Coronavirus, 38° giorno. La “spesa sospesa” (di Sergio Nucci)

di Sergio Nucci

Tra le tante cose belle di Napoli una mi ha sempre affascinato. Una consuetudine che si tramanda di generazione in generazione e che rende onore alla generosità e all’inventiva del popolo partenopeo.
Un segno piccolo, un fiore, ma davvero tanto efficace: il “caffè sospeso”.

Senza addentrarmi nelle motivazioni sociologiche e culturali, sulle quali più di uno potrebbe discettare molto più di me, avrei piacere di condividere questa riflessione perché credo contenga una forza incomparabile e sia una azione sempre valida per esprimere vicinanza e sostegno.
Il “caffè sospeso” è in fondo una sorta di certezza: “chi può non lascia indietro nessuno”. Pensare di questi tempi a qualcosa di analogo per testimoniare la propria solidarietà potrebbe essere una opportunità.

Penso in parole povere ad una “spesa sospesa” frutto delle donazioni dei clienti di market o piccoli esercizi al dettaglio per chi è in condizioni di indigenza.
Non è la soluzione dei problemi ma la “spesa sospesa” potrebbe essere una forma rapida e comoda per esserci, per dare anche noi una carezza.
E non servirebbe poi tanto, qualche euro e fare incontrare gente di cuore, commercianti onesti e persone che hanno necessità.

Oggi più che mai vorrei che questo messaggio venisse condiviso. Non servono like ma persone che possono e vogliono creare rete, che vogliono acquisire la disponibilità di un commerciante, diffondere tra i conoscenti l’iniziativa e soprattutto dire a chi non ce la fa che in alcuni esercizi commerciali ci sarà per loro della pasta, del latte, dell’olio, prodotti che tutti assieme avremmo contribuito ad acquistare lasciando alla cassa qualche euro.
Basterà solo la parola d’ordine “c’è una sospesa?” e dall’altra parte ricevere un sorriso ed una busta di … amore
E’ una idea o meglio uno stato d’animo. Utile? Inutile? Non so ma volevo condividerlo nella piazza virtuale.
Grazie di cuore a chi condividerà questo post.
P.S.: si accettano consigli