Corigliano-Rossano. Zuccatelli e il clamoroso via libera all’ospedale “misto” di pazienti Covid e no Covid

“Ho la sensazione che domani mattina (stamattina per chi legge, ndr), dopo tutto quello che sta emergendo dalla vostra inchiesta, anche Zuccatelli si dimetterà…“. Così Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera, sintetizza la puntata di ieri di Titolo V, la trasmissione di Rai3, che dopo aver smascherato la totale inadeguatezza del generale dei carabinieri in pensione Saverio Cotticelli, ha messo a nudo tutti i sotterfugi e le truffe del suo successore Giuseppe Zuccatelli. Il boiardo romagnolo, amico per la pelle di Pierluigi Bersani, ne sta combinando di tutti i colori pur di stare a galla e “garantire” l’impunità ad autentici pezzi di malacarne che gli hanno evidentemente imposto di parargli il culo. Nella prima parte abbiamo dato conto di come il giornalista Walter Molino ha scoperto le prove dell’inciucio tra Zuccatelli e Belcastro per nascondere il “buco” della Fondazione Campanella (http://www.iacchite.blog/calabria-fondazione-campanella-zuccatelli-complice-di-belcastro-per-il-buco-da-100-milioni-e-maria-denuncia-il-generale/).

Adesso passiamo alla seconda parte, che non è certo meno grave e smaschera l’incredibile via libera di Zuccatelli a un ospedale “misto” di pazienti Covid e no Covid in quel di Corigliano-Rossano. Ma anche in questo caso è bene procedere con ordine per non disorientare i lettori.

In studio viene intervistato il giornalista calabrese Giuseppe Tizian, che da anni segue le vicende della massomafia calabrese denunciandole coraggiosamente, prima su L’Espresso e adesso sul nuovo quotidiano Domani. “Da decenni la sanità calabrese è preda degli interessi, delle clientele, dei poteri criminali e della malapolitica – afferma con decisione -. I dirigenti che vengono piazzati in Calabria rispondono solo a chi li ha nominati e non certo alle esigenze dei cittadini e dietro tutto questo sistema c’è l’ombra della massoneria ovvero circoli massonici dove si incrociano più poteri…”. Gli fa eco Giovanna Vitale di Repubblica, anche lei di origine calabrese:Lo stato ormai ha dato la Calabria per perduta. La sanità è commissariata dal 2009, dicevano che avrebbero estinto il debito in due anni e invece non solo siamo arrivati a 11 ma sono state commissariate tutte le Asp e le Aziende Ospedaliere…”.

A questo punto, viene mandata in onda la seconda parte dell’inchiesta di Walter Molino. Siamo a Corigliano-Rossano, terza città più grande della Calabria dopo il referendum che ha unito le due città. E spunta una vecchia conoscenza della televisione di stato ovvero Domenico Maria Pallaria, il dirigente illegittimo e “incappucciato” più intoccabile d’Italia, già salito alla ribalta delle cronache per aver candidamente confessato di non sapere che cosa sono i ventilatori polmonari nella sua qualità di responsabile dell’emergenza Covid! Pallaria formalmente si è dimesso ma sta sempre nelle stanze dei bottoni perché – come Belcastro, altro “incappucciato” del suo stesso stampo – ha mille tentacoli in tutte le vicende nelle quali girano fondi pubblici. Walter Molino spiega ai telespettatori che Pallaria ha le mani sui più importanti progetti di edilizia sanitaria e quindi sulla realizzazione degli ospedali della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro e di Vibo Valentia. Qualcosa come 450 milioni di euro! Le telecamere lo immortalano mentre inaugura per la quarta volta (!!!) l’ospedale della Sibaritide, spiegando tragicomicamente come ci sia stata una inaugurazione per ogni stralcio dei lavori.

Il contraltare ovviamente sta nella situazione attuale dell’ospedale Spoke di Corigliano-Rossano. Viene mandato in onda il video di un paziente sospetto Covid abbandonato in una tenda con una stufetta e un barattolo per pisciare, vengono fatti vedere gli operatori del 118 che non sanno come sanificarsi ed ecco che si materializza ancora una volta la longa manus del solito Zuccatelli.

Eh sì, ancora Zuccatelli, questa volta nella sua qualità di commissario straordinario dell’Asp di Cosenza. Il giornalista Molino tira fuori un altro documento più che imbarazzante per il boiardo romagnolo amico di Pierluigi Bersani. In sostanza, è ancora lui che ha deciso di dare il colpo di grazia ad un ospedale già al collasso, facendolo diventare “misto” tra pazienti Covid e no Covid, con l’aggiunta di 6 posti letto di Terapia intensiva mai realizzati. In tutto questo, il ministro della Salute Speranza, anche lui “creatura” e cliente di Pierluigi Bersani, dichiara urbi et orbi che lui è contrario agli “ospedali misti” ma evidentemente o non è a conoscenza dei pastrocchi del suo “compagno” di partito oppure cerca clamorosamente di cancellare la vergogna di Corigliano-Rossano, che però da ieri sera è diventata una vergogna anche in tutta Italia. 

La ciliegina sulla torta, poi, è il rapporto complicato tra Zuccatelli e le mascherine. Molino avrebbe voluto chiedere lumi allo “scienziato” romagnolo sulle sue scioccanti dichiarazioni rese pubbliche dalle cosentine in lotta del collettivo Fem.In. ma si sottrae al confronto non prima tuttavia di aver mandato al giornalista un messaggio contenente un link di un articolo di Imola Oggi dove si sostiene che le mascherine fanno ammalare i pazienti asintomatici di Covid. Della serie: allora quella del video non è più una battuta ma un pensiero vero e proprio e siamo davanti ad una autentica “recidiva” che andrebbe sanzionata in un solo modo: cacciarlo via a calci nel sedere. E non è ancora finita.

2 – (continua)