Concerti di Capodanno, Nucci a Parisi (il servo): “Evviva gli uomini liberi!”

Parisi e il cazzaro

C’è una categoria di persone a Cosenza che non cambierà mai e che costituisce lo zoccolo duro dei sostenitori di Occhiuto: i servi o, se preferite, gli zerbini.

Tra questi un posto di rilievo lo occupa il Maestro Lorenzo Parisi, un oscuro musicista elevato al rango di direttore artistico del Teatro Rendano perché è da sempre “fedele” (come un cane?) al sindaco cazzaro.

Pochi giorni fa questo lecchino di Parisi ha organizzato un pessimo concerto di Capodanno che è costato ai cosentini 33mila euro (!!!) ottenendo addirittura il Teatro Rendano, che invece è stato negato ad un’associazione della quale fa parte anche l’ex consigliere comunale Sergio Nucci, che ha organizzato con successo lo stesso concerto per diversi anni a costo zero per i cosentini. Da qui è nata una polemica tra Nucci e lo zerbino.

Concerti di Capodanno: Nucci batte Occhiuto 33mila (euro) a zero

Ecco la lettera di Nucci a questo pessimo soggetto.

Egregio direttore Parisi, apprendo da alcuni frequentatori della piazza virtuale di essere stato oggetto di un suo scritto sulla sua bacheca. La cosa mi meraviglia ma non mi turba, sono abituato a rispondere a chi per ruolo e per riconoscenza è tenuto a difendere il proprio datore di lavoro. Tuttavia, alcune piccole e opportune precisazioni credo le vadano rivolte, non fosse altro per confutare il suo dire che, forse, avrebbe dovuto indirizzare ad altri. Vede Parisi, Lei mi attribuisce arbitrariamente un po’ troppi pensieri. E’ nel suo diritto, come è nel mio quello di respingerli.
Nessuno si è mai permesso di considerarsi l’inventore del concerto di Capodanno, figuriamoci io. Al massimo posso ritenermi depositario del brand “Concerto di Capodanno nel Centro Storico” che, volente o nolente, non potrà mai essere utilizzato da ella o da altri, ma questo per questioni di diritto. Sorrido, però, leggendo che lei mi attribuisce questo pensiero. Ne faccio di pensieri, anche di più prosaici, ma non questo. Né tantomeno può farmi dire che un teatro di tradizione debba fare un passo indietro rispetto ad una richiesta come quella di un’associazione come Salotto12 che, seppur legittima, può tranquillamente essere messa da parte o relegata dove più aggrada.
La smentisco anche sulla presunta aggravante secondo la quale avrei scritto o dichiarato che il teatro di tradizione non debba onorare la sua mission.

Certo, mi pare singolare che per un evento come il suo concerto del primo gennaio, così scarsamente pubblicizzato e predisposto in fretta e furia, si sia impegnata una somma tanto ingente: un capodanno con migliaia di persone in piazza costa circa 90mila euro, mentre per uno in teatro – con al massimo 800 spettatori – si spendono 33mila euro (oneri esclusi)?

Che poi l’ingresso fosse libero non mi pare un titolo di vanto per un’amministrazione pubblica che opera con i soldi dei contribuenti; forse potrebbe esserlo per un’associazione privata come la nostra, che retribuisce artisti e maestranze eppure offre il concerto gratuitamente da ben 18 anni. Circa la bontà, poi, dei nomi presenti al suo evento nulla da eccepire, ci mancherebbe. Anzi, complimenti! La prossima volta, però, ne faccia godere davvero la collettività e non i pochi fortunati richiamati al teatro Rendano.

Parisi, lei richiama anche la possibilità per un evento come quello da noi organizzato di usufruire di uno degli altri due teatri comunali. Magari, direttore, magari! Nessuna discriminazione, almeno da parte nostra. Anzi, saremmo stati ben lieti di accogliere al teatro Morelli o all’Italia-Tieri le centinaia di persone che ci hanno onorato con la loro presenza il primo dell’anno. Ma per farlo qualcuno avrebbe dovuto prospettarci tale possibilità.

Mi lasci raccontare una storia, anche se forse la conosce già: abbiamo chiesto come associazione Salotto12 il Rendano il 2 di gennaio del 2016 e mai, dico mai, da allora il Comune si è degnato di inviarci una – anche laconica – risposta. Nulla di nulla, se non qualche sms o whatsapp con l’assessore Succurro che gelosamente conservo, né il benché minimo accenno alla possibilità di ottenere l’Italia o il Morelli.

E dire che di tempo ne è passato! Come mai, direttore, se ne ricorda solo ora? La contemporaneità avrebbe potuto offuscare il suo concerto? Come mai neanche un cenno a questa possibilità, pur di non perdere un evento che, volenti o nolenti, da 18 anni si tiene nel nostro centro storico? Direttore, salutare è cortesia, rispondere è educazione. Quella, cioè, che il Comune purtroppo non ha usato nei nostri riguardi.

Quanto alle critiche sulle spese in cultura, le rispedisco al mittente come le altre. Posso trovare alquanto singolare far organizzare a terzi le stagioni teatrali “donando” loro il Rendano pur di far apparire quello che non è, ma questo ci porterebbe lontano ed io credo davvero di essermi già dilungato fin troppo.

Chiudo anche io inneggiando: Evviva gli uomini liberi! Evviva la Befana!!!

Sergio Nucci