Assieme a lui hanno ricevuto il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari per lo stesso reato il socio della Ofin Carmine Potestio, in passato capo di gabinetto di Occhiuto al Comune, e la sorella del primo cittadino, Annunziata, diventata amministratore e legale rappresentante della società dopo l’uscita di scena del fratello eletto sindaco.
I finanzieri spiegano che le indagini hanno permesso di accertare come l’insolvenza della società fallita è riconducibile a una crescente crisi di liquidità dovuta a finanziamenti non restituiti da soci e società partecipate. E pure, ma in misura marginale, a cessioni di leasing sui beni aziendali considerate antieconomiche dagli investigatori.
La Guardia di Finanza affonda i colpi nell’informativa: «Mario Occhiuto, in costanza di un crescente debito nei confronti del Fisco, ha prestato garanzie e fideiussioni per importi molto consistenti alle società a lui riconducibili e non ha tenuto conto dei rischi di impresa delle società garantite».
Intanto, com’era ampiamente prevedibile, l’udienza preliminare prevista per oggi, è stata rinviata all’8 novembre. La decisione è stata presa dal Gup, Francesco Branda, in considerazione di un legittimo impedimento del difensore di Occhiuto, l’avvocato Nicola Carratelli, impegnato in un’udienza davanti la Corte di cassazione. I soliti accordi.