Cosenza. Cari aspiranti sindaci, ma cosa pensate del decennio “marchiato” Occhiuto? (di Sergio Nucci)

di Sergio Nucci

Lo confesso, anche io in questi giorni leggo con morbosa curiosità le anticipazioni sui possibili candidati a sindaco di Cosenza che si confronteranno nelle prossime consultazioni amministrative del 2021. Morbosa tuttavia irrefrenabile curiosità in quanto cosentino non lontano dalle vicende della mia città.

E leggo nomi di candidati veri o presunti tutti rispettabilissimi, ci mancherebbe. Leggo di ritorni e di novità. Leggo anche di improbabili “accordoni” – ma da noi tutto è possibile –  a favore di Tizio e/o a sfavore di Caio.

Di alcuni in verità non ricordo di aver letto in questi dieci anni un solo intervento sulla città, sui problemi dei suoi abitanti, sulle criticità che ha vissuto. Nulla, ma certo sarò stato disattento io.

Insomma leggo davvero di tutto ma forse di una cosa fino ad oggi non ho letto un solo rigo: cosa in cuor loro questi candidati, ribadisco autentici o soltanto tirati per la giacchetta, immaginano per la loro città.

Non si sa ad esempio come i papabili si pongano rispetto ai dieci anni, che tra un po’ finiranno, della attuale gestione. Il loro giudizio qual è? Certo di qualcuno/a lo si conosce, fin troppo bene, ma di altri, non si capisce se si muoveranno o meno in continuità con l’attuale amministrazione e con il modus operandi che ha caratterizzato questi dieci anni di governo della cosa pubblica.

Ma non solo. Neanche una parola a come si uscirà dalle secche del dissesto targato Occhiuto. Un bilancio, quello del Comune di Cosenza, che per i prossimi anni non consentirà al malcapitato/a che dovesse assumersi l’onere di guidare una città di poco più di sessantamila abitanti, di dormire sonni tranquilli.

Insomma, opinione personale, se si leggono nomi e non si leggono programmi vuol dire che la cosa è davvero preoccupante.

La stretta di mano, la pacca sulla spalla, la promessa (perché altro davvero non è possibile) di questo o quel favore, di questo o quell’incarico potranno convincere gli elettori?

Se fossi giornalista, in realtà lo sono ma solo per mio diletto, comincerei a scavare nelle idee dei futuri contendenti alla poltrona di primo cittadino.

Comincerei a chiedere cosa pensano del decennio “marchiato” Occhiuto. Come pensano di risollevare le sorti di una città allo sbando atteso che mancheranno per diversi anni le risorse. Come faranno a far funzionare la macchina comunale che conta attualmente poco più di 400 dipendenti. Cosa faranno quando si tratterà di reperire i fondi per la gara delle cooperative. Come aiuteranno i settori produttivi della città vessati, tranne poche e non lodevoli eccezioni, come non mai.

Insomma dopo l’antipasto dei nomi adesso è il momento delle pietanze, ovvero di scrivere del destino della nostra città.

Dal canto mio resto sempre dell’idea che solo una grande area civica possa intestarsi l’onere e l’onore di guidare il rinnovamento in città. E’ una mia vecchia idea, un mio credo al quale non intendo abiurare.