Cosenza, e ora il cazzaro fa strappare (anche) i manifesti della “vergogna”

A Cosenza sta succedendo qualcosa. Per le strade la popolarità del sindaco cazzaro, al secolo Occhiuto Mario, truffatore prescritti, è crollata. Da quando sono uscite le notizie dei suoi coinvolgimenti in decine di inchieste giudiziarie e le richieste di rinvio a giudizio piovono come grandine sulla sua testa, i cosentini l’hanno decisamente mollato. La situazione – se possibile – si è aggravata ancora di più da quando la Corte dei Conti ha dichiarato il dissesto al Comune dopo 8 anni e mezzo di gestione Occhiuto!

Ma il colpo di grazia a livello “nazionale” gliel’ha dato Matteo Salvini con il suo “mai con Occhiuto candidato” alla Regione. I cosentini iniziano ad aprire gli occhi, mugugnano contro il cazzaro, si lamentano anche ad alta voce. Alcuni si riuniscono e stampano una serie di manifesti della vergogna e li attaccano per far sapere la verità. Ed ecco che il cazzaro sguinzaglia “i bravi” lecchini – qualcuno anche dai quartieri popolari, dove invece dovrebbero prendere a pesci in faccia ‘sto buffone – per strappare la “vergogna” e sopprimere la protesta. Anche gli sceriffi di Occhiuto ovvero i vigili urbani hanno rimosso la verità dai muri. Qualcosa però è successo a Cosenza. È un’intera Città ad arrabbiarsi e urlare contro “chi comanda”: le persone si riuniscono spontaneamente nelle strade per parlare del cazzaro, attaccano manifesti, urlano anche slogan di protesta. E tra qualche giorno si vocifera che si inizieranno a raccogliere le firme per chiedere al cazzaro e ai suoi sodali di “liberare” definitivamente Palazzo dei Bruzi.