Cosenza, Amaco. Tutte le falsità di Franz Caruso imbeccato sottobanco da Posteraro: ora tocca ai lavoratori

La giustificazione ufficiale fa sorridere: il sindaco Franz Caruso (sì, proprio lui, quello incappucciato che fa da prestanome a Nicola Adamo così come fece Perugini) non può cacciare l’amministratore unico dell’Amaco Paolo Posteraro perché ha… un contratto che lo lega all’Azienda fino ad aprile 2023. Sì, avete capito bene: invece di stracciare un contratto fatto evidentemente da chi occupava il posto di sindaco prima di Caruso (fa accapponare la pelle il solo pensarci…) o quantomeno onorarlo ma comunque cacciando a calci nel sedere il responsabile numero uno dello sfacelo e del disastro dell’Amaco, il sindaco alza le mani e – ancora una volta sotto dettatura – si mette contro i lavoratori affermando falsità e menzogne che gridano vendetta.

E siamo ancora una volta qua, a rispondere alle cazzate che il signor sindaco, evidentemente d’accordo con Posteraro sottobanco (come usano fare i “fratelli incappucciati”), è venuto a raccontare ai lavoratori Amaco, nel tentativo di placare gli animi esasperati dei lavoratori. E non solo, perché poi attraverso altri canali informativi, ha continuato ancora a calunniare la forza lavoro dell’azienda accusandoli – ovviamente quando ha lasciato la sede Amaco da vigliacco qual è – di percepire (ancora una volta) una fantomatica quindicesima mensilità, insieme a molte altre cazzate menzionate in un delirante comunicato che ha fatto pubblicare in particolare ad un media noto per essere affiliato alla massomafia di Limbadi. Con la splendida – si fa per dire – ciliegina sulla torta di aver dichiarato di aver pagato già la quattordicesima: nulla di più falso. 

A questo punto, ci chiediamo cosa aspettino i lavoratori dell’Amaco a mettersi in marcia verso il Comune e prendere quantomeno a maleparole il sindaco incappucciato perché davvero non si capisce come questo soggetto possa essere così sfacciatamente falso e ipocrita nei confronti di gente che, al contrario di lui, lavora. Speriamo che i lavoratori possano finalmente decidere di reagire come si deve agli schiaffi in faccia ricevuti da questo spregevole e sempre più impresentabile soggetto del sottobosco della politica locale.