Cosenza 2021, Francesco Caruso c’è (zerbino) o ci fa?

Chissà se ora lo zerbino, al secolo Francesco Caruso, ha capito di essere stato un burattino nelle mani degli Occhiuto. Se non l’ha capito le cose sono due: o si è prestato consapevolmente ad essere sacrificato sull’altare degli intrallazzi, facendo finta di non sapere nulla, oppure è talmente ingenuo da aver scambiato il plotone di esecuzione schierato contro di lui dai diabolici fratelli Occhiuto, con il suo comitato politico/elettorale impegnato a portarlo avanti fino alla vittoria. Ed è propro questo che ci piacerebbe spiegasse alla gente lo zerbino.

Del resto non ci vuole mica una laurea in ingegneria per capire l’avvenuto boicottaggio a danno dello zerbino, basta saper leggere i numeri usciti dalle urne: Francesco Caruso non ha ricevuto, principalmente, i voti della sua parte politica. Basta fare un confronto anche grossolano per capirlo: Mario Occhiuto è stato eletto sindaco, la seconda volta, con quasi 23.000 voti, mentre Francesco Caruso ne ha preso solo 10.000 (al secondo turno, addirittura meno dei voti presi al primo turno, 13.000), una differenza che salta agli occhi, impossibile non vederla. Anche uno sprovveduto, consapevole o no come Caruso, se ne sarebbe accorto della manovra di boicottaggio in atto. Eppure lo zerbino ha fatto finta di niente, o è talmente scemo da non essersene accorto, conducendo una campagna elettorale da potenziale vincitore, forte anche della vittoria di Robertino alle regionali, come se non esistesse nessun accordo sottobanco tra gli Occhiuto, Capu i Liuni e Madame Fifì per la spartizione del bottino.

Ora, era chiaro a tutti che lo zerbino era solo un fantoccio da contrapporre all’uomo scelto dalla massomafia, il caro e vecchio Franz, e nessuno degli “interessati” può far finta di non sapere, smentire i numeri è impossibile. Di più: è sulla bocca di tutti la lite tra Roberto e Mario sulla sua “successione”. La paranza aveva da tempo decretato l’allontanamento definitivo dalla vita politica di Mario, portatore sano di guai giudiziari, a Roberto il compito di dirglielo: “caro Mario se dovesse arrivare qualche uragano giudiziario sugli ultimi 10 anni delle tua amministrazione, forse è meglio non farti trovare ancora nelle stanze del Comune, una tua presenza, come vicesindaco o chissà cosa altro, potrebbe compromettere la mia poltrona da governatore. Perciò il tuo zerbino non può essere eletto, con lui al comando, il rischio, se è vero come è vero che sta per arrivare una operazione antimafia contro i corrotti di Cosenza, di un commissariamento del Comune è altamente probabile”.

Se invece al Comune c’è un sindaco nuovo e un consiglio comunale totalmente rinnovato, il commissariamento si potrebbe scongiurare. Un eventuale commissariamento del Comune sarebbe un disastro per gli amici degli amici, che contano di fare buoni affari con Franz nei prossimi anni (600 milioni di euro di investimenti), sta tutto qui il boicottaggio di Francesco Caruso. La presenza di Mario per questo non è più gradita, e questo nel sottobosco politico che si è mosso in queste ultime settimane è stato l’argomento principale. Possibile che Francesco Caruso non si è accorto di niente? E allora a questo punto la domanda sorge spontanea: ma lo zerbino c’è o ci fa?