Cosenza Calcio, quel Centenario salvato solo dalla passione. Ma Guarascio può rifarsi

Due anni fa il Cosenza Calcio ha festeggiato il Centenario.

Senza voler riaprire una vecchia polemica, è doveroso ricordare che i “festeggiamenti” predisposti dalla società per la Partita del Centenario, il 23 febbraio 2014, si sono rivelati del tutto inadeguati e, per certi versi, offensivi nei riguardi della passione e soprattutto dell’ intelligenza dei tifosi rossoblu.

La banda musicale, gli sbandieratori, le Vespe, la “scenetta” di un gruppo di teatranti a dir poco irriverenti, la sfilata di abiti ricondotta a momenti della storia rossoblu, la musica da discoteca (unz unz unz) e i fuochi artificiali (in pieno giorno!) rappresentano i classici topolini partoriti da una montagna senza né capo e né coda.

La stragrande maggioranza della tifoseria avrebbe voluto vedere sul prato del San Vito i suoi beniamini ovvero i calciatori e gli allenatori e la scelta sarebbe stata immensa con cento anni di storia. Nonostante la concorrenza dei comitati di tifosi, la società avrebbe dovuto e potuto portare alla Partita del Centenario un numero anche minimo di vecchie glorie per salvare la faccia e invece non l’ha fatto. Deliberatamente. Ha detto no categoricamente ad ogni ipotesi di invito di calciatori da sostenere con il pagamento di qualche biglietto aereo e di qualche pernot- tamento. Niente da fare. Neanche se i biglietti d’aereo e i pernottamenti da pagare, alla fine, fossero stati tre… Per un totale di circa 1000 (!!!) euro.

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Un atteggiamento ostinato di chiusura totale che è davvero difficile poter difendere. Si è riusciti solo in extremis a mettere una pezza per la presenza di Gigi Marulla ma è stato veramente il “minimo sindacale”.

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Gli Ultrà Cosenza hanno sciorinato grandi iniziative, hanno fatto venire a Cosenza ultrà da tutta Italia, hanno realizzato una coreografia da sogno e non hanno avuto un solo euro di contributo. Abbiamo capito le difficoltà economiche della società ma negare finanche la possibilità di far srotolare dal palazzo in costruzione alle spalle della Curva Sud uno stri- scione rossoblu per la modica cifra di 300 euro sa davvero di beffa.

Davanti alla prospettiva di rimanere totalmente isolati dalle celebrazioni e dai festeggiamenti, la società aveva provveduto a richiamare Luigi Vircillo dopo mesi di incomprensioni e di tira e molla. Si pensava che il suo intervento potesse realizzare il miracolo di far convergere anche la società nell’ organizzazione del Gran Galà originariamente previsto al Teatro Rendano. Ma non è stato possibile…

Eugenio Guarascio
Eugenio Guarascio

Arrivati a questo punto, la speranza era una sola: che Vircillo potesse convincere Guarascio almeno a mettere su un programma dignitoso per il prepartita. Risultato? Vircillo è stato costretto ad inserire nel programma un’ idea tanto sconclusionata quanto inutile relativa alla sfilata di personaggi storici “adattati” da improbabili calciatori…

Ha provato a volare alto inventandosi la sfilata degli abiti d’epoca da ricondurre alla storia del Cosenza e a suggerire la soluzione dei fuochi d’ artificio ma entrambe le iniziative sono state decisamente insufficienti per elevare il livello delle celebrazioni.

Una delusione su tutti i fronti. Eppure, festeggiare un Centenario poteva e doveva significare per la società programmare iniziative per fare soldi a palate.
 Marketing e merchandising, non si capisce per quali astruse motivazioni, sono stati completamente trascurati. E sulla Maglia del Centenario è meglio stendere un velo pietoso.


Guarascio, che aveva già capito l’ antifona, si era affrettato a precisare che i “veri” festeggiamenti si sarebbero fatti alla fine del campionato. Ma ovviamente mentiva…

Può rifarsi, però. E io per primo sarò lì a ringraziarlo se ci dovesse riportare in Serie B. In quel caso lo perdonerei. A patto che per la festa della Serie B ci porti (anche se in ritardo) in una giornata memorabile la nostra storia al “Gigi Marulla”.

Gabriele Carchidi