Cosenza. Franz Caruso senza Madame Fifì: addio Pnrr e nuovo ospedale

La perdita del seggio alla Camera di Madame Fifì, oltre a decretare la fine di una delle famiglie politiche più intrallazzate della Calabria, avrà sicuramente ripercussioni anche sulla sindacatura di Franz Caruso. Che come tutti sanno è il prestanome di Nicola Adamo. Iniziamo col dire che la mancata elezione di Madame Fifì non comporta per lei e la paranza, la ricerca di un lavoro per sopravvivere. I soldi non gli mancano certo. Il vero problema per Madame Fifì è la perdita del potere e di conseguenza la perdita di controllo su pezzi dello stato al servizio del malaffare. A cominciare da tutte le coperture giudiziarie di cui ha goduto fino ad oggi. Quando sei deputato puoi fare un po’ quello che ti pare: corrompere, truccare, truffare, senza rischiare niente, ma anche godere di privilegi di ogni sorta. Porte aperte dappertutto e amici degli amici sempre a disposizione. A patto di ricambiare i favori elargiti con altrettanti piaceri e benevolenze, da concedere all’occorrenza ai tanti sodali della paranza politica di Capu i Liuni bisognosi di “aiuti”, da pattuire nelle segrete stanze romane. Ma senza potere il mercato delle vacche costruito, sull’asse Roma/Cosenza, dalla diabolica coppia della politica cosentina, è finito. E gli amici degli amici, si sa, hanno bisogno di qualcuno scaltro che sappia come muoversi nei palazzi del potere romano, ne va dei loro affari, che sono sempre al di sopra di tutto.

È questo il vero dramma di Madame Fifì. Senza scranno è vulnerabile, e questo potrebbe allettare i tanti “truffati” dalla diabolica coppia nel corso della lunga carriera di affaristi senza scrupoli con i soldi dei caggi, che se la sono legata al dito. Già, perché non bisogna dimenticare che Madame Fifì e suo marito Capu i Liuni, hanno truffato centinaia di famiglie finite per strada a causa della loro voracità e dei loro loschi intrallazzi. È davvero un bene per la nostra città che non sia stata eletta, affermazione che non possono pronunciare gli amici degli amici che dovranno rivolgersi a qualcun altro, tipo Mario Occhiuto, l’unico ancora sopravvissuto politicamente, per poter continuare a trafficare sulle spalle dello stato e dei cittadini.

La perdita di potere di Madame Fifì complica di non poco la vita al sindaco prestanome Franz Caruso che non può più contare sull’appoggio delle conoscenze romane di Madame Fifì per “apparare” in sordina i tanti guai del Comune, a cominciare dall’enorme mole di debiti accumulati negli ultimi 15 anni. Non solo. Franz perde anche l’unica persona in grado di “imporre” alla famiglia Occhiuto accordi sottobanco per la gestione dei fondi destinati a Cosenza dal PNRR. Un vero guaio per Capu i Liuni che contava di recuperare clientela proprio con la gestione, a favore degli amici degli amici, dei fondi europei, ma anche sull’appalto del nuovo ospedale. La diabolica coppia non ha più il peso contrattuale necessario per poter battere i pugni sul tavolo, e state certi che questa opportunità la famiglia Occhiuto non se la farà scappare. È questa l’occasione giusta, per gli Occhiuto, di affermare che sono loro gli unici referenti degli amici degli amici.

Tra le prime rogne da affrontare dopo la caduta di Madame Fifì, per Franz c’’è la questione relativa all’approvazione del “Piano di riequilibrio pluriennale (predissesto)” da parte del Consiglio comunale. I nodi iniziano a venire al pettine, e la tanto decantata operazione verità, annunciata in campagna elettorale da Franz Caruso e mai avviata, ha deciso di farsi strada da sola. Infatti Franz ha chiesto al Consiglio comunale di approvare la spalmatura del “disavanzo”, dato che è stato impossibile recuperare in tre anni (e neanche tra 100 anni), formulando un nuovo piano di riequilibrio. E se dovesse essere approvato il “nuovo piano di riequilibrio” dovrà, poi, essere sottoposto all’approvazione del Ministero degli Interni e della Corte dei Conti. E senza Madame Fifì in giro per i palazzi romani ad apparare la questione, per l’amministrazione Franz e per i cittadini di Cosenza, quello che si preannuncia è un freddo inverno. I 400 milioni di debiti, più della metà prodotti dall’amministrazione Occhiuto, che pesano sul groppone del Comune, non si cancellano con una semplice “spalmatura”, e di questo se ne accorgeranno presto i cosentini.