Chi sono i Savastano, famiglia di potere e crimine, ma così simile alle altre

Questa volta ho scelto un’immagine che non proviene dal mondo reale ma dalla cosiddetta fiction. È l’immagine di una famiglia particolare, quella dei Savastano, protagonisti della serie tv che ho ideato: Gomorra. Con i Savastano ho voluto mettere sotto osservazione il modello stesso di famiglia

di Roberto Saviano – corriere.it

Quando ho pensato di creare la serie Gomorra, la mia sfida principale non era centrata sul realizzare al meglio il racconto delle dinamiche criminali ma sul riuscire a raccontare la famiglia. I Savastano non sono una famiglia di camorra, sono innanzitutto una famiglia imprenditoriale. La sottotraccia di tutta la serie — che gran parte del pubblico avrà forse ignorato — è che non si tratta di raccontare il potere criminale ma il “potere”, non il conflitto tra camorristi ma quello tra gruppi che vogliono gestire un territorio, ricavarne profitto, comandarlo con il consenso e con l’intimidazione. Queste pratiche non sono prerogative del crimine ma del nostro presente universale. Il crimine ti concede sempre un enorme privilegio: vedere come funziona il capitalismo senza infingimenti o rappresentazioni legali. Puoi osservarlo nudo nella sua cruda vocazione: o profitto o morte.

IL MODELLO DI UNA QUALSIASI FAMIGLIA D’AFFARI. ORDINARE OMICIDI O TRAFFICARE IN COCAINA SONO DETTAGLI

Competere significa sconfiggere, annientare l’altro; fidarsi significa esser deboli; far strategia confidare solo su chi paghi bene. Ecco, la famiglia Savastano è il modello di una qualsiasi famiglia d’affari. Ordinare omicidi o trafficare in cocaina sono dettagli: le regole che perseguono, la selezione delle alleanze, le strategie e la scelta degli eredi è la medesima. Pensare che le mafie siano un’eccezione crudele nata nella marginalità, oltre ad esser riduttivo e falso, è un’occasione scientifica persa. Con i Savastano però non intendevo mostrare solo la sovrapposizione tra famiglie mafiose e famiglie imprenditrici, volevo mettere sotto osservazione il modello stesso di famiglia. Volevo che tutti sentissero, specchiandosi nei Savastano, la dinamica patogena insita in qualsiasi famiglia moderna.

FAMIGLIE. QUELLE MAFIOSE HANNO LE REGOLE PER VINCERE NEL MONDO DI OGGI. QUELLE VIRTUOSE NE SONO CELLULE

Qualcuno obietterà che, pur vivendo in una famiglia, non per questo dà ordini come donna Imma, “educa” un figlio come Genny o organizza traffici e omicidi come don Pietro. E soprattutto non arreda la casa con quel gusto neobarocco pacchiano… Entrate però nel labirinto semantico ed esaltante della metafora e osserverete una dinamica chiara e universalmente condivisa dalle famiglie: tutti i consigli dispensati in molte di esse (specie in quelle democratiche) – rispetta l’altro, gioca per partecipare, non alzare la voce, rispetta le regole, non barare, conta sull’interiorità e non sull’aspetto, rispetta al di là dell’estrazione sociale, insomma tutto l’armamentario per edificare donne e uomini in grado di vivere in un mondo civile con capacità empatica – miseramente cade quando devi vincere nell’arena violentissima del mondo reale. Tutti i valori in cui, come un piccolo Achille, vieni immerso da genitori solidali e liberali cadono a causa del tallone vulnerabile dell’affermazione di sé nel mondo moderno.

Ecco: le famiglie mafiose conoscono tutte le regole per vincere in questo mondo, le applicano in un contesto spietato e armato (in altre condizioni e luoghi avrebbero usato altri mezzi ) e quindi agiscono direttamente mostrando le strutture portanti del proprio essere: i legami come ricatto, il sangue come garanzia, la famiglia come rifugio e base per fottere e non essere fottuti. Ragionare sulla famiglia significa ragionare su ciò che riproduce questo mondo; voler mutare questo mondo significa smetterla di concepire la famiglia come qualcosa che puoi difendere o codificare secondo propri principi, sottraendola alle dinamiche in cui siamo immersi. Qualsiasi famiglia che si creerà sarà sempre una cellula riprodotta da questo mondo e che questo mondo riprodurrà. Serge Latouche dice che le nostre generazioni sono fortunate: «Abbiamo l’incredibile privilegio di assistere in diretta al crollo della nostra civiltà». Ecco, in questo crollo ovviamente c’è il crollo della famiglia.

Iniziare a ragionare senza dare per scontato l’inevitabilità delle famiglie è un buon modo per inaugurare la sana pratica dell’immaginazione di nuove forme d’amore e di educazione, di nuovi codici sentimentali. Nuovi mondi potranno nascere dalla comprensione che la famiglia, come concepita sino ad ora, è fallita. I Savastano ci mostrano in filigrana tutte le contraddizioni della famiglia nel capitalismo contemporaneo. Sta a noi capire se salvare qualcosa dell’alleanza che ancora sopravvive tra gli esseri umani o rassegnarci alla sconfitta, ricordando il monito di Guy Debord: «Il mio ottimismo si fonda sulla certezza che questa civiltà crollerà. Il mio pessimismo su tutto ciò che essa farà per trascinarci nella sua caduta».