Cosenza. Quando Giletti intervistò Simona Loizzo, “dimenticando” qualche domanda

Tutto è compiuto. Com’era nelle generali previsioni la dottoressa cosentina Simona Loizzo è ritornata alla politica attiva a neanche un anno dal tragico suicidio del marito Lucio Marrocco e si candida a consigliere regionale nella lista della Lega. E inevitabilmente non può non tornare di estrema attualità l’intervista che rilasciò al pessimo Giletti (che con la Lega e il suo capo ha uno splendido rapporto) ad appena poche ore dalla morte del marito. 

di Simona Stammeluti

Fonte: Sicilia 24 Ore

Ricevo la notizia per telefono di mattina, mi chiama un’amica: “Simo si è suicidato il dottor Marrocco”. Mi fermo un attimo, faccio mente locale, e nel dispiacere che mi pervade chiedo conferma: sì e lui, il medico che sempre sorridendo rispondeva alle domande dei giornalisti circa la vicenda Covid, considerato il suo ruolo di responsabile anche per quanto riguarda i vaccini. 

Perché si è suicidato? – mi chiedo. 

Perché si è suicidato? – mi chiedono le tante persone che pensano io possa sapere qualcosa in più, perché di mestiere faccio la giornalista; ma non sono nata a Cosenza, alcune personalità non le conosco, non conosco del tutto alcune storie che riguardano anche il mondo della sanità dell’ultimo trentennio. 

Funerali. 

Poi sembra calare il silenzio, fino all’arrivo di un messaggio di una cara amica, che mi avverte che la moglie di Marrocco sarà ospite di Giletti.

Come lo ha saputo? – mi domando. Probabilmente da qualcuno che l’ha saputo da qualcun altro, che a sua volta chissà da chi l’avrà saputo. Forse la dottoressa Loizzo, lo ha reso noto, e così la notizia si diffonde.

Perché Giletti vuole questa intervista? – mi domando. Perché la moglie del medico suicida ha accettato di farsi intervistare? – mi domando. 

Alle 23:20 circa su La 7 Giletti intervista la moglie del medico suicida a Cosenza, ma qualcosa non mi torna. 

Intanto Giletti si interessa molto alla Calabria ma mai una sola volta che abbia invitato qualche giornalista calabrese, di quelli che questa terra la conoscono, la vivono, la interrogano. 

Durante la tranche di trasmissione dedicata all’intervista alla dott.ssa Simona Loizzo, moglie del dott. Marrocco, morto suicida 72 ore fa, salta alla mia attenzione un servizio perfettamente confezionato dalla redazione di La7, senza una sbavatura, realizzato durante il funerale del medico, con interviste impeccabili alla dott.ssa Loizzo e ad altre colleghe che altro non fanno che confermare quanto il dottore fosse una bravissima persona.

Ma perché è morto? – ce lo siamo domandati tutti.

Perché quel gesto estremo?  Cosa si aspettava di sentirsi dire Giletti dalla moglie, considerato che – come lo stesso dichiara – si erano già sentiti prima della trasmissione? 

È vittima indiretta di covid, la sua è una morte bianca – dice la dottoressa Loizzo – è come un operaio che cade da un’impalcatura”Lo stress, dunque. 

Alla domanda se avesse notato qualcosa di strano, lei risponde di no, se non proprio la pressione al quale era sottoposto, al quale si era aggiunto il dispiacere perché una Oss a cui era affezionato, era peggiorata dopo aver contratto il Covid. 

Basta a Giletti questa risposta?  A me sinceramente no.  Non una intervista a colleghi che ci lavoravano insieme nelle tante ore di lavoro quotidiano. Non una piccola indagine sulla realtà, raccolta però da fuori alla famiglia che ha forse ogni diritto di tenere per sé una eventuale verità diversa da quel che appare. 

Cosa si aspettava Giletti da questa intervista? A chi serviva? A cosa è servita? 

Se il dottore suicida è vittima indiretta del Covid, chissà se qualcuno della sua famiglia deciderà di chiedere un risarcimento. Fossi stata in Giletti, questa domanda l’avrei posta.

Polimeni tergiversa e poi incalzato da Giletti che gli dice di fare in fretta, pone la domanda: “Signora c’entra per caso la massoneria deviata? Suo marito può essere stati avvicinato da qualcuno?”Perché la massoneria deviata? – Avrei chiesto, se fossi stata al posto di Giletti. 

Era massone il dottore?  E anche se lo fosse stato, perché proprio la massoneria deviata, che poi è un’altra faccia della mafia.  No – risponde la moglie – assolutamente no“. 

Due sono le cose: O si sa davvero tutto e allora si dovrebbe usare una intervista per condannare. O non si sa tutto e difficilmente lo si potrà fare. 

Ma una intervista ad una donna che ha perso il marito 72 ore prima, per sentirsi dire che lo stress lo ha portato a togliersi la vita, forse, non è servita a molto. 

In fondo erano le stesse parole dette dalla dottoressa nel servizio ben confezionato durante il funerale, mandato in onda prima dell’intervista. 

Ognuno fa il suo lavoro come meglio crede. Ma urlare allo scandalo come fa Giletti, senza mai voler toccare con mano, facendo eventualmente ed efficacemente parlare più voci in causa, mi sembra più da show che da pagina di giornalismo d’inchiesta. 

Chissà poi come avrà fatto la Gazzetta del Sud a pubblicare lo stesso contenuto dell’intervista alla dottoressa Loizzo ospite da Giletti, per intera. Prima o dopo l’avranno pubblicata?
I misteri del mondo del giornalismo, del quale faccio parte, mentre ancora mi domando un po’ troppi perché.