Cosenza 2021. Franz Caruso sindaco, non ci voleva Madame Fifì per indovinare il futuro

Non ci voleva Madame Fifì per indovinare il futuro. Lo abbiamo detto e scritto: la regione a Robertino, la città di Cosenza a Nicola Adamo e Madame Fifì. Il solito patto trasversale di non belligeranza tra potenti famiglie masso/politiche per la spartizione del bottino, in uso da queste parti da decenni. Un accordo tra vecchi marpioni che, come volevasi dimostrare, ha retto alla conta dei numeri, dimostrando ancora una volta la rodata capacità di controllo, da parte degli amici degli amici, del voto nella nostra città. Non sono bastati i quasi 13.000 voti raccolti al primo turno dal prestanome di Occhiuto per mettersi sul cappello il pennacchio da sindaco. Alla fine ha vinto il designato: Franz l’incappucciato con quasi 15.000 voti, contro i 10.000 voti dello zerbino. Franz conferma i suoi voti (8342 voti) ai quali vanno aggiunte  quasi 7.000 preferenze arrivate dagli alleati. Il meccanismo a suo favore ha funzionato alla perfezione. I diecimila voti di Francesco Caruso, invece, confermano il boicottaggio (già avvenuto al primo turno), tutto interno al centrodestra, che lo zerbino ha subito. Lo abbiamo scritto: è stato lo stesso Robertino a dare ordine di boicottare lo zerbino del fratello Mario, e i 3000 voti in meno rispetto al primo turno, parlano chiaro.

È sempre stato questo il volere della massomafia: a Cosenza deve vincere Franz, e Mario Occhiuto deve stare il più possibile alla larga dagli uffici comunali. Perciò Robertino, a parte la pagliacciata del caffè sul corso, non si è speso minimamente per Francesco Caruso. Eppure avevano dalla loro “il traino” della vittoria alle regionali, ma non ha funzionato. E non per chissà quale “problema”, ma per una ferma e convinta volontà politica dell’intera paranza del centrodestra di sacrificare lo zerbino sull’altare degli intrallazzi.

Del resto gli Occhiuto pagano un debito di riconoscenza a Madame Fifì che li ha sempre sostenuti, e i debiti di riconoscenza tra paranze si pagano: anche Mario Occhiuto (che come si sa non è abituato a pagare i debiti) che ha provato fino all’ultimo a resistere, alla fine si è dovuto arrendere. Di certo non voleva, con la sua resistenza ad accettare Franz, osteggiare gli accordi presi con Madame Fifì con la quale si trova benissimo ad intrallazzare, Mario voleva solo essere rassicurato “sulla stabilità e sulla continuità delle sue opere” realizzate in 10 anni di duro lavoro. Già, perché è convinto di essere un grande architetto e ci tiene ad essere ricordato negli annali della città come il grande sindaco del grande cambiamento. Non voleva di certo far vincere il suo zerbino, voleva solo appagare la sua famosa ciutia, anche perché sa bene che di questi tempi incerti, è meglio non far dispetto a nessuno. Men che meno agli amici degli amici.