Cosenza, Giacomo Mancini ricorda a Franz Caruso la storia del socialismo: “Non è vero che è il terzo sindaco socialista”

LA STORIA PIÙ BELLA|

di Giacomo Mancini

Ho sempre pensato che quando a vincere è un socialista, ovunque avvenga la vittoria e in qualsiasi condizione si realizzi, ci sia da gioire per tutti quelli che si sono formati ai nostri ideali di progresso e di giustizia sociale.
Dove governa un socialista, a prescindere da chi siano i suoi alleati, è più probabile che ci sia una attenzione maggiore nei confronti di chi vive nel bisogno e ci siano maggiori opportunità per realizzarsi per chi possiede meriti.
E in più, sono persuaso, che dove a rappresentare una istituzione ci sia un socialista, sia più forte il presidio di difesa, di ricordo, di valorizzazione di quella che è stata la nostra storia. Funzione questa che in contesti normali viene garantita dalla presenza di un partito anche attraverso le sue articolazioni dedicate alla tutela della propria memoria collettiva. Ma noi socialisti, che un grande partito non lo abbiamo più da ormai 30 anni, siamo costretti a delegare questa azione anche al presidio di chi ha l’onore di rappresentare le istituzioni.

Ecco perché mi ha fatto rimanere male che all’indomani della bella elezione del Sindaco Caruso a Cosenza, la storia del socialismo cosentino sia stata raccontata in maniera incompleta e di conseguenza si sia mancato di rispetto, spero in maniera involontaria, verso coloro che la hanno scritta rendendola così grande.
Non è vero infatti che il sindaco Caruso sia il terzo sindaco socialista della nostra città. Come è stato detto, ribadito e diffuso dal consueto stuolo di laudatores. Ce ne sono ben di più. E ognuno merita il rispetto del ricordo e della memoria.

Il primo sindaco socialista della nostra citta fu Mario Mari, eletto nel 1920, allievo di Antonio Labriola e sotto la guida di Pietro Mancini tra i pionieri del socialismo meridionale.
Poi nel dopoguerra prima commissario e poi sindaco socialista fu Francesco Vaccaro (1945).
Ci volle poi la metà degli anni settanta per riconquistare la guida di Palazzo dei Bruzi. Toccò a Battista Iacino (1975), prima, a Antonio Rugiero (1980), a Pino Gentile (1982) e a Giacomo Mancini (1985) solo per pochi mesi, poi.
Negli anni novanta infine toccò a Pietro Mancini (1990).

Poi nel 1993 ci fu il ritorno di Giacomo Mancini, il primo sindaco eletto direttamente dai cosentini, il sindaco più amato e quello che più ha inciso nella trasformazione della città. Nel 2002 Eva Catizone. E poi poche settimane fa Franz Caruso (2021).

In cento e passa anni di storia municipale insieme al lavoro dei sindaci ci fu quello di assessori e consiglieri comunali che insieme alle donne e agli uomini impegnati nel partito e nel sindacato resero Cosenza la città più socialista di Italia.
Adesso trovo legittimo che ognuno possa trovare più vicinanza verso solo alcuni di questi protagonisti, pur tuttavia ritengo sacrosanto che vengano ricordati tutti, evidenziandone per ognuno i meriti e non tacendone, quando presenti, i limiti.
Ricordare a convenienza, enfatizzare alcune pagine e strapparne altre del grande libro della storia socialista è una ignominia tipica di culture illiberali e antidemocratiche, che non può essere praticata da socialisti.

Ecco perché mi auguro che tra i tanti successi che otterrà, l’esperienza del Sindaco Caruso possa essere caratterizzata anche dal racconto e dal ricordo di tutta la storia del nostro municipalismo. Ad iniziare da quella socialista. Tutta e per intero. Che è tra le più belle.