Cosenza. Franz, Palazzo dei Bruzi e la sede del Goi: qual è la “casa” e qual è la “putica”?

COSENZA – Poste Italiane aveva attivato per sabato 2 luglio 2022, un servizio filatelico temporaneo con bollo speciale con la dicitura: “Inaugurazione Casa massonica – 2.7.2022 – 87100 Cosenza Veneto”. Nell’occasione era stato possibile timbrare con il bollo speciale le corrispondenze presentate allo stand che era stato allestito presso palazzo Giustiniani, situato in via Trento. L’annullo postale era stato richiesto dall’Associazione nazionale Filatelia massonica. Mica pizze e fichi…

di Gabriele Carchidi

Via Trento è una traversa di Corso Mazzini a Cosenza, a pochi passi da Viale Trieste, e la toponomastica – rimasta invariata nel tempo e sopravvissuta persino al devastatore seriale del decennio più buio della storia di Cosenza – rappresenta un omaggio a quelle città “liberate” nel corso della Prima Guerra Mondiale.

Personalmente, mi piace passarci abbastanza spesso perché mi ricorda la prima emittente televisiva per la quale ho lavorato, Cam Teletre, che aveva sede proprio a via Trento, nel portone accanto allo storico negozio di Monaco&Scervino e a poche centinaia di metri da quel palazzo dove l’altra sera ho potuto leggere distintamente e anche senza occhiali l’insegna che domina il pacchiano restyling che ha definitivamente “incoronato” la potenza della massoneria cosentina. C’è scritto “Grande Oriente d’Italia”, il celeberrimo Goi, che ha deciso di rendere visibile il suo tempio urbi et orbi e andassero al diavolo tutti quei benpensanti che affermano che la massoneria non è una cosa buona.

L’aspetto tragicomico della vicenda è che via Trento si trova a un centinaio di metri (forse anche meno) dal Comune di Cosenza, dove appena qualche mese prima si era insediato uno degli iscritti più importanti al Grande Oriente d’Italia ovvero… il sindaco Franz Caruso. Lo sanno tutti che il sindaco è massone “regolare”, non è un reato essere iscritti alla massoneria e non c’è neanche bisogno di gridare alla “diceria” (o al diciche) sulla sua iscrizione “regolare”. Ci sono le carte…

Franz Caruso, il garante incappucciato della paranza proprio perché “regolarmente” iscritto alla massoneria ormai da più di 30 anni, deve la sua “fama” nei magnifici anni Ottanta alla sua “preziosa” opera di mediazione per consentire la “pax” tra Tonino il Cinghiale e Pino Tursi Prato con l’intervento decisivo – tutto documentato con atti pubblici – di Paolo Romeo, il capo della massomafia di Reggio Calabria, condannato a 25 anni di carcere in primo grado per il processo Gotha e di Franco Pino, ex capo della massomafia cosentina ornai pentito dal 1995 e al soldo della peggiore magistratura corrotta d’Italia.

Tra le frequentazioni cosentine di Romeo, dunque, c’era anche il boss Franco Pino, poi pentito storico della ‘ndrangheta. In diverse ordinanze si trova traccia della partecipazione alla fine degli anni ‘80 «ad una riunione in Cosenza presso lo studio dell’avvocato Franz Caruso, nel corso della quale, alla presenza del capo cosca cittadino Franco Pino, si compose un contrasto tra i politici Giuseppe Tursi Prato e Antonio Gentile».

L’intervento di Paolo Romeo aveva placato gli animi, “apparato” la situazione e addirittura creato i presupposti per accogliere la candidatura al Senato del Cinghiale nel 1992. Intanto, Tursi Prato “volava” nel PSDI e nel 1990 il risultato delle Regionali fu strepitoso: il partito del sole nascente totalizzava il 5,64% dei voti in una tornata elettorale che vedeva la DC al 38%, il PSI al 22,3% e il PCI al 19,4%. Un trionfo acclarato dai due seggi conquistati, che andarono proprio a Paolo Romeo e Pino Tursi Prato.

Franz Caruso

Ma perché proprio l’avvocato cosentino Franz Caruso? All’epoca del summit dentro il suo studio legale, era ancora giovane anche se già rampante e rapace. E soprattutto iscritto alla massoneria, al Grande Oriente d’Italia.

Non serve essere grandi investigatori per trovare il nome di Caruso nell’elenco dei massoni italiani che dilaga sul web ormai dal 2014.Francesco Alessandro Caruso, classe 1959, all’epoca dell’iscrizione ancora procuratore legale, figura in quell’elenco (i dati coincidono perfettamente) e sarà stato certamente a conoscenza dei legami di Paolo Romeo con la massoneria. Non si sceglie un mediatore qualsiasi per una vicenda del genere. In più, Franz Caruso già allora, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, milita attivamente nel Psi e sarà anche eletto consigliere comunale nel 1990.

A Cosenza essere massoni e contemporaneamente socialisti e persino comunisti era una regola non scritta ma perfettamente operante che è in auge anche a 30 anni di distanza da quei fatti. Tutto documentato. Del resto, se Franz non fosse ufficialmente un “esponente di spicco del Goi” e non figurasse negli elenchi “regolari” dei massoni ci avrebbe già fatto un mazzo così al porto delle nebbie, suo foro di competenza, e invece se qualcuno gli chiede se sia iscritto alla massoneria, può rispondere con un mezzo ghigno: “Non sono iscritto ad associazioni segrete…”. E ci mancava pure…. E adesso, con la sede del Grande Oriente cosentino a via Trento, i cosentini si chiedono con una punta di ironia: ma per il tenero Franz tra Palazzo dei Bruzi e il Palazzo del Goi qual è la “casa” e qual è la “putica”? Dipenderà da dove entra col cappuccio e da dove entra a “pelata” libera? Nel frattempo, a Palazzo dei Bruzi, i segnali “esoterici” iniziano a diventare imbarazzanti. Povera Cusenza nostra!