Ciao Partigià, fratello e compagno nostro

Un anno fa, a causa di un tragico incidente a Portapiana, ci lasciava Tonino ‘U partigiano. Uno di noi. Di seguito, i ricordi di Prendocasa Cosenza e di Stefano Catanzariti, scritti proprio un anno fa, nell’immediatezza della tragedia. 

CIAO PARTIGIÀ, FRATELLO E COMPAGNO NOSTRO

di PRENDOCASA COSENZA

In queste ore, insieme a lui, avremmo dovuto percorrere lo stivale, come tante volte è accaduto in questi anni, in direzione Roma, per partecipare al corteo nazionale per il diritto all’abitare.

Invece siamo qui, impegnati nell’impossibile compito di trovare le parole giuste per omaggiare un compagno e un fratello. Ogni aggettivo speso sarà riduttivo. Tanto è l’affetto nei suoi confronti, tanto è il dolore di queste ore.

Con Tonino negli ultimi dieci anni abbiamo vissuto fianco a fianco. Abbiamo condiviso il sonno e mille battaglie. “Uniti nella gioia e nel dolore”, come cantano i fratelli di Cosenza vecchia, il quartiere nel quale è nato e cresciuto.

Una presenza discreta quanto costante e fondamentale. Nei momenti più duri e difficili non c’è stato mai bisogno di voltare le spalle per cercarlo, lui era lì. In prima linea. Sempre.

Si era avvicinato in punta di piedi alla lotta per il diritto all’abitare. Occupazione dopo occupazione, corteo dopo corteo ne è diventato, in breve tempo, una colonna portante. Presenza irrinunciabile.

Per lui che aveva vissuto sulla propria pelle, in strada, una delle stagioni più difficili della nostra città, l’esperienza di Prendocasa rappresentava il riscatto. Ne era fiero.

L’amore che nutriva verso i compagni e le compagne era immenso, è immenso. Da oggi Cosenza è più povera e noi tutti più soli. A queste righe ne seguiranno altre, glielo dobbiamo.

GRAZIE PARTIGIÀ, ci hai insegnato tanto.

Per sempre con noi, fratello nostro.

di Stefano Catanzariti

Non ho realizzato, non mi capacito e nemmeno ci credo ancora.
Oggi saresti stato a Roma a rappresentare la nostra città per il diritto all’abitare. Ieri mi hai detto – andiamo a Roma Ca’ Ferdinando u sa Ca’ mi ci piacia assai- , e mi hai ricordato che c’eri sempre, ca ni volia veramente bene ed eravamu u core tua, come ci ripetevi spesso.
Avresti dato la tua vita per noi, il tuo senso di appartenenza, la tua dignità ed il tuo orgoglio hanno fatto sempre da scudo ad ogni attacco o insinuazione.

Ti sei sempre messo a nudo con chi ritenevi fratelli, e le tue parole ci hanno fatto comprendere cosa vuol dire essere un collettivo, difendere un identità,essere una grande famiglia, lottare per un diritto, avere dignità, superare i preconcetti, vedere una motivazione profonda dietro ogni persona ed ogni fatto, comprendere e dialogare.

Ti sfottevamo per la tua diplomazia chiamandoti il risolutore. E conoscevi bene l’ironia del tuo quartiere, quell’ironia che tante volte spezzava la tua malinconia. E rimbombano ancora in testa le canzoncine che ti cantava Roberto, i bella ciao, il fiore del partigiano, tonino lumino, il panorama, l’affacciata etc.

Abbiamo lottato tanto insieme. Ci hai insegnato che si può cambiare strada, ma che con il cuore d’oro tu c’eri nato.
Insieme abbiamo aperto le porte che poi sarebbero diventate casa per tanti. Insieme, spalla a spalla abbiamo respinto fascisti e intolleranti. Insieme abbiamo rivendicato i diritti non concessi in questa città.

I tuoi racconti e i tuoi consigli sono stati una scuola per noi, degli insegnamenti chiari e preziosi.
Uomo gentile, rispettoso, generoso, buono come il pane.

Non ci sono parole per descriverti, non basterebbe un giorno per raccontarti.

Ancora non ci credo, ti voglio bene zio tonì.