Cosenza, carta canta: Occhiuto è scivolato in un buco da 28 milioni di euro

Mario Occhiuto è scivolato in un buco da 28 milioni di euro. Una voragine che ha inghiottito pure le sue ambizioni di leader del centrodestra alle elezioni regionali, dal momento che nessuno ha avuto il coraggio di candidarlo preferendogli prima la Santelli e poi… il fratello.

La cifra è messa nero su bianco nell’informativa del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Cosenza, coordinata dal colonnello Marco Grazioli, alla base dell’inchiesta in cui il sindaco bruzio è indagato per bancarotta fraudolenta quale amministratore e legale rappresentante della Ofin srl.

Assieme a lui hanno ricevuto il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari per lo stesso reato il socio della Ofin Carmine Potestio, in passato capo di gabinetto di Occhiuto al Comune, e la sorella del primo cittadino, Annunziata, diventata amministratore e legale rappresentante della società dopo l’uscita di scena del fratello eletto sindaco.

I finanzieri spiegano che le indagini hanno permesso di accertare come l’insolvenza della società fallita è riconducibile a una crescente crisi di liquidità dovuta a finanziamenti non restituiti da soci e società partecipate. E pure, ma in misura marginale, a cessioni di leasing sui beni aziendali considerate antieconomiche dagli investigatori.

La Guardia di Finanza affonda i colpi nell’informativa: «Mario Occhiuto, in costanza di un crescente debito nei confronti del Fisco, ha prestato garanzie e fideiussioni per importi molto consistenti alle società a lui riconducibili e non ha tenuto conto dei rischi di impresa delle società garantite».

Intanto, com’era ampiamente prevedibile, l’udienza preliminare prevista per oggi, è stata rinviata all’8 novembre. La decisione è stata presa dal Gup, Francesco Branda, in considerazione di un legittimo impedimento del difensore di Occhiuto, l’avvocato Nicola Carratelli, impegnato in un’udienza davanti la Corte di cassazione. I soliti accordi.