Chi ha tradito Orlandino Greco (e Sandro Principe)?

Ci sono giornalisti (?!?) che si credono (o almeno si credevano) onnipotenti almeno quanto i politici ai quali leccano il culo e dei quali sono diretta emanazione. Ci sono decine di esempi in campo nazionale e decine di esempi in campo locale, qui in Calabria.

La Giustizia farlocca che ci ritroviamo consente a questa gentaglia di pubblicare verbali secretati e di usare i media come clave al servizio di politici corrotti, che ne approfittano per mandare messaggi ai loro colleghi che “marcano male” ed ai magistrati, ai quali vengono sottratte le carte sotto il muso dai soliti agenti dei servizi “mascherati” da avvocati penalisti e inseriti nella massoneria deviata (che per fortuna abbiamo ancora massoni seri che ci credono davvero).

L’ampio preambolo serve per ritornare sulla storia giudiziaria che ha visto protagonisti due politici cosentini avversati dall’asse Minniti-Cinghiale e dal loro media di riferimento.

Riteniamo opportuno pubblicare, anche se a distanza di anni, la lettera che Orlandino Greco aveva mandato a questo giornalista lamentandosi a giusta ragione di vedere pubblicati verbali secretati. “Ciò che maggiormente preoccupa, indigna e desta allarme sociale in un Paese civile e fondato sul diritto – scriveva Orlandino Greco –, è che il contenuto di interi verbali di interrogatori di cosiddetti pentiti (sempre delinquenti sono) possa vedere la luce sulla stampa, prima ancora che nelle adeguate sedi giudiziarie.

In uno Stato degno di essere definito “di diritto”, la più totale assenza di garanzia é da considerarsi fatto grave ed assai sconcertante, così come il velato tentativo di voler imprimere, pubblicamente e con incomprensibili forzature mediatiche, un minimo di verità a fatti e circostanze di contro inventate e senza plausibili riscontri nella realtà dei fatti.

Ci troviamo di fronte, dunque, ad un preoccupante vuoto, prima di tutto deontologico e morale, che induce verso una serena e saggia riflessione, che non può a ogni modo prescindere da quel buon senso e da quella correttezza etica che mai, nei rapporti umani e nella società, dovrebbero venire meno.

Resta da capire quali siano le ragioni di pubblico interesse che hanno spinto il giornalista a dare inopinato rilievo a fatti e circostanze che meritano (nell’ipotesi più benevola) un doveroso approfondimento, per non sviare l’opinione pubblica verso accadimenti del tutto fantasiosi o inattendibili che potrebbero destare un ingiustificato allarme con disdicevoli ricadute.

Resta da capire inoltre – concludeva Greco – se vi siano in tutto questo dissimulate ragioni aventi alternativamente o congiuntamente una doppia valenza: quella di screditare in vario modo l’opera degli organi inquirenti e di montare un caso atto a delegittimare la politica”.

Orlandino Greco, dunque, adombrava tutti i dubbi sulle fonti del giornalista e faceva emergere con tutta chiarezza l’ipotesi che ci fosse un mandante politico in combutta con qualcuno che, a parole, dice di difendere i politici indagati ma che in realtà li tradisce e se li vende come e quando vuole.

Principe00000000Per uscire dalla metafora, tutti sanno che quella squallida figura del Cinghiale ha provato per anni a fare arrestare Sandro Principe in un primo momento senza riuscirci. E tutti sanno che il Cinghiale, dopo aver blandito Orlandino Greco, gli ha giurato e spergiurato che gliel’avrebbe fatta pagare.

Ora, il media sul quale sono usciti i verbali era notoriamente vicino (per usare un eufemismo) all’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, il quale foraggiava, incoraggiava e controllava dall’alto tutto quello che faceva questo giornale. Poi, la legge del tempo ha sancito l’allontanamento di Minniti dal ministero e persino dalla politica “attiva” e la scomparsa – intesa come morte – del giornalista di riferimento. Tuttavia, alla luce dell’assoluzione in primo grado di Sandro Principe e dell’ultima testimonianza molto pesante del pentito Foggetti nei confronti di Orlandino, qualcosa di più bisogna dirla. Per forza…

Per chiudere il cerchio, Orlandino Greco e Sandro Principe hanno una cosa in comune: uno degli avvocati che, sempre a parole, li difende per poi venderseli al migliore offerente.

polliE se proprio non ci volete credere, guardate questo titolo, sempre dello stesso media che rispondeva agli ordini di Minniti ma anche del Cinghiale…. Non ancora contento di aver pubblicato i verbali secretati ad agosto 2015, il giornale, appena sei mesi dopo, faceva sapere da parte dei suoi squallidi ex “padroni” (Minniti e il Cinghiale) che la DDA era pronta per arrestare Principe e Greco. Anche se non ci sono scritti i loro nomi, tutti ma proprio tutti avevano capito che erano loro.

La “missione Principe” era stata poi conclusa con l’arresto effettivamente avvenuto poche settimane dopo, il 23 maggio del 2016 mentre la “missione Greco” no. A Orlandino era stata risparmiata l’onta dell’arresto. 

A noi non interessa perché non è stata conclusa. Tuttavia, Orlandino, per non saper né leggere e né scrivere, aveva capito bene chi l’aveva tradito politicamente ma soprattutto chi l’aveva tradito sotto il profilo umano. E ha saputo anche come comportarsi col soggetto di cui parliamo. E tanto ci basta, almeno per ora… Perché il soggetto di cui sopra, che ha la faccia come quella parte del corpo dove non batte mai il sole, adesso “riesce” anche ad abbracciarli una volta che vengono assolti. Della serie: tutto e il contrario di tutto o se preferite “mmucca liù”.Â