Corna renziane e amanti costruttori (di Antonio Padellaro)

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Visto che in politica, più che altrove, la forma è sostanza, le consultazioni al Quirinale potrebbero rappresentare l’occasione giusta per regolarizzare il rapporto tra Giuseppe Conte e i Costruttori (o Responsabili, o Volenterosi) secondo il galateo Mastella. Quello illustrato alcuni giorni fa dal navigato sindaco di Benevento a proposito del corteggiamento dei senatori necessari a rendere meno macilenta la maggioranza giallorosa. “Conte deve capirlo, i responsabili sono come l’amante. A un certo punto devi dare loro dignità, portarli allo scoperto, riconoscerne il valore. Altrimenti ti dicono addio e sul più bello non potrai contare su di loro”. Immaginiamo la scena, ecco Bruno Tabacci capogruppo dei costruttori ansiosi di costruirsi una reputazione (farò di te una donna onesta) che con l’abito buono viene ricevuto a palazzo, sfila per gli augusti corridoi, entra ed esce dallo studio di Mattarella e nel presentarsi ai microfoni per le rituali dichiarazioni ha lo sguardo sfavillante sopra la mascherina, e gli occhi par che dicano: finalmente non più costretti a nasconderci.

Dopodiché non ci sarebbe troppo da preoccuparsi per i numeri esigui poiché la cosiddetta quarta gamba centrista, popolare, liberale, europeista non potrà che rimpinguarsi di fidanzati e fidanzate (politiche) stufi di fornicare voti in silenzio e bramosi di uscire allo scoperto. Poiché naturalmente sarà ammessa la più completa, trasgressiva e solidale fluidità di genere, come in quel film (In&Out) dove gli studenti si dichiarano tutti gay in una toccante dichiarazione di principio a sostegno del professore gay. Per restare alla turgida immagine mastelliana, bisognerà vedere poi come la prenderebbe la legittima consorte, che nel nostro caso sono tre (Pd, M5S, LeU) però tutte sufficientemente disinibite e opportuniste per accettare un ménage à quatre (e qui ci soccorre Woody Allen: Basta che funzioni). Resterebbe il ruolo di Matteo Renzi, ma se Conte andasse a dama gli calzerebbe a pennello quello di Ugo Tognazzi nel Magnifico Cornuto (marito infedele divorato dal sospetto che la moglie lo tradisca, cosa che poi avviene…).