Cosenza corrotta, Occhiuto e il ruolo delle banche

Siamo agli sgoccioli delle sua breve ma intensa vita politica. Lo abbiamo scritto tante volte: se non avesse fatto il sindaco, Occhiuto, con tutti i debiti e guai che si ritrova sul groppone, sarebbe di sicuro finito in galera. Almeno in una città normale, con una procura normale. E per come si sono messe le cose per lui, non è detto che non ci finisca. Le coperture di cui ha goduto fino a poco tempo fa, potrebbero, alla luce anche dei guai che hanno colpito i suoi padrini tipo Spagnuolo, Cozzolino e compagnia bella (magistrati indagati), non essere più disponibili. Quello che poteva garantire fino a ieri agli amici degli amici, gli stessi che lo hanno messo sulla poltrona di sindaco, oggi non lo può più garantire. Appalti, incarichi, truffe ai cittadini, ladrocinio delle casse comunali, determine a trucco, finanziamenti e prestiti a vrusciu, e tante altre cosette così. E senza guagna non si cantano messe.

Fino a che la sua stella politica viaggiava alta, tutti erano con lui, persino gli istituti di credito, nonostante i tanti prestiti non restituiti, lo appoggiavano, ma ora che lo hanno mollato tutti e le speranze di una sua vittoria politica alle prossime regionali sono pari a zero, e quindi la possibilità di rubare per “cacciarsi i debiti” è svanita, tutti hanno deciso di presentargli il conto. Tra i primi proprio gli istituti di credito.

Già, perché ad Occhiuto lo hanno mollato tutti: Lega, Fratelli d’Italia, e oltre il 90% di quel che rimane di Forza Italia. Senza contare i suoi tanti finti amici che come i topi hanno iniziato ad abbandonare la nave.

Se non farà mai il presidente della Regione, non potrà mai far fronte all’enorme mole di debiti che le banche reclamano. Ed è proprio questo il motivo che ha indotto le banche a chiedere al procuratore Spagnuolo di tirare fuori le indagini e le loro denunce sulle bancarotte fraudolente di Occhiuto datate 2013, fino a quel momento sapientemente (con l’assenso di tutti banche comprese) imboscate. Visto che la vigna è finita e la possibilità di recuperare le enormi cifre che Occhiuto deve alle banche (in totale sono 28 milioni di euro di bancarotta) sono svanite, meglio mettersi al sicuro e denunciare tutto pubblicamente.

Ecco, è questo il vero guaio di Occhiuto, è questo l’unico motivo che lo ha spinto in politica: trovare una soluzione per i suoi tanti problemi giudiziari. Tutto il resto è solo teatro. Della città, dei suoi abitanti non glien’è mai fregato niente.

Povero Occhiuto, saperlo in questa condizione, un po’ ci rattrista, perché quello che ci chiediamo è: cosa l’aspetta ora? Non è che dovrà andare a lavorare? Se mai in vita sua lo ha fatto!