Coronavirus, Cosenza. Ecco come il focolaio del ristorante è arrivato fino all’Asp

Il focolaio Covid noto come quello del ristorante di Cosenza ha provocato 6 casi positivi. Il primo contagio è stato quello della cuoca del Bufalo Bianco, la braceria-ristorante di viale Cosmai, all’ingresso del Parco Nicholas Green. Per quanto si è riusciti a ricostruire, il locale sarebbe stato chiuso tra venerdì 11 e sabato 12 settembre per la sanificazione, successivamente è rimasto ancora aperto per diversi giorni. Fino a che i casi positivi non sono aumentati a quattro. Sono stati contagiati due dipendenti del ristorante mentre pare che sia negativo il titolare del Bufalo Bianco. A questo punto, il Bufalo Bianco ha annunciato (!) lavori di ristrutturazione e ha chiuso i battenti. Ma nel corso dei giorni nei quali è rimasto aperto, quanta gente sarà passata da quelle parti? 

Non è finita qui. Il 22 settembre è risultata positiva una parente del titolare del ristorante, che lavora all’Ufficio Personale dell’Asp di Cosenza in via Alimena (http://www.iacchite.blog/coronavirus-cosenza-dipendente-asp-positiva-e-ricoverata-ma-la-bettelini-nasconde-il-caso/). Si tratta di un ufficio frequentato da decine e decine di persone, eppure la donna ha appreso della sua positività proprio mentre prestava servizio: era stata sottoposta a tampone come contatto diretto della parente contagiata ma in attesa dell’esito era andata a lavorare. Ci sarebbe anche il tesserino regolarmente timbrato a testimoniarlo. Successivamente ha avvertito anche sintomi ed è stata ricoverata nel reparto di Malattie Infettive dell’Annunziata per polmonite interstiziale da Covid. Anche il figlio minore della donna è risultato positivo, ma è asintomatico e per quanto se ne sa è stata chiusa la scuola privata che aveva iniziato a frequentare.

Non solo: uno dei dipendenti del ristorante che è rimasto contagiato, abita all’Istituto delle Canossiane di Cosenza e in queste ore si stanno effettuando tamponi a tutte le famiglie che occupano la struttura. E così sono 6 finora i casi complessivi del focolaio del ristorante Bufalo Bianco, che si è ufficialmente esteso non solo all’Asp e alle Canossiane ma anche alla scuola privata frequentata dal figlio della dipendente dell’Asp. Un gran casino. Ora si tratta di capire chi è stato il primo a contrarre il virus e dove sia stato contagiato.

Il caso della dipendente dell’Asp positiva è stato tenuto nascosto per oltre due giorni dal commissario dell’Asp Simonetta Bettelini con il rischio concreto che il contagio possa essersi esteso. Soltanto stamattina sono stati effettuati i tamponi a tutti i dipendenti degli uffici mentre, secondo una serie di voci che si sono susseguite nella giornata di ieri, a breve sarà effettuata la sanificazione (bontà loro, senza fretta!), almeno in quello in cui lavora la donna contagiata. Un atteggiamento gravemente irresponsabile quello della Bettelini, che non può passare inosservato.