Coronavirus, Calabria: primo paziente in Terapia intensiva all’Annunziata di Cosenza

L’informatore scientifico origlnario di Tarsia e residente a Rende, di 65 anni, ricoverato due giorni fa nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza perché risultato positivo al Coronavirus, sarebbe stato trasferito in nottata in Terapia intensiva. Questo è quanto si apprende da fonti vicine all’ospedale cosentino. Si tratta del primo paziente calabrese positivo al Coronavirus che viene curato in Terapia intensiva. In Calabria complessivamente sono nove i casi di Coronavirus. Tre pazienti sono ricoverati a Cosenza e altri due all’ospedale Pugliese di Catanzaro mentre sono quattro quelli in isolamento domiciliare.

Da quel che si apprende, l’informatore scientifico ha preso parte insieme a colleghi provenienti da altre regioni meridionali come Sicilia e Campania, il 28 febbraio scorso a una riunione a Lamezia dedicata agli informatori medico-scientifici e successivamente avrebbe manifestato una condizione di malessere. I sintomi, legati a problemi respiratori e febbre, con tracce evidenti di patologie polmoinari, hanno subito destato sospetti nei medici, nel momento in cui si è presentato, insieme alla moglie, all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. I tamponi per Coronavirus, effettuati sia sull’uomo che su sua moglie, sono risultati positivi e hanno determinato il ricovero nella giornata di sabato. Secondo quanto si apprende, le sue condizioni sarebbero peggiorate nelle ultime ore e si sarebbe deciso di trasferirlo in Terapia intensiva nel corso della notte. 

Adesso le autorità sanitarie sono al lavoro per ricostruire tutti i movimenti dell’uomo e di sua moglie, risalire ai contatti avuti nei giorni precedenti il ricovero e ai luoghi visitati. Sarebbero diversi i medici di base invitati a mettersi in quarantena per i 14 giorni successivi alla visita. Secondo quanto si è appreso si tratterebbe di numerosi medici fra Cosenza, Rende, Rogliano, Luzzi e altri centri della provincia. Resteranno chiuse pertanto le strutture ambulatoriali dei medici interessati. La quarantena è ovviamente a scopo precauzionale.

Sono sessanta i medici di famiglia di Cosenza che sono stati posti in quarantena dopo aver avuto contatti, negli ultimi giorni, con l’informatore farmaceutico risultato positivo al nuovo coronavirus. Lo afferma all’ANSA Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg). La situazione, rileva, “è preoccupante. A seguito della quarantena per questi 60 colleghi, infatti, circa 70mila cittadini calabresi da oggi si ritroveranno sprovvisti del medico di base cui fare riferimento”.
L’informatore farmaceutico risultato positivo al coronavirus è ricoverato in Terapia intensiva nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

A proposito dei 60 medici di base in quarantena a Cosenza perché hanno avuto contatto con l’informatore scientifico che ha contratto il Coronavirus, tuttavia – come scrive il collega Valter Leone sul suo profilo FB – ci sono alcune domande da fare.
1) E tutti i pazienti che hanno avuto contatto con i 60 medici di base devono andare in quarantena?
2) Ma i 60 medici di base operano tutti su Cosenza città, oppure anche in provincia?
3) Sono graditi chiarimenti da chi di competenza. Un po’ di ansia in meno, farebbe meglio a tutti…