Cetraro, continuano le grandi manovre: Cennamo tra due fuochi, i Caldiero temporeggiano

Come avevamo riportato con largo anticipo, la politica cetrarese arde sotto la cenere apparentemente spenta, ma viva e piena del fuoco della corruzione e del bisogno. Giuseppe Aieta è passato nel Terzo Polo di Calenda e Renzi, ed ha abbandonato – com’era già chiarissimo un mese fa – il Partito Democratico (https://www.iacchite.blog/cetraro-i-broker-di-voti-e-la-sfida-tra-aieta-e-tommaso-cesareo/).

Ovviamente don Magorno ha accolto come una star Aieta, ma tutti sanno che Peppino il bugiardo è un politico ormai finito.
L’addio di Aieta è solo uno sfregio ad Enza Bruno Bossio e a Nicola Irto che non lo hanno minimamente calcolato di striscio, e questo è tutto dire per un partito allo sbando in Calabria, tanto da candidare “al massacro” Pecoraro nel collegio Cosenza-Tirreno dove rischia concretamente di arrivare… terzo se non addirittura quarto!

Ma come anticipavamo tempo fa, l’addio di Aieta al Partito Democratico è una mossa in ottica elezioni comunali, e vi spieghiamo ancora perché.
Aieta nel Pd cetrarese era ormai bruciato, stretto nella morsa di Quercia e Cennamo, rispettivamente scagnozzi di Nicola Adamo e Mimmo Chiu Chiu, al secolo Domenico Bevacqua.
Aieta prova quindi a smarcarsi dai diktat dei dem e a tirare la volata verso una tragicomica candidatura.

A proposito di candidature. Avevamo scritto che Tommaso Cesareo, attualmente vicesindaco di Cennamo, uomo dei Cinghiali cosentini e degli affiliati di Forza Italia, vuole fare il sindaco a Cetraro. Nell’ultimo consiglio comunale ha bocciato il bilancio del suo stesso sindaco e della sua stessa maggioranza, dichiarandosi preoccupato per lo stato delle casse. Ovviamente tutti a Cetraro sanno quanto sia falso ed approfittatore Cesareo e hanno capito che i suoi timori sono solo messaggi indirizzati a quel pollo di Cennamo al quale vuole tirare la giacchetta. Il sindaco potrebbe incassare il sostegno dei socialisti affini alla banda di Peppino Aieta, che al momento attendono sornioni e nel frattempo lo stuzzicano e lo provocano, a quanto pare con successo.
In tutto questo i Caldiero stanno sullo sfondo e temporeggiano in attesa di capire dove spostare quei 500 voti che condizionano le elezioni e che possono permettere a Carminuzzo loro, gioia di zio, di continuare a pappare nella mangiatoia politica.