La loggia di Cosenza. Clan Gentile e Occhiuto: la pax (mafiosa) dopo la tempesta

Quando si tratta di spartizione del bottino, per i tanti ladroni di stato, non c’è lite o inimicizia che tenga. Se allearsi con il peggior rivale serve a garantire la continuazione del saccheggio delle casse pubbliche, non c’è problema, fosse anche Belzebù. È questa la regola numero uno dei tanti sciacalli politici che da oltre trent’anni banchettano a sbafo con i denari pubblici destinati ai servizi ai cittadini. Nel nome e per amore dei propri loschi interessi, nel periodo elettorale, vecchie e nuove rivalità vengono messe da parte pur di conquistare il potere politico, che in Calabria significa tanto denaro per se stessi e per gli amici degli amici.

Gli esperti di questo squallido metodo sono senz’altro quelli del centrodestra che, nonostante le divergenze, riescono sempre a raggiungere l’unità ogniqualvolta i cittadini sono chiamati alle urne. E poco importa se fino a qualche giorno prima se ne sono dette e fatte di tutti i colori tra di loro, ma si sa, il denaro, per questi fetenti, viene prima di tutto.

Ma facciamo un esempio concreto di alleanze fittizie messe in piedi solo per meglio derubare i cittadini: la candidatura di Roberto Occhiuto ha imposto a Pino Gentile di rivedere le sue cattive considerazioni sullo stesso, pur di partecipare e vincere le elezioni regionali che hanno portato questa volta sugli scranni del consiglio regionale addirittura la figlia Katya, in maniera tale da rendere il papà libero di poter riprendere il suo “lavoro” di traffichino.

L’acredine tra gli Occhiuto e la famiglia Gentile, ha origine dopo la cacciata dal Comune di Cosenza proprio di Katya Gentile, assessore e vicesindaco durante la prima consiliatura di Mario Occhiuto. Fu Mario Occhiuto a defenestrare Katya, che pretendeva di voler nominare un suo uomo di fiducia come dirigente dei lavori pubblici, dopo quasi 3 anni di totale “dominio” dell’architetto Cucunato, uomo di fiducia di Occhiuto e detto anche firmatutto. I patti preelettorali tra compà Pinuzzu e Mario Occhiuto erano chiari: metà mandato ciascuno alla guida dell’ufficio più importante del Comune. Il luogo perfetto dove fare denaro a sbafo con finte determine di somma urgenza e cottimi fiduciari. Una montagna di denaro finito nelle tasche dei creditori di Mario e degli amici degli amici. Un patto che Mario non ha rispettato. Erano talmente troppi i suoi debiti che quasi tre anni di determine farlocche non erano bastati ad accontentare tutti i suoi creditori. Aveva bisogno di continuare a truffare lo stato e i cittadini, e per questo si rifiutò di cedere il posto all’uomo di fiducia di compà Pinuzzu. Da quel momento in poi gli attriti tra i due iniziarono a fare scintille, e dovette intervenire Madame Fifì per sedare gli animi, proponendo l’ingegnere Pecoraro, come soggetto super partes, in grado di garantire la continuazione dei loschi affari ad entrambe le famiglie.

Da quel momento in poi Katya non ha risparmiato critiche agli Occhiuto. Sono centinaia i post e i comunicati stampa di Katya (https://www.iacchite.blog/cosenza-basta-ai-deliri-onnipotenza-occhiuto-katya-gentile/) che descrivono Mario Occhiuto come un soggetto psicologicamente instabile, un bugiardo patologico, e un ladro matricolato. Di più: Katya Gentile si recò anche in procura per denunciare gli imbrogli di Mario Occhiuto commessi principalmente sui lavori di piazza Fera. E su questo punto Mario Occhiuto disse: “noto una certa solerzia della procura ad attivarsi nei miei confronti ogni qualvolta la signora Gentile si reca in tribunale”. Mario Occhiuto accusa la famiglia Gentile di avere dalla loro qualche pm e diversi giudici corrotti che sistematicamente usavano contro di lui. Un’ accusa che la famiglia Gentile rispedì al mittente dicendo: quando si tratta di Mario Occhiuto, le carte e le inchieste “magicamente” spariscono.

Insomma una guerra senza esclusioni di colpi, e con accuse gravi da entrambe le parti. Katya non si fermò solo a Mario, raccontò anche che l’attività del fratello Roberto, durante i 10 anni trascorsi da parassita in Regione, era gestita dal suo segretario che tutti chiamavano mister 20%, per via del fatto che Roberto portava a buon fine le pratiche di finanziamento degli amici degli amici in cambio di un 20% sul totale dell’importo ricevuto. Una banda di ladri assetati di denaro, così descriveva la famiglia Occhiuto Katya Gentile. E così due anni fa Katya dei Cinghiali è stata eletta dentro la lista di Forza Italia sancendo definitivamente la “pax mafiosa”. Incredibile ma vero!

Con l’arrivo delle elezioni regionali e la possibilità di ritornare a rubare ai cittadini, tutto questo è stato dimenticato. Per amore del denaro, tutto questo odio è stato superato e gli schizzi di fango che si tiravano addosso l’un l’altro, spariti. Katya, di colpo, non pensa più niente di male di Mario e Roberto Occhiuto e si mette addirittura nella lista principale che sostiene Robertino. Sono di nuovo amici per la pelle e in campagna elettorale ha decantato le lodi della famiglia Occhiuto! È così che funziona, non provano neanche un minimo di vergogna perché sanno bene che tanto i calabresi, ci cascano sempre.