Cosenza, l’agonia dell’Amaco. La società Asmc chiusa per debiti: il colpo di grazia all’azienda

Riprendiamo a parlare di Amaco riepilogando com’è stato possibile arrivare al fallimento già nel corso della disastrosa gestione dell’ormai ex amministratore unico Paolo Posteraro, che è stato circondato delle persone sbagliate, collezionando quotidianamente flop: uno dietro l’altro. Fino alla bancarotta, parola molto cara ai suoi amici del cuore, i fratelli Occhiuto.

Infatti, tanto per fare un esempio, le famose visite mediche suppletive per alcuni dipendenti, “ordinate” dall’ormai famosa first lady, al secolo Eugenia Meliadò, non hanno sortito l’effetto sperato, anzi hanno peggiorato le prescrizioni degli stessi. Quindi ancora una volta operazioni a perdere e sperpero di denaro, che poteva e doveva essere speso nell’acquisto di pezzi di ricambio, utili ad un autoparco già di per se obsoleto, con il quale quotidianamente grazie al buon senso degli autisti e dei meccanici si cerca di mandare avanti il servizio.

E mentre qualcuno faceva i salti mortali per fare uscire i mezzi e dare servizi ai cittadini, il pool “cerchio magico” continuava a fare i propri squallidi interessi: lo straordinario per alcuni di loro superava di gran lunga quello consentito per legge, mentre altri lavorano sette giorni su sette, in prospettiva di ulteriori contenziosi. Per fortuna, almeno il contratto pronto per essere stipulato con i capetti è saltato, ma nel frattempo questa banda di debosciati ha provveduto anche ad “ammorbidire” un altro sindacalista confederale, mandato fuori sede per partecipare ad un corso di formazione, con la promessa di una sistemazione, insomma si cercava la quadra per una benedetta modifica al regolamento avanzamenti e promozioni. E tutto questo sempre mentre l’azienda era già praticamente fallita. 

Ma la vera chicca nell’anno di grazia 2019 è stata la costituzione di una società controllata e denominata “ASMC S.R.L.”, che aveva sede addirittura nel Comune di Cosenza ed era stata concepita da veri e propri “scienziati” del calibro di Michelangelo Spataro e Mario Occhiuto, ovviamente con il placet di questo gran minchione, parassita e figlio di papà di Posteraro, che ci avevano piazzato nel ruolo di coordinatore il fratello di Spataro, Leonardo, per gestire servizi diversi da quelli del trasporto pubblico locale. Nello sciagurato statuto di questa ciofeca di società si prevedeva (udite udite!) l’istituzione di sedi secondarie, filiali, succursali in altre località italiane e persino all’estero (!!!).

La società aveva per oggetto le seguenti attività da effettuare sia direttamente che mediante l’affidamento a terzi: realizzazione e gestione di parcheggi e parcometri; servizi di rimozione forzata; trasporto scolastico e dei soggetti diversamente abili; realizzazione e gestione di impianti di scale e tappeti mobili; gestione di luoghi destinati all’organizzazione di eventi, da affidare a terzi o realizzare in proprio: fiere, mostre, concerti, rassegne, eventi culturali, musicali, canori. E non è finita qui: effettuazione di servizi di trasporto con conducente su richiesta di scuole, associazioni, fondazioni o altri enti.

“… Per il conseguimento degli scopi sociali – recitava ancora lo sciagurato statuto -, la società potrà compiere qualsiasi operazione immobiliare, mobiliare, commerciale e finanziaria, concedere ed ottenere fideiussioni. La società durerà fino al 2050…”. Incredibile, ma tutto purtroppo drammaticamente e sciaguratamente vero e sotto gli occhi di tutti. Adesso si capisce perché lo stratega del pool – ovvero il fratello del panzone – aveva accettato di coordinare ASMC…

Volete sapere com’è finita? Nel solito modo nel quale finiscono tutte le “iniziative” dei fratelli Occhiuto: con la chiusura per fallimento. Il fatidico “colpo di grazia” per la malcapitata Amaco. Debiti a manetta, che prima o poi qualcuno quantificherà. Un’altra grande “prodezza” di questa banda di farabutti, che ancora sguazza a suo piacimento non solo nella città di Cosenza ma in tutta la Calabria.