Cosenza, cerimonia in ricordo di Roberta Lanzino

Un femminicidio impunito. Roberta Lanzino, studentessa universitaria ad Arcavacata, venne violentata e uccisa il 26 luglio del 1988 lungo la strada che da San Fili conduce a Falconara Albanese. I familiari e gli amici (tanti) l’hanno ricordata durante una cerimonia religiosa celebrata nella chiesa di Sant’Antonio a Commenda. Per la prima volta, seduto tra i banchi della struttura religiosa non c’era il papà, Franco. Il padre di Roberta è morto nei mesi scorsi dopo tre decenni spesi invocando giustizia per la figlia. Tre decenni che l’hanno visto pure impegnato allo spasimo, insieme con la moglie, Matilde, in giro per l’Italia per combattere contro la violenza esercitata sulle donne. Franco Lanzino, era il presidente della Fondazione intitolata a Roberta. Una Fondazione che ha promosso centinaia di progetti e iniziative in Calabria (e non solo) per educare i giovani al rispetto delle donne e delle leggi, creando pure una struttura dove vengono accolte gratuitamente le persone che hanno subito violenze psichiche e fisiche. Oggi, il posto di Franco, è stato preso da Matilde.

«La Fondazione» spiega «non ha smesso un attimo di funzionare da quando Franco non c’è più. Abbiamo continuato il suo lavoro, come avrebbe desiderato. La sede della Fondazione diventa adesso “casa rifugio”. Al momento ospitiamo due persone con relativi bambini e continueremo ad ospitare e aiutare tutte le donne in pericolo e in difficoltà». L’attività  della “Roberta Lanzino” si estende anche attraverso la creazione di “centri di ascolto” istituiti a Celico, San Giovanni in Fiore e Dipignano. «Sono punti d’incontro» sottolinea Matilde Lanzino « ai quali tutti possono avvicinarsi per trovare sostegno e appoggio. Franco voleva che la Fondazione fosse quanto più possibile aperta e coinvolgente e così continuerà ad essere».