Cosenza 2021. Aspettando i “big”, tiene banco la sfida tra De Cicco e Bianca Rende

Se dovessimo indicare i due aspiranti candidati sindaci di Cosenza più attivi in queste settimane estive, non c’è dubbio che ai primi due posti ci sarebbero Bianca Rende (consigliere comunale ex Pd, ora di Italia Viva) e Francesco De Cicco (assessore della giunta del cazzaro). Li troviamo un po’ dappertutto in questa lunga marcia di avvicinamento all’appuntamento elettorale di maggio 2021, anche se – ad onor del vero – mentre De Cicco già “posta” fotografie con la fascia tricolore (sai com’è contento il sindaco squallido!), la signora Bianca Rende ancora gioca discretamente a “nascondino” senza ufficializzare la sua volontà, comunque abbastanza chiara, di scendere in campo.

Epperò è proprio lei, Bianca Rende, in queste settimane, la spina più dolorosa nel fianco del sindaco più viscido d’Italia e dei suoi presunti o effettivi “seguaci”, ché dopo quello che è successo con la Santelli, il cazzaro ormai non si fida più neanche della sua ombra e diffida persino di “Robertino” suo fratello.

Tra le “perle” di questo periodo, non c’è dubbio che ci sia la metafora letteraria del colibrì, che ha impegnato per ore alleati e avversari nella sua interpretazione. In estrema sintesi, l’aspirante sindaca in quota renziana (arrassusia!) ha spiegato che l’amministrazione “regnante” si sta comportando come il “Colibrì” del Premio Strega 2020 (alzi la mano chi lo conosceva, su, senza fare ironia…): “… settanta battiti di ala al secondo solo per restare fermo esattamente sullo stesso punto e caso mai usare la rarissima facoltà di poter volare all’indietro!“. Che bella descrizione! E non è finita qui. Perché i suoi colleghi di Italia Viva Salvatore Giorno e Nunzia Paese, riprendendola, hanno – se possibile – rincarato la dose, spiegando ancora meglio – secondo loro, naturalmente – il senso della metafora “colta” della Rende: “… L’amministrazione Colibrì, ovvero la plastica rappresentazione di una politica che si muove freneticamente in tutte le direzioni per rimanere ferma nello stesso posto…”.

Siamo nel radical chic? Quien sabe, ma nel dubbio, che in qualche modo qualcuno deve averle sollevato, Bianca ha fatto passare qualche giorno ed è andata sull’usato sicuro ovvero i 34 mila euro del fondo povertà assegnati alla cugina del padre del cazzaro nonché amica del boss Carminuzzu Potestio. “… E continuano ad elargirsi incarichi di consulenza (persino a valere sulla quota povertà estrema del Fondo Povertà). Ecco perché a questa amministrazione andava, da tempo, staccata la spina…“. E pazienza se qualche addetto ai lavori l’ha rampognata affermando che sì, insomma, il cazzaro ha tanti difetti ma stavolta aveva “usato” soltanto fondi della Regione o del Ministero non togliendoli – bontà sua! – a nessun cosentino. In fondo, ‘sti soldi a chi li doveva dare? A qualche clan della massomafia di Vibo? E allora, meglio che li abbia dati alla paranza cusentina!

Ma il top lo si è raggiunto ancora con la nota dei seguaci renziani di Bianca Rende a proposito del clima che si respirerà in questa sfida elettorale. “… La prossima campagna elettorale dovrà perciò combattere… il voto di scambio, la politica di coppia, i tandem dove prendi due funzioni e ne paghi una, il vuoto di connessioni fra il centro sfavillante di luci e la periferia dell’immondizia e dell’abbandono, il pagamento delle bollette, persino la nomina a fini elettorali degli scrutatori, la promessa di consulenze e posti inventati, le candidature del tipo “votami perché tengo famiglia” o “perché non tengo lavoro”…”. Provate a chiudere gli occhi e a immaginare queste splendide parole associate alla faccia da pesce lesso di Matteo Renzi. Beh, una sonora risata (da stabilire se da seppellimento o meno) è il minimo che ci si possa fare. Molto meglio, invece, l’improvviso sostegno ai lavoratori dell’Amaco, che come un cavolo a merenda l’altro giorno si sono ritrovati Bianca Rende in mezzo a loro nel corso di una protesta sindacale. Una presenza non proprio “disinteressata” e che ha mandato chiari segnali “elettorali”, non c’è che dire. Alla vecchia maniera, però…

Ma torniamo a De Cicco. La pagina Fb “De Cicco sindaco” conta già oltre 5 mila fan (roba che il cazzaro di oggi si può solo sognare) ed è stracolma di segnalazioni di “inconvenienti” ma soprattutto di interventi di manutenzione del novello “Mastro Lindo” di Cosenza. Ma il Nostro si guarda bene, almeno per ora, di prendere posizione pro o contro Occhiuto. Sotto sotto, De Cicco spera sempre di essere il candidato unitario del centrodestra (anche se qualcuno continua a dire che è pronto a barattare la sua candidatura per un altro quinquennio da assessore) e nel frattempo, per aumentare il suo potere contrattuale, fa sapere ad alleati e avversari, che le sue liste “di combattimento” sono passate da sei a dodici (!!!) e con nomi che sono tutto un programma. Da “Cosenza per il popolo” a “SiAmo Cosenza”, da “Vincere domani” a “A porte aperte” e via di questo passo. 

Bianca Rende, dal canto suo, aspira ad essere la candidata del Pd e del centrosinistra unito e non serve molto di questi tempi per stare davanti a ronzini spompati come Giacometto Mancini o Franz Caruso. E dev’essere anche per questo che ultimamente non lesina incoraggiamenti al “presidente” Morcavallo (sciuaddru mia…) e strizzate d’occhio al rude Guccione (maronna mia!) aspettando il momento buono per calare l’asso nella manica ovvero l’endorsement di Lucio Presta, ché a dire il vero con la città di Cosenza non ha mai avuto feeling, per usare il gergo musicale a lui caro ma tant’è.

Di sicuro, il grande attivismo della Rende non ha trovato nessun tipo di sponda né nella sinistra antagonista, che continua a lavorare per un progetto autonomo e ben lontano dalle cricche di partito – renziane o no che siano – e né nel movimento di Carlo Tansi, che alle ultime Regionali ha fatto il pieno su Cosenza e i cui voti potrebbero recitare il ruolo di ago della bilancia alle prossime elezioni.

De Cicco, intanto, fa un tifo sfegatato per Rosaria Succurro sindaca di San Giovanni in Fiore perché significherebbe togliersi di mezzo forse la rivale più pericolosa mentre qualcuno dice che suo marito Marco Ambrogio, in questo periodo, sia più velenoso di una vipera visto che, con decenza parlando, non lo caga più neanche la… moglie!