Cosenza e i 90 milioni per il centro storico: una storia fantastica (di Francesca Canino)

di Francesca Canino

Il 31 luglio 2019, esattamente un anno fa, l’allora ministro per il Sud, Barbara Lezzi, scrisse il seguente post sulla sua pagina Facebook: «Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto – eletto con Forza Italia e Fratelli d’Italia – non brilla soltanto per le indagini a suo carico ma anche per l’arroganza con cui tratta i suoi cittadini ai quali dovrebbe umilmente chiedere perdono per non aver ancora speso le risorse che sono state assegnate al centro storico della città. Stia certo il Sindaco plurindagato che i suoi insulti e deliri non mi fermeranno. Cosenza avrà il suo centro storico riqualificato e non permetterò che la sua sospetta insistenza nel cambiare destinazione ai fondi (dal pubblico al privato) blocchino la spesa».

Parole forti giunte qualche tempo prima della dichiarazione di dissesto del comune bruzio. A distanza di un anno, considerato che le risorse (CIS) a cui si riferiva l’ex ministro Lezzi, in carica fino al 5 settembre 2019, non sono state ancora spese, ne ricostruiamo l’insidiosa storia, dalla quale emergono fatti tuttora poco noti e controversi figuranti.

Il ministro Franceschini a Cosenza destina 90 milioni al centro storico

A fine novembre 2017, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini giunse a Cosenza per presentare un suo libro. Nelle ore precedenti l’evento, associazioni e comitati cittadini si erano organizzati per incontrare il ministro e mostrargli le pessime condizioni del centro storico di Cosenza, da anni oggetto di dibattiti, convegni, proposte, abbattimenti illegittimi, incuria e crolli. L’incontro, di fortuna, avvenne nella sala della curia arcivescovile: i rappresentanti dei comitati lessero una lettera al ministro, il quale propose subito un aiuto concreto per il centro storico cosentino. Si trattava del finanziamento Fondo Sviluppo e Coesione, di cui al Piano Operativo “Cultura e Sviluppo”, con il quale si destinarono 90 milioni di euro per il “Progetto integrato di riqualificazione e rigenerazione di un quartiere del Centro Storico di Cosenza”. Il progetto prevedeva il coinvolgimento della comunità locale e la stesura di un progetto integrato quale nucleo centrale per tutte le altre azioni di sostegno, che avrebbe dovuto interessare i privati e individuare attrattivi culturali per riqualificare una parte omogenea del territorio. Infatti, il finanziamento faceva riferimento a un quartiere, oggetto di intervento e non a interventi di vario genere disseminati nel Centro Storico.

L’incontro alla Provincia organizzato dal Pd

Con le elezioni di marzo 2018 e la vittoria dei 5 Stelle, fu nominato ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, nomina che le forze politiche sconfitte ritennero essere di secondo ordine, poiché continuarono a comportarsi come se fossero ancora al potere. Infatti, l’8 giugno 2018, si svolse un incontro nelle sale della Provincia di Cosenza, organizzato dal Pd locale, al quale parteciparono i residenti del centro storico, le associazioni e quasi tutti i rappresentanti del Pd cittadino. In quella sede, gli organizzatori dell’incontro rivendicarono la paternità del finanziamento, visto che Franceschini era un loro ministro, e in virtù di ciò lasciarono intendere chiaramente che sarebbero stati loro i gestori dei fondi in arrivo. L’entusiasmo in sala era evidentissimo, i 90 milioni rappresentavano una provvidenziale ‘manna’ da riservare in minima parte al centro storico – che, a oltre alle passerelle politiche, non è mai interessato a nessuno – e in massima parte ad altro e altri, come sempre accade quando i politici hanno a disposizione una rilevante somma da gestire.

90 milioni solo per gli edifici pubblici

In quella occasione, i residenti, i primi a subire da sempre il degrado del centro storico e a soffrire per la perdita dei luoghi legati alla storia cittadina, dopo aver tentato per anni di ricevere le dovute attenzioni non solo dell’amministrazione comunale e provinciale di Cosenza, ma anche della Regione e dei parlamentari calabresi sulla disastrosa situazione del centro storico bruzio, si mostrarono speranzosi, ma nel contempo guardinghi. Come fidarsi, si chiedevano i cittadini, dei soliti noti che in tanti anni non avevano mostrato alcun interesse per Cosenza vecchia?

I dubbi aumentarono quando si seppe che i 90 milioni sarebbero stati investiti per migliorare gli edifici pubblici di Cosenza vecchia, non pericolanti e in buono stato di conservazione, e nemmeno un centesimo, invece, sarebbe stato speso per la ristrutturazione degli immobili privati fatiscenti. 90 milioni per arricchire i politicanti e i loro sodali traffichini? I cittadini reclamavano i fondi per recuperare le case, per mettere in sicurezza i quartieri, per dare dignità alle persone indigenti e per impedire la perdita del patrimonio storico della città. Che senso avrebbe, infatti, spendere milioni per interventi sugli edifici pubblici che godono di buona salute e lasciare gli immobili privati a deteriorarsi sempre più? Meglio rispedirli al mittente ed evitare altra corruzione impunita. E sì, perché è risaputo che a Cosenza i reati non si puniscono, si premiano.

La visita del ministro Bonisoli a Cosenza, le polemiche, il ruolo della sua segretaria

Alcuni mesi dopo, il ministro Bonisoli annunciò una visita a Cosenza per gennaio 2019. La notizia scatenò un vero e proprio ‘assalto alla diligenza’ da parte degli amministratori locali, di alcune associazioni e di tutti coloro che avevano messo gli occhi sulla torta da 90 milioni di euro. Nei giorni precedenti la visita, si apprese dai documenti ufficiali che i fondi sarebbero stati destinati al Museo dei Brettii e degli Enotri, a Palazzo Arnone, alla Biblioteca Nazionale e al quartiere Massa (senza alcuna specificazione). Non si comprese il senso di questa decisione, né ci fu la possibilità di comprenderne in seguito i motivi poiché scoppiarono subito violenti polemiche sulla visita di Bonisoli a Cosenza. Il ministro aveva deciso di incontrare i cittadini nella sede dell’Accademia cosentina, la più antica istituzione culturale della città e questo provocò la rabbia del sindaco Occhiuto, che parlò di “sgarbo istituzionale”: «Era stato fissato un appuntamento per venerdì nella casa comunale – ha sottolineato Occhiuto – ma la segreteria particolare del ministro mi riferisce che la visita è saltata» si legge in un comunicato stampa del comune bruzio datato 15 gennaio 2019 (https://www.comune.cosenza.it/index.php?id_oggetto=10&id_doc=18288&id_sez_ori=0&template_ori=1) e inoltre: «Poco fa, mi ha chiamato per l’ennesima volta la segretaria particolare del ministro Bonisoli, Francesca Tarditi, per dirmi che c’è un ulteriore cambio di programma… E che un Ministro della Repubblica non dovrebbe comportarsi così, senza dignità e rispetto delle istituzioni. La nuova casta avvinghiata al potere pensa di spadroneggiare utilizzando le cariche istituzionali per boicottare i programmi degli avversari con ingerenze improprie e illegittime. Morra come Oliverio e Gentile. Aspettiamo un’altra telefonata, e un’altra ingerenza. Vi farò sapere» (https://www.quicosenza.it/news/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/cosenza/273465-la-segretaria-del-ministro-chiama-occhiuto-tavolo-sul-centro-storico-si-sposta-a-roma-il-5-febbraio).

Ciò che emerge, oltre all’irritazione del sindaco che stava perdendo un’occasione da primadonna (e forse anche perché vedeva sfilarsi dalle mani i 90 milioni) è il comportamento, a dir poco sconcertante e inspiegabile, della segretaria particolare del ministro Bonisoli, Francesca Tarditi, che si mostrò insistente nel riproporre, più di una volta, la visita del ministro in comune, nonostante alla signora Tarditi fosse stato a più riprese precisato la non opportunità dell’incontro con il sindaco presso la casa comunale. Perché la segretaria del ministro insisteva tanto?

Nel frattempo, gli amministratori locali e i loro fidati seguaci si scagliavano contro il ministro, la sua parte politica e il senatore Morra, rei a loro dire, di aver volutamente escluso il comune dalla partecipazione all’incontro con Bonisoli. L’argomento tenne banco per almeno un paio di settimane, sia sui giornali che sui social, i quali riportarono puntualmente le dichiarazioni al vetriolo, i commenti e i fotomontaggi indecorosi pubblicati su facebook contro Bonisoli dai sostenitori del sindaco. Una figura meschina, come potete vedere dalle foto, che qualificò, o meglio dequalificò, tutta l’amministrazione comunale, che non prese mai le distanze da ciò che i suoi fan diffondevano.
Il comune in dissesto

Qualche mese più tardi, dopo lo svolgimento di diversi tavoli istituzionali presso il Mbact, in cui si discusse il cronoprogramma degli investimenti da attuare, la Corte dei Conte certificò il dissesto di Palazzo dei Bruzi e per i 90 milioni dei fondi Cipe, già stanziati, fu paventata l’ipotesi di farli confluire in un Cis (Contratti Istituzionali di Sviluppo) complessivo per tutta la Calabria. Un altro rallentamento delle attività intervenne a causa della crisi di governo dell’estate 2019, il ministro Bonisoli fu mandato a casa e al suo posto fu ri-nominato Franceschini, ovvero colui che in realtà non se ne era mai andato.

Il sottosegretario Anna Laura Orrico incontra la città

Nello scorso mese di dicembre, in città arrivò il sottosegretario ai Beni e alle attività culturali Anna Laura Orrico per decidere le sorti della Biblioteca Civica. Orrico aveva anche ricevuto la delega ai quattro Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS) di competenza del Mibact. L’incontro si svolse in una sala della Biblioteca nazionale e sarà ricordato per l’infelice frase che il sottosegretario rivolse a uno dei presenti, al quale fece notare, con non poca alterigia, l’eccezionalità dell’evento «Quando mai avete ricevuto la visita di un sottosegretario?», dimenticando che un anno prima la città dei Bruzi aveva ricevuto la visita del ministro ai Beni culturali! Quello stesso pomeriggio, il sottosegretario incontrò anche alcuni rappresentati dei comitati di quartiere.

Poche settimane fa, Orrico ha fatto sapere che «nel mese di gennaio e in poco più di cinque mesi, nonostante la pandemia e il lockdown, siamo riusciti a raccogliere riguardo al Cis Cosenza qualcosa come 40 proposte progettuali spendibili secondo le linee guida dell’Autorità di gestione per un valore complessivo che potrebbe superare ampiamente la cifra dei 90 milioni messi in campo dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo: si potrebbero infatti aggiungere, come ho più volte ripetuto, importanti risorse, modulari, provenienti da altre amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche. Ecco, perché sono soddisfatta del lavoro portato avanti fino ad oggi dagli attori istituzionali».

L’amministrazione comunale e il CIS

Quasi contemporaneamente alle suddette dichiarazioni, il vicesindaco di Cosenza, Francesco Caruso, ha ricordato al consigliere Guccione «che il Comune di Cosenza è stato l’unico ente che ha presentato dal primo giorno i progetti e le idee che oggi lui (Guccione n.d.a.) definisce “assenti” dal tavolo di concertazione aperto al Mibact. Non solo. I progetti del Comune di Cosenza erano stati già recepiti, integralmente e per l’intero ammontare dei 90 milioni di euro, dal Ministero, andando a costituire la complessiva strategia di sviluppo del CIS, come dimostrano le schede in nostro possesso».

L’Amministrazione comunale ha prodotto, si legge sul sito del comune, nel termine stabilito (4 giugno), le schede di intervento relative alle proposte per la riqualificazione della parte antica della città, tra cui «l’intervento di restauro dell’ala posteriore del Complesso Monumentale di San Domenico, il restauro conservativo con adeguamento sismico della Chiesa di San Gaetano e delle relative pertinenze, l’adeguamento sismico e funzionale della Chiesa delle Vergini, l’intervento di riqualificazione territoriale tramite i “Giardini Urbani Diffusi”, la riqualificazione degli spazi pubblici del centro storico, del verde e dei sottoservizi, il miglioramento dell’accessibilità al centro storico attraverso interventi di mobilità sostenibile. Tra i progetti più significativi della rimodulazione presentata dal Comune di Cosenza, in questo caso con una progettualità condivisa con la Provincia, anche l’adeguamento sismico, l’efficientamento energetico e la rifunzionalizzazione del Monastero dei Cappuccini (ex Ricovero Umberto I) e dell’area di pertinenza… alcune opere di completamento o ristrutturazione di impianti sportivi, sempre nel centro storico. In quest’ambito rientrano la riqualificazione urbana del quartiere Casali, con la demolizione e ricostruzione del Palazzetto dello Sport, in un’ottica di ecosostenibilità e il completamento del Parco Acquatico del Crati. La progettazione complessiva presentata dal Comune al MIBACT è pari a circa 93 milioni di euro… abbiamo seguitato ad interloquire con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative e con le altre associazioni spontanee presenti sul territorio…». (https://www.comune.cosenza.it/index.php?id_oggetto=10&id_doc=19165&id_sez_ori=&template_ori=1).

Proposte che in alcune parti esulano dalle direttive del CIS e che proprio per questo potrebbero non essere accolte e ritardare la riqualificazione.

Intanto, il centro storico di Cosenza è sempre più abbandonato e pericoloso: nelle ultime settimane è stata segnalata la presenza di pulci, sono divampate delle fiamme, subito domate, nello stesso stabile in cui, nell’agosto del 2017, persero la vita tre persone e un cagnolino a causa di un terribile incendio. Esemplare l’impegno del Comitato Piazza Piccola, mentre tutti gli altri sono distratti da altro, in attesa delle prossime passerelle elettorali.