Cosenza al bivio tra Berlusconi e Gratteri

Il tempo stringe e i giochi vanno chiusi in fretta. Il rischio che questa volta si concretizzi davvero un’azione giudiziaria contro l’intoccabile e potente massomafia cosentina, è altamente probabile. E questo ha provocato una forte “fibrillazione” in chi, come Marcello Manna, Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, Mario Occhiuto, Ernesto Magorno (restando solo nell’ambito politico), sente da tempo sul collo il fiato della Giustizia. Correre ai ripari prima che la tempesta li colga allo scoperto, è il loro unico pensiero. Le vecchie coperture massoniche/giudiziarie, potrebbero non bastare più a garantire loro l’impunità di cui hanno goduto fino ad oggi. Rinforzare le difese contro una eventuale, quanto altamente probabile azione giudiziaria, è lo scopo principale che muove i marpioni succitati, in ogni loro pseudo azione politica, messa in campo in questi ultimi tempi, spacciandola agli occhi della gente come necessaria al “bene comune”. Tutto è finalizzato alla costruzione di un condiviso e proficuo accordo con la solita vecchia e stantia nomenklatura partitica capace ancora di controllare congressi e “direzioni strategiche”, per assicurarsi una solida candidatura alle prossime elezioni politiche. Essere parlamentari aiuta a tenere lontani gli sbirri. Discussione che avviene ovviamente sotto banco, nella solita logica del do ut des.

A rendere l’aria pesante per i marpioni di cui sopra, non le solite e spesso farlocche “fughe di notizie giudiziarie” che nell’era Gratteri sono state praticamente azzerate, ma i dati ufficiali che provengono dalle relazioni degli organi di polizia giudiziaria (relazione annuale), e dall’autorità giudiziaria che si occupa di mafia che descrivono Cosenza come una città totalmente asservita al potere massomafioso. E se è questo quello che scrive la Dia nella sua relazione semestrale, denunciando una palese collusione tra politica, massoneria e ‘ndrine, oppure come dice Gratteri “Cosenza non è una città da sottovalutare”, il cittadino, qualcuno che ponga un freno a questa “giostra”, se l’aspetta. E poi, lo sanno tutti che da almeno 7 anni esiste una inchiesta che più travagliata non si può, sul Sistema Cosenza: tutti hanno letto i “documenti dell’inchiesta” che durante l’era Lombardo alla Dda di Catanzaro si trovavano anche nei supermercati. Di più: la Dda di Catanzaro ha acquisito, in questi ultimi tempi, decine di pentiti cosentini, dalle cui dichiarazioni non è scaturita nessuna azione giudiziaria di peso. Qualcosa in questo senso dovrà succedere, prima o poi. E forse è arrivato il momento del “poi”.

I marpioni per porsi ai ripari hanno due possibilità: le imminenti elezioni politiche (marzo 2023) e le ancora più imminenti elezioni del capo dello stato. Già, perché l’accordo sotto banco, almeno in Calabria, è tra Forza Italia e il Pd, per portare voti a Berlusconi, l’unico che può garantire l’impunità ai corrotti e ai collusi. Con Berlusconi a capo del CSM, uno come Gratteri può essere messo da parte per la gioia di tanti. Con Berlusconi presidente della Repubblica l’impunità per Mario Occhiuto, Enza Bruno Bossio, Marcello Manna, e Ernesto Magorno, è cosa fatta. Sotto banco a Berlusconi, che ha promesso “cchiù impunità ppi’ tutti”, potrebbero arrivare i voti di molti deputati e senatori del Pd nei guai con la giustizia, e non sono pochi. Berlusconi è l’unico che può tenere testa ai giudici, e da “capo” ancora di più. Conviene a tanti del Pd, e non solo, un Berlusconi presidente. Spetta a Fico trovare il modo per evitare ciò, ed eventualmente smascherarli, se mai ci riuscirà.

Se il piano Berlusca dovesse fallire resta sempre, tempo permettendo, la possibilità di essere eletti deputati. Manca un anno alle prossime elezioni e i “collegi blindati” vanno chiusi il prima possibile. Ed è in questa direzione che si stanno muovendo Madame Fifì e Marcello Mazzetta Manna, e forse anche Mario Occhiuto, la cui candidatura potrebbe spuntare all’ultimo minuto. Il gioco di Madame Fifì lo hanno capito anche i bambini, mentre quello di Manna non è ancora chiaro a tutti. Marcella Mazzetta è da tempo che “alliscia u pilu” al Pd, con la speranza di trovare i referenti giusti per far passare la sua candidatura. Uno di questi potrebbe essere il neo segretario del Pd, Nicola Irto. Marcello potrebbe “fare coppia” con Madame Fifì, con la quale è sempre in sintonia. Mazzetta ha tutti gli argomenti giusti per riuscire in questa sua altra impresa, l’immunità parlamentare è il suo unico obiettivo.

La riuscita o meno dei loro diabolici piani dipende tutto dai tempi previsti di una possibile azione giudiziaria su Cosenza, che la “logica investigativa (dopo sette anni una inchiesta può dirsi conclusa)” vorrebbe a breve. Certo è che non mancano i tentativi di boicottaggio, ma pare abbiano avuto scarso successo. Non resta altro da fare che continuare ad aspettare per vedere chi riuscirà per primo nell’impresa: la Giustizia o ancora una volta i marpioni. Il cronometro è scattato, e la gara appena iniziata, e speriamo che la Giustizia non si ritiri, ancora una volta, prima ancora di tagliare il traguardo.