Cetraro, il terrore seminato sul Tirreno dalla “costola” del clan Muto

L’amicizia con il «gruppo di fuoco». Le nuove leve dei clan, coinvolte nel blitz di giovedì 1° settembre, non avrebbero esitato a vantare i rapporti con la potente cosca Muto di Cetraro. È quanto emerge anche dalle intercettazioni finite nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Luca Occhiuzzi, Attilio Brusca, Lorenzo Iorio, Piefrancesco Maccari e Fedele Cipolla. In una lite, captata dagli inquirenti, tra Occhiuzzi e la sua fidanzata. quest’ultima inveisce dicendogli: «Sei da quelli potenti… sei da quelli che tu credi potenti. Loro possono tutto, loro possono picchiare, possono ammazzare, sono forti, scannano». A supporto di queste parole, gli inquirenti incrociano altri precedenti di polizia di Occhiuzzi e ulteriori elementi che contribuiscono a descrivere il suo profilo criminale tanto da inserirlo tra i «fiancheggiatori» della cosca Muto. Secondo le indagini, coordinate dal procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, lo stesso Occhiuzzi avrebbe più volte vantato «costanti e ininterrotte» frequentazioni con appartenenti al sodalizio mafioso tra i quali rientrano anche i componenti di quello che viene definito il «gruppo di fuoco» della ’ndrina. In particolare, è emerso uno stretto rapporto tra Occhiuzzi e Fedele Cipolla, indagato nello stesso blitz di giovedì 1° settembre.

Fedele è il figlio di Franco Cipolla detto “Tabacco”, ritenuto dagli investigatori uno dei maggiori rappresentanti della consorteria mafiosa. Infatti, l’inchiesta “Frontiera” descrive le nuove leve del clan tra le quali ci sono, appunto, Luca Occhiuzzi e Fedele Cipolla, molto vicini alla cosca un tempo guidata dallo storico boss Franco Muto. Alcuni di loro appartenevano al “gruppo di fuoco” della potente ‘ndrina del Tirreno cosentino specializzato nelle rapine, traffico di droga, estorsioni. Al di là degli sviluppi processuali, ci sono anche le rivelazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Montemurro. E’ anche dalle parole del pentito che si comprende chiaramente come gli arrestati dell’ultimo blitz rappresentano una “costola del clan£.

Già da precedenti indagini dei carabinieri era emerso che in un centro scommesse di Cetraro si radunavano abitualmente importanti esponenti del clan Muto e anche i rappresentanti dell’associazione “ancillare” finalizzata al traffico di droga quali: Guido Maccari; Franco e Fedele Cipolla; Giuseppe Scornaienchi; Alfredo Palermo; Alessandro De Pasquale; Giuseppe Candente; Agostino Iacovo, Luca Occhiuzzi e Alessio Vattimo. Anche l’ospedale di Cetraro viene considerato dagli inquirenti come un luogo spesso usato come ritrovo a volte finalizzato allo scambio di droga o denaro. Tali elementi hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni rese dal pentito Montemurro in una udienza del 2018 in cui parlò della costola della cosca Muto “addetta a droga e rapine”.