Cosenza, i 20 milioni del ponte di Calatrava: il dossier Guccione e i fondi dell’edilizia sociale

A guera è guera, la guerra è guerra. A giudicare dall’aria che tirava fino a qualche tempo fa, sembrava che ci fosse una sorta di regolamento di conti tra i big della politica cosentina e i loro media affiliati. Che poi si era anche acuita quando la Rai ha mandato in onda l’inchiesta di Nemo, quella della “crema sulle mani sporche”. Poi su Cosenza è arrivata la tregua, con tanto di “accordo” alle Regionali per la vittoria della povera Jole Santelli prima e di Roberto Occhiuto poi ma non c’è dubbio che quando sarà il momento, le lame torneranno ad affilarsi, rigorosamente sotto traccia e sottobanco però, perché – com’è fin troppo facile intuire – tra poco inizieranno le grandi manovre per mettere le mani sulla città di Cosenza con il famigerato Psc e c’è da piazzare bene i palazzinari di riferimento. Chiaramente si metteranno d’accordo, tuttavia, come da scontato copione, non mancheranno i contrasti… Ma procediamo con ordine.

A fine gennaio del 2018 si apprendeva che il ponte di Calatrava è stato finanziato con i fondi ex Gescal dell’edilizia sociale, che sarebbero dovuti servire per portare sollievi a chi non ha una casa. Un annuncio che arrivava a poche ore di distanza da quello del sindaco Mario Occhiuto, che dava appuntamento al 26 gennaio, quindi esattamente sei anni fa (per come celebrava egli stesso ieri, sic!), per l’inaugurazione dell’opera dell’architetto Calatrava.

In realtà, la storia dei fondi ex Gescal è ormai un tormentone della politica calabrese e due anni fa era tornata di prepotente attualità quando il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione aveva deciso di indagare a fondo sulla questione.

Guccione aveva presentato un dossier alla Corte dei conti e alle procure interessate nel quale sono elencati le inefficienze, i ritardi e le violazioni di legge commesse nella gestione dei programmi di edilizia sociale della Regione Calabria.

Lo abbiamo pubblicato in diverse puntate perché, al di là della nostra considerazione per il personaggio in questione, non potevamo non rilevare l’estrema (per non scrivere il solito inaudita) gravità delle sue denunce, che ovviamente non interessavano a nessuno dei media di regime sulla piazza.  E men che meno ai magistrati che avrebbero dovuto indagare. 

Guccione chiedeva di capire come ha funzionato il flusso dei soldi per il celeberrimo bando dell’edilizia sociale da 175 milioni perché non si riusciva a ricostruire lasciando intravedere gravi ipotesi di reato.

Lo stesso criterio usato per il Piano Nazionale per l’edilizia abitativa.

IL PIANO NAZIONALE PER L’EDILIZIA ABITATIVA 

Il 18 agosto 2009 è stato approvato il Piano Nazionale per l’edilizia abitativa, articolato in sei linee di intervento. A maggio del 2010 il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha ripartito il fondo nazionale assegnando alla Calabria la somma di 16 milioni 674mila euro.

Il 20 maggio 2011 la Regione Calabria approva un Programma regionale di edilizia residenziale sociale e il 28 giugno 2012 viene siglato un Accordo di programma tra la Regione e il Ministero nel quale anche la Regione si impegna a partecipare con una quota propria.

Risultano finanziati 12 programmi proposti da Comuni e privati per circa 21 milioni di euro. Il programma non è stato avviato e non sono stati ancora sottoscritti gli accordi tra la Regione e i soggetti finanziati.

L’avviso pubblico emanato dalla Regione Calabria includeva tra i programmi ammissibili 12 programmi a totale carico dei soggetti privati. Per tali programmi sono in fase istruttoria le conferenze di servizio per l’approvazione.

Via Rivocati srl e Impresa Andrea Lo Gullo, giusto per restare a quelli di più facile interpretazione sono certamente riconducibili a clienti della famiglia Gentile.

La Via Rivocati srl, come abbiamo scritto più volte, si occupa del palazzo in costruzione su corso Umberto ed è la creatura di Giovanni Pianini e Gianfranco Scarpelli, i cognati che si stanno arricchendo anche con queste manfrine politiche.

Il Cinghiale e Scarpelli

Ed è a questo punto, svelandoci lo stato dell’arte, che Carlo Guccione arriva a formulare una precisa ipotesi di somme anticipate dal Governo centrale ed incassate dalla Regione, che certamente saranno andate a finire nelle tasche di qualcuno. E’ la storia di sei milioni rimasti in cassa (si fa per dire) per 4 anni prima di fare la stessa fine degli altri quindici, guarda caso 21 milioni in totale, esattamente come quelli che sono serviti per finanziare il ponte di Calatrava. 

SEI MILIONI IN CASSA DA ANNI 

“Il Ministero – scrive Guccione – ha sollecitato più volte la ripresa nel più breve tempo possibile del programma con la sottoscrizione dell’accordo tra Regione, Comuni e privati, pena la revoca del finanziamento già in parte trasferito alla Regione. Per mesi si discute su come modificare lo schema di convenzione preparato dal dirigente precedente, che a sua volta rimandava all’accordo di programma tra Ministero e Regione.

Sono stati convocati i soggetti beneficiari, hanno sottoscritto l’accordo di programma ma ad oggi niente è stato comunicato al Ministero, che ancora attende notizie dalla Calabria. I monitoraggi del Ministero delle Infrastrutture, aggiornati ad aprile 2015, evidenziano l’inerzia incompleta della Regione Calabria nell’attuazione del programma, che ad oggi, a distanza di più di un anno, risulta invariato.

Pino Gentile con Roberto Occhiuto

IL PIANO GENTILE

Si fa notare altresì come la Regione Calabria alla data di stipula dell’accordo di programma del 20 giugno 2012 (Giunta Scopelliti, assessore interessato compa’ Pinuzzo Gentile, ndr) ha avuto l’anticipazione dal Ministero pari al 40% dell’importo totale stanziato ovvero 6 milioni 669mila 997 euro (in cassa da oltre 4 anni!!!) senza che nulla sia stato avviato”.

“Il percorso che l’amministrazione regionale ha intrapreso sul tema strategico delle politiche abitative – ha dichiarato all’epoca l’assessore alle Infrastrutture Pino Gentile – risponde alla contingente necessità di ridisegnare le politiche stesse: non più un sistema di protezione sociale rudimentale ma l’articolazione di un sistema istituzionale complesso che deve dare risposte a bisogni ed esigenze in contesti sempre più diversificati ed eterogenei sottoposti ad importanti processi di “localizzazione” che individuano le Regioni quale livello appropriato di governo cui guardare. L’obiettivo è la costruzione di un processo virtuoso che metta in rete politiche abitative che individuano “la casa” non (più) come patrimonio – ha concluso Gentile – ma come servizio tra i servizi, facendo quindi del tema abitativo una risposta all’interesse sociale generale”. 

Sì, ma di chi? 

“Il piano – conclude invece questa parte del dossier Carlo Guccione – prevede un sistema integrato di fondi, dei quali 21 milioni 594mila euro sono pubblici, e che mobilitano risorse private a cofinanziamento degli interventi per un importo pari a 51 milioni 894mila stabilito nell’accordo di programma. Pertanto questo programma è di notevole importanza e potrebbe mobilitare risorse per 73 milioni 489mila euro per rilanciare il settore edilizio che in Calabria risente di una forte crisi, oltre alle notevoli ricadute per la soluzione dei problemi abitativi”.

Oggi conosciamo finalmente la destinazione di quella cifra, con la quale Mario Occhiuto – secondo il suo piano originario – aveva aperto la campagna elettorale per conquistare la Regione Calabria. Che poi, dopo il breve interregno di Jole Santelli, è passata al… fratello furbo.