Coronavirus, chi ha diritto agli “aiuti” e come ottenerli: dalla Cassa integrazione alle Partite Iva

di Patrizia De Rubertis

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Il d-day di famiglie, lavoratori e imprese per richiedere gli aiuti previsti dal governo ha ufficialmente una data: il 1° aprile. È dal prossimo mercoledì che sul sito dell’Inps potranno essere presentate le domande per richiedere congedi, bonus, indennità e permessi. Da lunedì 30 marzo, invece, si possono già presentare le domande per la cassa integrazione anche se in queste ore le Regioni stanno finendo di sottoscrivere gli accordi quadro con sindacati e associazioni di categoria. Un maxi-pacchetto da 10 miliardi di euro che coinvolgerà 11 milioni di italiani e che mai come oggi metterà alla prova la nostra burocrazia. Il solito rompicapo per l’utente medio, messo ancor più in crisi: con commercialisti e Caf chiusi, dovrà fare tutto da solo. Le domande vanno inoltrate con una procedura telematica, che è stata semplificata: si può accedere al sito dell’Inps con un unico Pin. Chi non lo ha, si affrettasse a richiederlo all’Istituto di previdenza: si riceve subito sul cellulare la parte completa del codice. Il problema vero è che i fondi sono “ad esaurimento” e la platea è molto ampia: c’è il forte sospetto che non basteranno, anche se il governo ha promesso nuovi aiuti. Intanto vediamo chi e come può ottenere quelli già stanziati.

Cassa integrazione

I soldi entro il 15 aprile

Da domani, tutti i datori di lavoro di tutte le imprese – manifatturiere, trasporti, installazione, impianti elettrici e telefonici, cinematografiche, industriali e artigianali e gli enti pubblici – anche al di sotto dei 5 dipendenti (come bar, negozi o uffici) e che mai avevano utilizzato gli ammortizzatori sociali, potranno richiedere la cassa integrazione ordinaria con causale specifica “Covid-19”. La domanda è retroattiva e può essere presentata dal 23 febbraio 2020 al 31 agosto 2020 per una durata massima di 9 settimane. Non va allegata la relazione tecnica, come normalmente si fa, ma solo l’elenco dei lavoratori beneficiari. Non è dovuto il pagamento del contributo addizionale e possono chiederla anche le aziende che hanno in corso un’altra domanda. Il bonifico arriverà direttamente sull’Iban del lavoratore e non in busta paga. I pagamenti saranno attivati entro il 15 aprile. Ma se l’Associazione bancaria italiana e l’Inps troveranno un accordo nelle prossime ore, le banche potrebbe anticipare il versamento della cassa integrazione direttamente sui conti correnti dei lavoratori. L’importo dovrebbe essere pari all’80% dello stipendio, ma varierà a seconda dei settori in cui si lavora. Secondo la Uil si può parlare di una perdita media rispetto allo stipendio di 376 euro netti.

Cassa in deroga

La richiesta alle Regioni

Rientrano in questo intervento tutti i datori di lavoro e i loro dipendenti per i quali non sono disponibili gli ammortizzatori sociali ordinari, come i lavoratori intermittenti, somministrati, gli apprendisti, i lavoratori agricoli, della pesca, del terzo settore, compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Anche in questo caso il periodo non deve superare 9 settimane e ai beneficiari viene riconosciuto il trattamento d’integrazione salariale e la contribuzione figurativa. Ma per i datori di lavoro con più di 5 dipendenti è necessario l’accordo sindacale. Le domande di accesso devono essere presentate esclusivamente alle Regioni e alle Province autonome interessate, che effettueranno l’istruttoria secondo l’ordine cronologico di presentazione. Tra gli importi più rilevanti spiccano la Lombardia (198,3 milioni di euro), il Lazio (144,4 milioni) e l’Emilia-Romagna (110,9 milioni).

Partite Iva e autonomi

Apertura ali “fondi”

Dal primo aprile hanno diritto all’indennità da 600 euro una tantum partite Iva, autonomi e i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa (attivi al 23 febbraio) iscritti alla gestione separata dell’Inps. La somma spetta anche ai dipendenti stagionali del settore del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il proprio rapporto di lavoro dal 1 gennaio 2019 al 17 marzo 2020, ai lavoratori iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri versati nel 2019 e con un reddito non superiore ai 50mila euro. Sull’indennità non si pagheranno tasse. La domanda va sempre presentata all’Inps. Mentre gli autonomi e i professionisti iscritti alle casse di previdenza private per percepire i 600 euro devono fare richiesta alla propria cassa: potranno farne richiesta i lavoratori che hanno percepito nell’anno di imposta 2018 un reddito complessivo non superiore a 35mila euro; chi, sempre nello stesso anno di imposta, ha percepito un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro cessando, riducendo o sospendendo la propria attività autonoma o di libero-professionale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 a causa dell’emergenza sanitaria; chi ha chiuso la partita Iva va dal 23 febbraio al 31 marzo. Ad aprile, se saranno confermate le indiscrezioni sul nuovo decreto, l’indennizzo salirà a 800 euro.

Agricoltori

Ok solo con 50 giornate

L’indennità di 600 euro spetterà anche agli operai agricoli a tempo determinato, non titolari di pensione, che nel 2019 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo. L’importo, come tutti gli altri, non è cumulabile con il reddito di cittadinanza. Sarà erogata dall’Inps nel limite di spesa complessivo di 396 milioni di euro. Prorogato al 1° giugno 2020 il termine per la presentazione delle domande di disoccupazione agricola.

Congedi

15 giorni per ogni figlio

È la misura straordinaria di massimo 15 giorni complessivi che possono richiedere all’Inps tutti i genitori di figli fino a 12 anni dal 5 marzo al 3 aprile se sono dipendenti privati o autonomi. I dipendenti pubblici devono fare domanda alla propria amministrazione. Per il congedo sono riconosciute un’indennità del 50% della retribuzione e la contribuzione figurativa. Se invece si hanno figli dai 12 ai 16 anni ci si può assentare dal lavoro sempre per 15 giorni, ma senza alcuna indennità e senza copertura figurativa. I genitori che hanno già fatto richiesta e, alla data del 5 marzo hanno in corso un periodo di congedo parentale “ordinario”, non devono presentare una nuova domanda. I giorni di congedo parentale saranno direttamente convertiti d’ufficio dall’Inps.

Baby sitting

Fino a esaurimento soldi

Il bonus di 600 euro spetta ai genitori per ogni figlio di età inferiore a 12 anni alla data del 5 marzo 2020. Possono chiederlo sul sito dell’Inps (dove non è ancora attiva la procedura) i lavoratori dipendenti pubblici, privati, iscritti alla gestione separata Inps e i lavoratori autonomi iscritti e non all’Inps. verrà erogato “in ordine cronologico di presentazione”. Il voucher diventa di 1.000 euro per medici, infermieri, tecnici di laboratorio e radiologia, operatori sociosanitari e per le forze dell’ordine. Il bonus non si può chiedere se l’altro genitore è disoccupato/non lavoratore o con strumenti di sostegno al reddito e se è stato richiesto il congedo.

Ricercatori

“Dis-coll” e sussidi

Il decreto Cura Italia, al fine di agevolare la presentazione delle domande di Dis-coll, il sussidio di disoccupazione dei collaboratori come gli assegnisti di ricerca e i Co.co.co, ha previsto la proroga dei termini di presentazione della domanda che consente di ottenere l’assegno di disoccupazione quando scade il contratto, ampliando il termine da 68 giorni a 128 dalla data di cessazione involontaria del rapporto di lavoro.

Disabilità

Legge 104 e indennità

Ai genitori di figli con handicap in situazione di gravità senza limiti di età, purché iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale, viene riconosciuta dall’Inps un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione e la contribuzione figurativa. Inoltre è previsto un incremento dei giorni di permesso retribuiti: in aggiunta ai 3 giorni mensili già previsti dalla legge n. 104/92 (3 per il mese di marzo e 3 per il mese di aprile) è possibile fruire di ulteriori 12 giorni complessivi per i mesi di marzo e aprile. Tali giorni, anche frazionabili in ore, possono essere usati consecutivamente nello stesso mese. I lavoratori dipendenti per i quali è previsto il pagamento diretto dell’indennità da parte dell’Inps (lavoratori agricoli e lavoratori dello spettacolo a tempo determinato) devono presentare una nuova domanda solo nel caso in cui non ne sia già stata presentata un’altra relativa ai mesi per cui è previsto l’incremento delle giornate.