Cosenza 2016, il documento del Cinghiale è un cappio per Paolini

La pratica non ci entusiasma per niente ma è fuor di dubbio che negli ambienti politici cosentini il quesito del giorno è interpretare il “Cinghiale pensiero” all’indomani della nota ufficiale con la quale Tonino Gentile ha ufficializzato la sua alleanza con Enzo Paolini.

Il Cinghiale ha scelto l’avvocato con una dichiarazione che contiene molte frasi “cifrate”, che vanno lette con attenzione. Come ci suggerisce anche l’acuto Franco D’Ambrosio, uno che i Gentile li conosce molto bene.

Diciamocelo francamente: tutti quanti abbiamo provato un senso di amarezza leggendo le parole del Cinghiale che si richiama addirittura alla lotta alle clientele (per tacere di intrallazzi e compagnia bella, sic!) quando tutti sanno a Cosenza da chi sono composte le sue truppe cammellate in 40 anni di onorata carriera. Va a finire che quelle clientele le ha create qualche altro politico, siamo all’incredibile concetto della rimozione della realtà.

E non solo: il Cinghiale, che evidentemente ormai si sente gabbiano, lascia sottilmente intendere che potrebbe mollare Paolini se mai dovesse arrivare qualche “colpo di scena” nell’operazione destinata ad inchiodare Occhiuto. Insomma, dipende da cosa scriverà il magistrato nell’ordinanza rispetto alle pratiche elettorali di Enzo Paolini nel 2011.

 

Diciamocela ancora più francamente: il documento del Cinghiale è una sorta di cappio più per Paolini che per il suo avversario. Anche perché Tonino il furbo di candidati ne può avere quanti ne vuole. Basta schioccare le dita.

Perché un Cinghiale è per sempre.