Corigliano-Rossano, la saga dei Graziano Strafalaria: padroni della sanità e trasformisti sfacciati

La notizia, com’era ampiamente previsto, era arrivata a fine maggio e chiariva già allora il concetto della “qualità” dei manager nominati dal presidente-parassita. Occhiuto ha nominato direttore generale dell’Asp di Cosenza Antonello Graziano (che fino a quel momento era a capo dell’Azienda con la qualifica di commissario) dopo un concorso-farsa abilmente pilotato e nel quale era addirittura quarto in graduatoria e senza neanche i requisiti per essere nominato. Ma gli affari sono affari e quindi Robertino va avanti come un treno nella direzione sapientemente (per i suoi porci comodi, s’intende) indicata dal boss della sanità privata Carmine Potestio, che alla guida dell’Asp ha voluto a tutti i costi Antonio “Antonello” Graziano. Quanto a coloro i quali potrebbero produrre ricorso per la posizione in graduatoria, ci dicono che chi doveva intervenire è intervenuto. Intelligenti pauca.

La saga della dinastia dei Graziano è una delle tante barzellette rossanesi, “esportata” ovviamente grazie alla fusione anche a Corigliano.

Li chiamano “Strafalaria”, che come si potrà intuire è un soprannome che è tutto un programma: un po’ spacconi un po’ puzza sotto al naso, un mix fenomenale. Cambiano bandiera con la facilità con la quale si cambiano i vestiti, sono sempre pronti ad accordi di potere e soprattutto gestiscono un pacchetto di voti grazie alle loro entrature nella sanità, che spostano a seconda delle competizioni elettorali dalla destra alla sinistra passando per il centro, ché ormai – come sapete tutti – è la stessa cosa.

Dopo aver sostenuto il “trombato” Rapani alle elezioni del 2016, i Graziano sono stati al fianco del loro omonimo generale nel 2019 ma non ce l’hanno fatta, visto che ha vinto Stasi ma hanno ripreso pazientemente a tessere la loro tela e oggi, con la nomina di Antonello Graziano a commissario dell’Asp di Cosenza vedono “premiati” i loro traffici e intrallazzi.

Antonello Graziano è stato assessore provinciale con Oliverio ma ben pochi se lo ricordano perché nessuno l’ha mai visto realizzare qualcosa di concreto. Che mestiere fa? Beh, come la stragrande maggioranza dei Graziano, lavora all’Asp: il 15 gennaio 2019 è stato addirittura nominato da Palla Palla commissario all’Asp di Crotone prima che arrivasse il Governo e prendesse tutti a calci nel sedere. Ma Antonello è stato anche capodistretto e nella commissione per le invalidità civili. Postazione privilegiata per qualsiasi politico e oggi, come accennato, corona la sua “carriera” grazie al capo dei parassiti sociali della Calabria: Robertino Occhiuto.

I Graziano sono tanti e tutti intrallazzati: oltre ad Antonello, nel settore della sanità sguazzano anche Mario e Fabio. Mario Graziano è l’indiscusso mago del cartellino timbrato farloccamente per farsi i comodi suoi. Qualche anno fa l’ha beccato persino la Finanza… Così come l’altro fratello, Fabio, che eseguiva alla perfezione il trucchetto del cartellino di famiglia e insieme a lui, figuratevi un po’, c’era anche la moglie, Patrizia Pisano… Se aggiungiamo anche Marco Graziano (un altro ancora!!!), che era stato candidato con Rapani ma non è stato eletto e dev’essere a caccia di qualche altro posto al sole, siamo davvero messi bene, ma – che voi ci vogliate credere o meno – ne manca ancora uno.

E’ Natale, che passa per quello più “acculturato” (si fa per dire): è stato candidato per il PD al Senato (2013) e alle Regionali precedenti (2010) era nella lista Autonomia e diritti per Agazio Loiero, dove ha conosciuto il suo alleato di oggi ovvero il generale. Non manca anche un’esperienza da assessore con la giunta Filareto.

E’ stato candidato anche alla carica di sindaco e prima di mettersi d’accordo con Rapani nel 2016 aveva già tentato l’intesa con il generale Graziano, che poi ha sostenuto Mascaro. Un accordo rinviato solo di qualche anno, visto che poi sono stati “trombati” insieme.

Identico principio per il quale si è “affiliato” ad Orlandino Greco, che conosciamo bene, pessimo esponente della politica corrotta calabrese, esperto in voto di scambio e intrallazzi vari. Dalla sua piccola Castrolibero al consiglio regionale fino alle disavventure con Gratteri che l’hanno – finalmente! – azzoppato.

Insomma, un lungo elenco di piroette da destra a sinistra da far impallidire persino Mancini junior, che pure è uno dei massimi esperti di “porte girevoli” e finanche Marcello Manna alias il quaquaraquà e Mimmo Talarico, otto partiti in otto anni, campioni del trasformismo a Rende.. Questo è il panorama politico che ci passa il convento. Da Cosenza a Rende a Corigliano-Rossano sempre le stesse logiche, sempre lo stesso malaffare.