Corruzione, il “sistema Tirreno” e il ruolo della Bcc di Verbicaro (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Fonte: Il Meridione

Caro procuratore Bruni, grazie. Siamo a otto. Un numero sufficiente di comuni (del Tirreno cosentino) sotto la lente di ingradimento della magistratura perché si smetta di parlare di semplice corruzione, ma di sistema. E non è solo il numero che fa dire questo, ma un insieme di elementi. Ogni volta che Bruni si occupa del nostro territorio esce fuori qualcosa di interessante, l’ultima volta pare fu con Nuova Frontiera che però ebbe esiti diversi. E non è casuale questo perché in questi anni qualcosa è cambiato. C’è, inoltre, un particolare: alcuni sono indagati nella veste della loro funzione istituzionali, come sindaci, altri in qualità di liberi professionisti. Non è casuale nemmeno questo, ma racconta un aspetto preciso del nostro territorio.

Tutto era partito da Amantea, dall’operazione Multiservizi che ha ridotto ai minimi termini un’amministrazione guidata da Pizzino, da sempre vicino alla deputata Bruno Bossio. Più complesso e interessante era il caso del sindaco di Aieta nella cui inchiesta è stato coinvolto anche quello di Buonvicino; la Cooperativa Artemisia, vinceva ogni tipo di appalto in quell’area amministrativa ed era intestata alla moglie dello stesso sindaco di Aieta. Finisce sotto la lente di ingrandimento anche il sindaco di Guardia Piemontese per assegnazioni indebite di alloggi popolari e non è la prima volta. Era già stato indagato per una vicenda più complessa: il servizio pubblicitario era affidato senza gare ad aziende (quelle del sig. Iacovo) contigue al clan Muto che agiva, tra l’altro, insieme a Pubbliemme, testimoniato da regolari fatture.

Sempre per sistemi del genere di gare truccate o affidamenti diretti è toccato a Fuscaldo (per quanto riguarda i rifiuti), poi Maierà, che però è una costola di quella che riguarda Aieta; il sindaco di Aieta infatti svolgeva il ruolo di funzionario comunale nel settore finanziario in alcuni Municipi tra cui Maierà. Le aziende edili del sindaco di Maierà e di suo figlio vincevano appalti su appalti in diversi comuni tra cui Verbicaro e Maierà che fanno parte della stessa C.u.c. (centrale unica di committenza degli appalti) insieme a Aieta, Grisolia, Orsomarso, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao e Buonvicino. Ci saranno sorprese in questi comuni?

Quando un sistema è così pervasivo e collegato non si può parlare di episodicità. Di corruzione e basta. Si deve appunto parlare di un sistema. Proviamo a tracciarne i caratteri: i comuni del Tirreno Cosentino sono accomunati non solo dall’essere sotto indagine, ma anche da avere le tesorerie presso la Banca di Credito Cooperativo di Verbicaro. E dove se no? La faccenda però diventa più complicata se venissero confermate alcune voci di corridoio (arrivate già un anno fa a Iacchite’) secondo cui anche i sindaci in qualità però di privati imprenditori hanno fidi e conti correnti presso la stessa banca.Sarebbe il caso, ad esempio del comune di Maierà che ha la tesoreria presso la BCC, ma anche l’impresa edile De Marco e De Marco srl, sono correntiste. Un conflitto di interesse evidente che non rende casuale il ruolo duplice di sindaci e imprenditori rivestito dagli indagati in queste vicende. Della Banca “Il Meridione” si era già occupato, analizzando come nel bilancio pubblicato dalla stessa banca per il 2017, si legge che i crediti deteriorati lordi sul totale dei crediti è al 22, 5% cioè due punti sopra del normale, secondo uno studio del Sole 24 Ore. Un livello di rischio medio. Tutti i comuni passano per quella banca ed anche tutti i soldi. Anche quelli del Gruppo Mannarino, che acquistava direttamente da “Eurofish”, l’ingrosso di prodotti ittici di proprietà Andrea Orsino, genero di Franco Muto. Questo conflitto che si verifica determina poi trattamenti differenti? I crediti deteriorati (cioè prestiti che non si recuperano) sono dovuti a questo? E quanto è legato questo alle casse in rosso di molti comuni?
Un filone che potrebbe essere interessante per il procuratore Bruni. Forse avrà già vagliato o lo sta facendo. Alla banca d’altra parte non si è interessato solo il Meridione e Iacchite’, ma anche la Finanza in tempi passati e anche in tempi recenti e per la quale ci sono ancora procedimenti in corso.
Se in questo caso si guardava al settore edile, altrove è quello dei rifiuti oppure di altro. Ecco quindi che il sistema che viene fuori è un garbuglio di conoscenze, di spartizioni di ruoli e incarichi per meglio favorire i finanziamenti, le ditte e le elezioni le cui parti si sorreggono a vicenda. O forse si sorreggevano.

Si giunge così all’ultimo capitolo della storia. Nel 2016 sul territorio l’indagine Nuova Frontiera scatenò diverse dicerie perché il suo filone bis pare contenesse nomi di politici importanti sui quali poi è stato messo un omissis e di quelle carte non se n’è saputo più nulla, almeno per ora. Pare se ne stesse occupando proprio Bruni, che però venne promosso e trasferito a Paola, proprio prima di chiudere l’inchiesta. Ora invece sembra intenzionato a chiudere le sue inchieste, sempre che non remino controcorrente nella procura stessa come sostiene Renato Bruno, a Scalea.

Cosa è cambiato dal 2016?
Molte cose e prima di tutto gli equilibri politici, quindi può darsi che sia cambiato il vento. Traducendo vuol dire che forse qualche copertura è saltata e le organizzazioni puntano su nuovi cavalli vincenti. Molti sindaci espressioni di quegli equilibri e delle creature di quel periodo (Comunità, Consorzi, Patti Territoriali), non hanno dove attingere fondi che scarseggiano, persino nei privati (la clinica Tricarico, storicamente vicina al PD ha 8 milioni in meno!) e quindi forse anche i voti. Una congiuntura negativa. Per loro.
Il sistema di potere che aveva e ha ancora sue strutture è un problema economico, in quanto blocca un progresso equo e diffuso, ma è anche un problema democratico perché impedisce la nascita e lo sviluppo di una competizione reale. Non è solo un sistema di corruzione, ma anche di controllo asfissiante del territorio. Forse ora viene meno…