Coronavirus, 4° giorno: oltre 150 contagi, da oggi scuole chiuse in 6 regioni

Siamo al quarto giorno di emergenza conclamata per i casi di Coronavirus in Italia. Questo il quadro della situazione così come viene delineato da Il Fatto Quotidiano nel suo articolo di apertura. 

Scuole chiuse, così come anche le università e i musei. Cancellate tutte le manifestazioni pubbliche e gli eventi di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, tra cui anche il Carnevale a Venezia e a Ivrea, ma anche quattro partite della Serie A di calcio. Tutto il Nord Italia si ferma per provare ad arginare la diffusione del coronavirus, dopo le misure già prese dal governo e in vigore nel Lodigiano e a Vò Euganeo, attualmente le due zone ‘rosse’ focolaio dell’epidemia da cui non si può più entrare e uscire: “Ho firmato il decreto attuativo che dispone queste misure per i prossimi 14 giorni“, ha confermato il premier Giuseppe Conte.

Nella giornata di domenica il coronavirus ha fatto la terza vittima in Italia: un’anziana ricoverata all’ospedale di Crema nel reparto di oncologia. “Aveva una situazione molto compromessa“, ha spiegato in conferenza stampa l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. Che ha fornito anche i dati aggiornati sul numero dei contagiati in Lombardia, saliti a 112 casi. Significa che il numero di persone positive al coronavirus in Italia ha superato quota 150: altri 25 in Veneto, 9 in Emilia Romagna e 3 in Piemonte. A questi vanno aggiunti i due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani da settimane. A Milano un terzo caso: è un medico dell’ospedale Policlinico che da una settimana era ricoverato con una polmonite al Sacco.

Invece, come rivelano fonti del ministero della Sanità a ilfattoquotidiano.it, è risultato negativo il test sull’uomo di 78 anni di Sesto San Giovanni ricoverato da una settimana all’ospedale San Raffaele di Milano.

Conte: “Linea massima precauzione” – Il contagio si è esteso anche al Trentino, dove una famiglia lombarda in vacanza da venerdì è stata trovata positiva: le tre persone sono state trasferite in un ospedale lombardo. In giornata è stato confermato positivo anche un 17enne residente in Valtellina che studia all’istituto agrario di Codogno. “Sono rimasto sorpreso da questa esplosione di casi, che sono stati tenuti sotto controllo fino a poco tempo fa. La linea della massima precauzione ha pagato, anche se sembrerebbe di no. Dobbiamo perseguire questa linea”, ha spiegato il premier Conte.

Le misure in Lombardia – “Bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico sono chiusi dalle ore 18 alle ore 6; verranno definite misure per evitare assembramenti in tali locali”: è quanto si legge nell’ordinanza della Regione Lombardia, per quanto riguarda le chiusure delle attività commerciali nella cosiddetta zona gialla. L’assessore lombardo Gallera ha specificato che le misure, tra cui rientrano anche la chiusure di tutte le scuole e delle manifestazioni pubbliche – ma per ora non dei negozi – saranno valide “per 7 giorni ma possono arrivare anche a 14 per contenere la diffusione del virus e gestire pazienti positivi”. Nel frattempo è stato chiuso fino a martedì anche il Duomo di Milano.

Stop attività di scuole e università in 7 Regioni – Chiuse per una settimana, in via cautelativa, tutte le scuole di ogni ordine e grado in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia. Stop ad asili e università in Trentino Alto Adige. Nelle stesse regioni si fermano le Università. In Lazio il Campus Bio-Medico ha disposto il rinvio della prova di ammissione al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia previsto per martedì 25 febbraio. Il Miur conferma l’ordine di sospendere le gite in Italia e all’estero.

La zona rossa nel Lodigiano – Intanto è già in vigore il divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree del “focolaio” del virus, presidiate dalle forze di polizia con posti di blocco lungo le strade del Lodigiano: sono previste sanzioni penali per chi viola le prescrizioni. Stop alle gite scolastiche in Italia e all’estero, sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche nelle Regioni colpite – comprese le partite di serie A -, quarantena con “sorveglianza attiva” per tutti coloro che sono stati in contatto con casi confermati del virus. E ancora, chiusura di negozi e musei, stop a concorsiattività lavorative private e degli uffici pubblici, fatti salvi i servizi essenziali, limitazione per la circolazione di merci e persone.

La ricerca del paziente zero – Quello che ancora non torna riguarda l’identificazione del “paziente zero“: continua infatti la mappatura del contagio ma come ha confermato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ancora non è stata identificata l’origine dei due focolai, quello lombardo e quello veneto. Di certo il contagio di Codogno non è partito dal manager rientrato dalla Cina il 21 gennaio che poi è andato a cena con il 38enne di Codogno, il primo contagiato in Lombardia. Non può essere lui ad aver portato in Italia il virus perché non lo ha mai avuto: “Dai test effettuati – ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri – è emerso che non ha sviluppato gli anticorpi“.