Coronavirus. Celico, Casali del Manco e Spezzano Sila: e se tra i focolai ci fosse (anche) il Giro d’Italia?

Nella Presila cosentina non ci stanno a passare per “vittime” di un matrimonio, sia pure con parecchi invitati. E c’è chi non esita un secondo ad accusare le cosiddette fonti “ufficiali” di essere quantomeno parziali nell’individuare la causa del contagio da coronavirus che ha provocato la dichiarazione di “zone rosse” a Celico e a Casali del Manco e che probabilmente sarà estesa anche a Spezzano della Sila.

Molti abitanti della Presila cosentina puntano il dito sul Giro d’Italia. Sì, avete capito bene, proprio la popolare corsa rosa che, com’è noto, ha attraversato le province di Vibo, Catanzaro e Cosenza nella giornata del 7 ottobre scorso con la tappa che ha portato i corridori da Mileto a Camigliatello, in pratica proprio nel comune di Spezzano della Sila e dopo aver attraversato Casali del Manco. Mentre è presumibile che molti cittadini di Celico si siano spostati a Casali e a Camigliatello per vedere il passaggio e l’arrivo della corsa. 

Che cosa c’entra il Giro d’Italia? Beh, qualcosa c’entra eccome. Basta dare un’occhiata ai media e ci si renderà conto che in quest’annata il Giro ha avuto parecchi casini col Covid, com’era chiaramente prevedibile.

La notizia sulla quale puntano il dito i residenti della Presila che non credono che sia stato solo il matrimonio a creare tutto ‘sto trambusto (anche perché ci sono diversi contagiati che non hanno proprio nulla a che fare con ‘sto maledetto matrimonio…) è questa che pubblichiamo qui sotto ed è stata pubblicata dai maggiori giornali on line nazionali il 15 ottobre, quindi ampiamente entro i fatidici 14 giorni di incubazione del virus, visto che i tamponi erano stati effettuati qualche giorno prima.

Diciassette poliziotti impegnati nel servizio d’ordine del Giro d’Italia E-Bike, che precede la corsa rosa, sono risultati positivi al Covid. Gli agenti di polizia, tutti asintomatici, erano stati sottoposti a tampone in Abruzzo, tra domenica 11 e lunedì 12, proprio come i corridori. Gli agenti sono tutti in isolamento in un albergo di Francavilla a Mare. Il sindaco della città abruzzese ha precisato che nessuno dei poliziotti è del comune abruzzese. Non si sa se gli agenti siano stati al seguito del Giro sin dalla prima tappa.

Noi possiamo affermare con assoluta certezza che il Giro d’Italia E-Bike era al seguito dei corridori in corsa nella tappa di Camigliatello e abbiamo visto questi agenti – come risulta anche dalla foto – in tutti i centri delle province calabresi interessati dal passaggio del Giro. Se questi diciassette signori sono risultati positivi in Abruzzo, vuol dire che lo erano già quando sono passati dalla Calabria e ci sono molti testimoni che riferiscono di aver visto questi agenti molto “attivi” nelle ore nelle quali sono stati in Presila e in Sila tra bar, locali e anche in giro, per strada...

Insomma, la gente invita noi che ci occupiamo di comunicazione a verificare anche queste ipotesi e noi accogliamo volentieri questa sollecitazione, anche se i diretti interessati sono poliziotti e quindi nei loro confronti c’è sempre una sorta di timore reverenziale, specie da parte dei media di regime. 

Come se non bastasse, il caso degli agenti di polizia positivi al coronavirus al Giro d’Italia segue quelli del britannico Simon Yates, dell’olandese Steven Kruijswijk, dell’australiano Michael Matthews e il ritiro di due squadre, Mitchelton e Jumbo. Ce n’è abbastanza per avanzare qualche dubbio o dobbiamo stare zitti?