricambiato con molti finanziamenti e progetti regionali per gli zii di Quercia, che fanno capo alla potentissima famiglia di Nando e Vito Caldiero, un “famiglione” intrallazzato nelle peggiori vicende (soprattutto nei fallimenti, clinica Tricarico e Gruppo Novelli docent…), molto temuto, non solo in loco, e molto attenzionato anche dal procuratore Pierpaolo Bruni. Come del resto Aieta…

C’è stato un margine di incertezza rispetto alla decisione finale di Quercia, che formalmente farebbe parte del Pd e dunque è stato tirato per la giacca dalla lista di Cennamo. E alla fine Quercia ha detto sì al partito. Che significa 600 voti in più. Stendiamo un velo pietoso sulle motivazioni della scelta di campo del Nostro…

Per ammortizzare i 600 voti in uscita, Aieta – oltre all’operazione Grosso – ha chiuso quella con la figlia di un noto medico Bruno Saulo, l’avvocato Benedetta. Così facendo, perdendo tutti i voti dei socialisti, l’ex vicesindaco Fabio Angilica non si è potuto candidare (altrimenti ci avrebbe fatto una brutta figura…) e il sindaco uscente avrebbe potuto parare in qualche modo il colpo dell’addio di Quercia. Non solo: ha persino accettato nella sua lista uno dei candidati che un tempo fu un suo acerrimo nemico: Galliano Iannelli. Ma non è bastato. Alla fine ha vinto Cennamo ma di rinnovamento in questa vittoria c’è ben poco e i cetraresi lo sanno. Aspettando una candidatura che sia libera dai condizionamenti di questi partiti corrotti e impresentabili da qualsiasi parte li si guardi.