Cosenza-Genoa: amicizia, ricordi e “consigli” (a Gargamella)

Il “Gigi Marulla” di Cosenza oggi pomeriggio alle 14 ospita una partita di cartello: Cosenza-Genoa. E non solo per le vicende strettamente calcistiche. Le tifoserie sono legate da un’antica e consolidata amicizia, che risale addirittura ai raduni ultrà degli anni Ottanta ma anche le squadre e le società hanno sempre avuto un feeling particolare. Nel 1985 Gigi Marulla, ancora giovanissimo, e che successivamente sarebbe diventato il giocatore bandiera e simbolo dei Lupi, era stata ceduto per 2 miliardi proprio al Genoa, dove aveva giocato tre stagioni in Serie B lasciando una traccia importante. E quattro anni più tardi, nel 1989, lo stesso percorso era toccato ad un altro calciatore-simbolo nella storia del Cosenza, Alberto Urban, grande protagonista della rinascita dei Lupi alla fine degli anni Ottanta e pilastro del Genoa di Franco Scoglio in Serie A nella stagione 1989-90. Insomma, tanti incroci e tanti ricordi in comune, che saranno rinverditi ancora una volta oggi in quello stadio intitolato proprio a Gigi Marulla.

Passando al dato sportivo, è chiaro come il sole che il Genoa, appena retrocesso, punta di diritto al ritorno in Serie A mentre il Cosenza, dopo un inizio promettente, sta palesando chiaramente tutti i problemi di una squadra costruita male ma soprattutto al risparmio dal solito presidente taccagno e “Gargamella”. Dopo l’indegna prestazione di Reggio Calabria, il tecnico Davide Dionigi – come da scontatissimo copione gargamelliano – è di nuovo sulla graticola, così come lo era stato dopo la sconfitta interna col Bari. Il patron del Cosenza sa bene che per frenare la sacrosanta contestazione che dovrebbe essere riservata soprattutto a lui ha bisogno di “parafulmini” e così dopo aver ordinato al direttore sportivo Gemmi di andare a fare il paraculo in una televisione privata, evitando chiaramente di fare riferimenti al termine “stupore” sciaguratamente utilizzato alla sua prima uscita, adesso ha puntato Dionigi.

I soliti bene informati dicono che Gargamella si avvale dei “consigli” più o meno disinteressati di un certo Federico, che fa il radiologo ma dice di capire molto di calcio, di un noto giornalista che ama stare nell’ombra (e quindi non lo disturbiamo) e di un avvocato che va per la maggiore. Ebbene, pare che tutti i “consigli” convergano direttamente sull’esonero a stretto giro di posta del tecnico (che non a caso è una specie di primatista degli esoneri…) per placare la piazza e continuare a farsi i… porci comodi suoi.

Eh sì, perché tutti hanno capito che la prossima gara per l’appalto della spazzatura la vincerà ancora lui e di conseguenza non mollerà (mai più, fino a che morte non ci separi, sic!) la gallina dalle uova d’oro chiamata Cosenza Calcio, che gli frutta almeno 5 milioni cash all’anno da mettersi in tasca, senza investire una beneamata. Così vanno le cose a Cosenza, paese dei balocchi per tanti imprenditori borderline come Gargamella, nemico giurato dei puffi (che poi saremmo noi cosentini).