Cosenza Calcio, quando Guarascio cacciò il figlio di Ettore Lanzino e Franco Florio lo mandò a quel paese

di Gabriele Carchidi

Ci ho pensato molto prima di decidermi a scrivere questo articolo. Diversamente da tante altre volte non c’è da raccontare uno dei tanti Segreti di Pulcinella della città di Cosenza ma un fatto che ho vissuto in prima persona insieme a chi, come me, allora, faceva parte dello staff del Cosenza Calcio di Eugenio Guarascio. Le notizie riguardanti il cosiddetto caso Santapaola ovvero il ragazzo della Primavera parente del boss catanese, prima cacciato e poi “ripreso” dopo la pressione dei media di regime, allertati dalla sacrosanta denuncia del giovane e del suo avvocato, hanno indignato tutti ed è stato giusto così.

Ma come si fa a rimuovere e a dimenticare quanto era accaduto alla fine del 2013 ad un altro ragazzo del settore giovanile rossoblù, che aveva solo la “colpa” di chiamarsi William Lanzino e di essere il figlio del boss Ettore Lanzino?

E però ci ho pensato ugualmente e molto prima di scrivere perché comunque in questa storia ci sono tanti protagonisti che avevano deciso di non far uscire nulla all’esterno di quanto era accaduto e sinceramente non me la sono sentita di chiamarli, magari per riaprire delle ferite che in qualche modo si erano rimarginate. Poi per fortuna Santapaola era stato riammesso nel gruppo e quindi era venuta meno anche l’esigenza di “proteggere” il giovane suo malgrado al centro dell’attenzione mediatica. Ma più passavano i giorni e più questa vecchia vicenda mi tormentava. E così, alla fine, ho deciso di raccontarla. Senza coinvolgere nessuno per evitare strumentalizzazioni che non mi interessano. Anche perché non sono certo il solo, in tutti gli ambienti sportivi della città a conoscerla. La racconto solo e semplicemente per amore della verità.

Nell’estate del 2013 Ettore Lanzino (in questa sede non ha importanza ricordare chi è e cosa ha fatto perché non si parla di lui ma del figlio) era stato già catturato dai carabinieri dopo un periodo di latitanza, di conseguenza non c’era nessun motivo per il quale il figlio dovesse “vergognarsi” e William, come sempre ha fatto fin da quando era un bambino, si divertiva a giocare a pallone. Classe 1996, all’epoca aveva 17 anni e dal Rende, nel cui settore giovanile era cresciuto, William era stato tesserato dal Cosenza Calcio. Io collaboravo con l’ufficio stampa, in particolare mi occupavo del sito ufficiale della società e quindi seguivo anche il settore giovanile, aggiornando il sito con tutte le notizie che riguardavano non solo la prima squadra ma anche la formazione Berretti, allenata da Franco Florio.

13 settembre 2013 (http://www.ilcosenza.it/2013/09/13/berretti-i-21-convocati-di-florio-per-la-sfida-di-domani-contro-il-lecce-al-marca-ore-15/)

Sono stati tesserati anche il centrocampista Maiolo, scuola Vigor Lamezia, lo scorso anno a Davoli, il centrocampista Nigro della Popilbianco e gli attaccanti Greco (svincolato, ex Real Cosenza), Perrotta (dal Marca) e Lanzino (dal Rende).

William Lanzino, dunque, era entrato a far parte della squadra di Franco Florio e si dava da fare per conquistarsi un posto da titolare integrandosi al meglio in un gruppo affiatato e plasmato da un allenatore bravo e preparato come Florio, che nel coso della sua carriera di calciatore ha giocato per molti anni con il Cosenza, in Serie B e in Serie C, e aveva avuto anche esperienze importanti con il settore giovanile della Roma, col Monza e col Foggia. Franco poi era subentrato a Brunello Trocini, nel corso del campionato Juniores riservato alle squadre di Serie D, al culmine della diatriba tra Guarascio e il direttore sportivo Stefano Fiore per la gestione del settore giovanile. Di conseguenza, nella stagione successiva, poiché il Cosenza era stato ripescato nel campionato di Seconda Divisione (la vecchia Serie C2), i lupacchiotti sarebbero tornati a giocare il campionato Berretti e Florio aveva visionato e dato il via libera per il tesseramento di William Lanzino, che aveva giocato diversi spezzoni di partita all’inizio del campionato. Mai nessuno screzio con il mister e i compagni e un atteggiamento di grande responsabilità e di equilibrio nell’accettare ogni decisione di Florio, impegnandosi al massimo come tutti per conquistare punti per il Cosenza in quel campionato Berretti. Poi, il 17 ottobre del 2013, in una partitella del giovedì tra la prima squadra, all’epoca allenata da Roberto Cappellacci, e la Berretti, Lanzino era riuscito a segnare anche un bel gol, mettendosi in particolare evidenza. Così come annotavo sul sito ufficiale…

17 ottobre 2013 (http://www.ilcosenza.it/2013/10/17/alessandro-e-mosciaro-riprendono-a-correre-criaco-e-pollina-in-evidenza-nella-partitella-con-la-berretti/)

La Berretti è andata a segno con una bella azione corale conclusa di testa da William Lanzino, classe 1996, esterno offensivo proveniente dal Rende, che sta cercando di ritagliarsi spazio nella squadra di Florio… Puntuale il saluto del giovedì del presidente Guarascio e dell’amministratore delegato Quaglio. Il presidente ha parlato a lungo con Cappellacci a bordo campo…

Io non so se è stato allora che Guarascio si è “accorto” che nel settore giovanile giocava anche William Lanzino, fatto sta che il ragazzo ha continuato a far parte dell’organico della squadra Berretti e ha giocato ancora altre partite, come per esempio quella di “cartello” contro il Lecce, fino al mese di dicembre quando improvvisamente William Lanzino è stato inserito, senza che il patron lo avesse chiesto a Franco Florio (che doveva comunque essere informato, se si fosse trovato in una società seria), nelle liste di svincolo. Una maniera “delicata” per dirgli che non era gradito al Cosenza Calcio.

Ricordo perfettamente quel giorno di fine dicembre quando allo stadio San Vito, il direttore generale Ciccio Marino (che era subentrato a Stefano Fiore all’inizio della stagione) aveva informato tutti della decisione del presidente. L’ordine ovviamente era quello di non dare nessun particolare sulla vicenda e continuare come se nulla fosse accaduto. Il primo a reagire è stato Franco Florio, che appena appresa la decisione, non ci ha pensato due volte ad affrontare a muso duro Guarascio. mandarlo a quel paese e comunicargli le sue immediate dimissioni dalla guida tecnica della Berretti senza ovviamente lasciare trapelare nulla all’esterno per tutelare William, che aveva deciso di non denunciare pubblicamente l’odioso trattamento che aveva ricevuto.

Per quanto mi riguarda, avevo deciso – in un momento molto particolare della mia attività professionale – di entrare nello staff del Cosenza Calcio nonostante fossi stato molto critico solo fino a qualche settimana prima rispetto alla gestione della società da parte di Guarascio. E non mi erano certamente mancate le critiche rispetto a quella decisione. Tuttavia, in un momento difficile e delicato, non me l’ero sentita di imitare Franco Florio e così anche io mi ero mantenuto dentro il “segreto”.

C’è un ultimo aspetto da ricordare e lo ricorderò per non mancare di rispetto a Franco Florio. Il 22 gennaio 2014 la società aveva deciso di annunciare il nome del nuovo allenatore della Berretti e nelle disposizioni che mi erano state date per scrivere il comunicato stampa, c’era un ordine preciso: non ricordare in nessun modo chi lo aveva preceduto ovvero Franco Florio. Roba da dittatura, insomma. Questo il testo di quel comunicato… (http://www.ilcosenza.it/2014/01/22/settore-giovanile-pasquale-nervino-allenatore-della-berretti-rossoblu/).

Non so se ci siano altri precedenti di “censura” e di prevaricazione così gravi nei confronti di un professionista ma di sicuro c’è che le cose sono andate effettivamente così. Successivamente, avrei lasciato lo staff del Cosenza Calcio alla fine di quel campionato, quello del Centenario, restando però a disposizione per il campionato successivo per il ruolo di speaker del San Vito a titolo gratuito. Me ne sono andato definitivamente il 3 aprile del 2015, molti conoscono il motivo ma mi riservo di raccontarlo tra qualche tempo, quando magari gli eventi saranno maturi per parlare anche di un’altra storia, forse ancora più vergognosa di quella che ho appena raccontato. Con la speranza che nel frattempo il dittatore se ne sia tornato nelle fogne della ‘ndrangheta di Rosarno (http://www.iacchite.blog/il-pentito-pulice-accusa-guarascio-il-clan-dei-pesce-lo-protegge-e-lo-appoggia-a-gioia-tauro/) dalle quali è venuto qui a Cosenza.