Cosenza, ecco come hanno lasciato morire il piccolo Giancarlo

Carmine Manna

C’è grande attenzione finalmente per la vergognosa vicenda della morte per annegamento del piccolo Giancarlo Esposito, di appena 4 anni, nella piscina comunale di Cosenza. Dopo la squallida assoluzione del faccendiere Carmine Manna e delle sue istruttrici della piscina di Campagnano, palesemente invece responsabili del decesso del piccolo, la procura ha annunciato che ricorrerà in Appello. 

Ad un certo punto del processo (per il quale sono cambiati giudici a ritmo impressionante) davanti al giudice Marco Bilotta  per mesi hanno deposto testimoni che hanno chiarito bene quello che è accaduto. Dopo una prima fase di inerzia assoluta, finalmente il processo stava procedendo in maniera veloce. Ed era stato ascoltato anche il dottore Vannio Vercillo, anatomo-patologo indicato dalla procura stessa ad assistere all’autopsia del bambino.

Vercillo aveva detto con estrema chiarezza che i soccorsi non sono stati tempestivi. Giancarlo Esposito è rimasto sott’acqua per troppo tempo. Del resto, non c’è dubbio che l’edema cerebrale riscontrato al piccolo testimonia che non ha respirato per almeno tre minuti. Decisamente troppi. Possibile che nessuno si sia accorto che Giancarlo stava annegando? La triste realtà ci dice questo: l’hanno lasciato morire. L’organizzazione della piscina di Campagnano era talmente scadente che è stato possibile far annegare un bambino, lasciato a morire senza che nessuno vigilasse. Inconcepibile.

In particolare, la procura rimarca proprio la tesi, rafforzata dall’esito dell’esame autoptico effettuato dal dottor Vercillo, secondo la quale “erano stati apprezzati segni positivi per morte dovuta ad annegamento”. A tal proposito, nella relazione del dottore Vercillo seguita all’autopsia effettuata sul corpo del piccolo Giancarlo, “era emersa la presenza del fungo mucoso ritenuto elemento fondamentale per certificare la morte da annegamento”. Il giudice, invece, sostenendo la tesi della difesa, dichiarava “incerta” la presenza del fungo. La procura motiva anche la contradditorietà rilevata in merito alla diagnosi di “miocardite acuta fulminante”. Anche in questo caso, viene richiamata l’analisi sul corpo del piccolo Giancarlo effettuata dal dottore Vercillo. “Una mappatura completa del cuore che dal punto di vista macroscopico non aveva portato a nessuna segnalazione”.

Vercillo aveva anche escluso ipotesi fantasiose come quelle di una caduta o di una congestione. Non ce n’è nessuna traccia e il bambino è stato trovato con lo stomaco vuoto. Solo depistaggi che arrivano da gente senza scrupoli fino al punto di inventare malformazioni cardiache di Giancarlo assolutamente false ed escluse da tutti i medici chiamati in causa.

Le menzogne di Carmine Manna e delle sue istruttrici, in sostanza, erano state smontate pezzo per pezzo e udienza dopo udienza. Ci si chiede come sia stato possibile lasciare aperta questa piscina non sequestrandola neanche per un giorno e non perseguire seriamente chi ha provocato una tragedia del genere. Ma la verità prima o poi presenta sempre il conto a tutti, anche a chi si crede intoccabile.