Coronavirus: Don Magorno il vigliacco, Madame Fifì e le (solite) cliniche private

Don Magorno, il sindaco sbruffone e vigliacco diserta la seduta parlamentare

Che fosse uno sbruffone lo sappiamo tutti, che stia su un piedistallo da dove il sindaco Praticò di Praia Mare gli ha detto di scendere lo sappiamo pure, che faccia ordinanze su ordinanze copiando quelle emanate dal governo spacciandole per sue, lo sappiamo pure, ma che fosse un vigliacco questa è una novità.

Ebbene, la seduta di ieri alla Camera è stata molto importante, in quanto il premier Conte ha fatto il punto sulla situazione ed ha chiesto anche in sede parlamentare eventuali note e consigli, che molti parlamentari di governo e di opposizione hanno inteso esporre, pur da punti di vista diversi, protestando anche sulle poche risorse destinate alla Calabria. Ebbene, nella seduta in programma oggi al Senato il senatore Magorno non ha inteso essere presente adducendo un inventato senso di responsabilità personale, per non infettare gli altri suoi colleghi.

Lui stesso, in un penoso comunicato stampa scrive: “Non sarò presente in aula. È una scelta che in coscienza sento di fare per proteggere voi, i colleghi senatori e quanti potrei incontrare. Non ho contratto il Covid-19 né sono positivo o almeno penso…” . O almeno pensa, ma gli altri invece che con senso di onestà sono andati, sarebbero degli irresponsabili ?

Ci chiediamo e riprendiamo ciò che ha detto Pippo Callipo, il leader dell’opposizione alla Regione Calabria: perché quindi non rinuncia allo stipendio di 15 mila euro al mese, dal momento che non sta facendo il suo dovere di parlamentare, nascondendosi dietro quello delle ordinanze che anche un semplice messo comunale potrebbe fare al posto suo ? Ma ben sappiamo perché Magorno evita il Parlamento quando si parla di sanità. Lo sappiamo e lo scriviamo da anni. Questo scrivemmo nel novembre del 2019 a proposito degli aiuti dei politici alle cliniche private e del loro darsi da fare per smantellare la sanità pubblica, come l’ospedale di Cetraro e quello di Praia a Mare:

“… Il politico più esposto al fianco di Pasquale Tricarico è senz’altro Ernesto Magorno, non foss’altro che per motivazioni territoriali, visto che è un uomo del Tirreno, che è stato a lungo sindaco di Diamante e che è sempre stato tra i “big” del Pd (ora passato a Italia Viva per non pagare i debiti lasciati al Pd per il mancato pagamento delle quote mensili…).  Dopo il primo “salvataggio” dell’estate del 2011, la clinica Tricarico ha bisogno anche di altro e nel 2013, con Ernesto Magorno candidato addirittura al Parlamento, c’è l’occasione giusta per fare altri, significativi passi avanti. E così, dopo l’elezione di Magorno, inizia la “battaglia” per inserire la clinica Tricarico nella Rete Urgenza/Emergenza dell’Alto Tirreno Cosentino e perché le venga concessa l’autorizzazione ministeriale per il riconoscimento di un presidio cardiologico da inserire nella struttura sanitaria urgenza/emergenza di pronto soccorso. Obiettivi raggiunti grazie soprattutto al generoso impegno del neoparlamentare diamantese.

Nel 2013, tuttavia, si avvicina alla clinica Tricarico anche un altro “pezzo grosso” del Pd ovvero Madame Fifì (per quei pochi che non lo sapessero si tratta di Enza Bruno Bossio). Tra le aziende che hanno finanziato la cavalcata vincente che ha portato Bruno Bossio in Parlamento dopo l’affermazione nelle primarie del Pd in Calabria compaiono ben due società finite nel mirino della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro. Nell’elenco dei finanziatori, infatti, alle prime due posizioni, ci sono le società Riace srl e Centro clinico San Vitaliano srl, entrambe con 2.500 euro. Ed entrambe confiscate nel luglio 2014 dalla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro perché ritenute riconducibili all’imprenditore Pietro Citrigno...”.

Si capisce eprchè Magorno non potrà mai avvicinarsi né parlare di sanità pubblica calabrese, essendo lui stesso distruttore di questa e fautore di fiumi di danaro per la clinica Tricarico, portatrice di voti nelle sue campagne elettorali. Certo, alla seduta era presente anche la stessa Madame Fifì ed ha parlato persino Roberto Occhiuto, il cui socio Carmine Potestio è uno dei “boss” della sanità privata cosentina e calabrese ma loro, a faccia di culo, battono persino Don Magorno. A futura memoria, come sempre.