Cosenza. Chiamatela Anna Rita: da “girulera” a “sorvegliante” (mancata) e ora “pentita”

A Cosenza Giovanna Petrocca, già consigliere ministeriale aggiunto per le esigenze dell’area di staff della Direzione centrale per le risorse umane, ha vissuto per circa 4 anni da quando l’hanno chiamata per prendere il posto di Conticchio e diventare così la prima donna questore della città dei Bruzi. Non solo senza concludere una beneamata… ma perseguitando solo e soltanto innocenti. Con assurde richieste di sorveglianza speciale agli attivisti antagonisti della città, peraltro rispedite indietro a lei e al suo scadente suggeritore.

La signora Petrocca, purtroppo, non ha fatto nulla per assicurare la legalità, anche se non solo per colpa sua, visto che tutti sanno che a Cosenza non c’è una procura ma un porto delle nebbie. E’ stata più impegnata nei “casini” (in tutti i sensi) del suo ufficio in questura a via Frugiuele – e c’è da giurare che prima o poi verranno fuori – che sul fronte della “guerra” alla criminalità e anche questo ormai lo sanno tutti. Ma che arrivasse alla deriva di richiedere e poi vedersi respingere sorveglianze speciali per ragazzi da sempre “compagni”, schierati a sinistra e dalla parte degli ultimi, beh questo non se lo sarebbe aspettato davvero nessuno tra tutti quelli che la conoscono e che l’hanno conosciuta. Deve proprio aver perso la testa in questi anni, altrimenti non si spiega e allora ci piace ricordarla com’era o meglio come ce la descrive un suo illustre compaesano.

Sì, perché Giovanna Petrocca, 61 anni, è calabrese, di Petilia Policastro (Crotone), petilina doc. E ne ha tracciato un bel profilo Masino Medaglia nel blog “Pulicastru e Pulicastrisi”.

“… è una ragazzina del Castello di Petilia Policastro, degli anni ’60, vivace e, come si definisce simpaticamente lei, all’epoca “girulera”. Giovanna Petrocca, più nota come Anna Rita, figlia dello stimato, premuroso prof. Achille Petrocca, dal 1998 ha ricoperto la ragguardevole, meritata carica di vicequestore di Roma e dal gennaio 2009 è stato Primo Dirigente della Polizia di Stato, nonché Dirigente della Polizia Scientifica di Roma con competenza su Lazio, Umbria e Abruzzo.

Ciononostante, questa nostra petilina doc, istituzionalmente impegnatissima, ha un angolo del suo cuore gelosamente riservato a quella ragazzina vivace e cordiale che tenacemente, ancora oggi, percorre le stradine della sua Petilia Policastro desiderosa di rinverdire e consolidare i ricordi che hanno scandito la sua infanzia.
Anna Rita Petrocca si trasferisce a Roma all’età di 15 anni. Lì si laurea in Giurisprudenza e intraprende la strada dei suoi sogni, che realizza appieno.
Anna Rita Petrocca è dell’epoca “Quelli che gli Ardorini”. Forse, chissà, se Anna Rita Petrocca fosse rimasta l’avremmo eletta primo sindaco donna di P. Policastro (facendo sicuramente la gioia del padre). Vuol dire che ci accontenteremo di digitare il suo nome su Google e conoscere la sua splendida carriera.
Ad Anna Rita, da parte di tutti noi e, in particolar modo di chi scrive, un “in bocca al lupo” (da Sila!). (Masino Medaglia)…”. 

Che cosa è rimasto di quella ragazzina noi sinceramente non lo sappiamo, quello che è certo è che il questore negli ultimi tempi non stava neanche più in… questura. Infatti se n’è andata in pensione in anticipo. E a nulla bastano le mezze verità che ha detto ad un buffone conclamato come l’ex presidente della Commissione Antimafia. Ora la sostituisce un questore che tutti chiamano “cazzone” e tutti stanno cercando – in tutti i modi – di non fare uscire fuori tutte le magagne coperte con arresti a raffica di venditori di fumo a due lire e di pesci piccoli. Ma a Cosenza si dice “ammuccia ammuccia ca para tutto…”. A presto!